lo scontro vero? Con la Cina

Dazi in pausa, ecco cosa c'è dietro la mossa inaspettata di Trump secondo l'esperto di mercati

Il Chief Global Strategist di Intermonte Antonio Cesarano analizza il repentino cambio di rotta dell'amministrazione Usa e propone tre diversi profili di investimento in questo contesto di incertezza

di Giuliana Grimaldi
10 Apr 2025 - 13:41
 © Istockphoto

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La recente decisione di Donald Trump di sospendere per 90 giorni l'applicazione dei dazi precedentemente annunciati segna un inaspettato cambio di strategia. In un momento di crescenti tensioni commerciali e geopolitiche, questa mossa ha colto di sorpresa molti osservatori. Per capire meglio le ragioni di questa inversione di rotta e le conseguenze sui mercati finanziari, abbiamo intervistato Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, esperto di dinamiche macroeconomiche globali e mercati.

Quali sono i motivi della marcia indietro di Trump?
"La marcia indietro di Trump può essere ricollegata in parte all'intenzione di utilizzare i dazi come una sorta di clava per poi arrivare a negoziare contropartite in cambio, prima di tutto acquisti di Treasury. Questa indicazione è chiara per esempio dal paper scritto da Stephen Miran (capo dei consiglieri economici di Trump) che ha teorizzato i cosiddetti dazi punitivi. Negli ultimi giorni erano emersi segnali di forti tensioni sul mercato obbligazionario Usa, tali da far sospettare la possibilità di ritorsioni in ambito finanziario dal lato cinese, al punto da mettere in discussione il regolare periodico rifinanziamento del debito Usa tramite aste. Poi l'asta sul 10 anni ha evidenziato un record storico di sottoscrizioni dall'estero (circa 88%) per cui primo test superato. Alla base di tale primo risultato potrebbe esservi un accordo tacito con il resto del mondo: acquistate Treasury (per esempio attraverso fondi sovrani, fondi pensione ecc.) e in cambio sarò clemente sui dazi. La notizia della sospensione dei dazi è arrivata forse non a caso circa 15 minuti dopo l'esito dell'asta sui Treasury, all'insegna del 'pagare moneta, vedere cammello'."

Quanto hanno influito le difficoltà dei titoli di Stato Usa nel far cambiare idea a Trump? I crolli sull'azionario non sembravano averlo turbato così tanto...
"Sì infatti, il calo dell'azionario crea indubbiamente disturbo ma non è probabilmente un fattore determinante. Diverso il caso di turbolenze marcate sul mercato dei bond tale da mettere in discussione il delicato meccanismo di rifinanziamento del debito, visto che post pandemia e guerra in Ucraina i principali paesi del mondo (Usa inclusi) presentano un notevole incremento del debito, quasi ovunque sopra al 100% del PIL. Lo stesso Trump ha riconosciuto l'importanza dei bond dichiarando: 'I was watching the bond market. The bond market now is beautiful' ('stavo guardando il mercato obbligazionario. Il mercato obbligazionario ora è bellissimo')".

In questo quadro di incertezza e mutabilità su cosa dovrebbe puntare un investitore prudente?
"La prima cosa da tenere in considerazione è non lasciarsi prendere dall'emotività e adottare una strategia quanto più possibile diversificata con una quota limitata dedicata al mercato azionario, visto il profilo prudente. Con riferimento a tale quota azionaria potrebbe essere opportuno concentrarsi maggiormente sull'azionario europeo, Germania in primis, in vista del mega piano di spesa varato dal neo governo Merz per infrastrutture e difesa. Altro ingrediente importante è quello di approcciare l'investimento con gradualità in modo da minimizzare eventuali punti di eccesso dei prezzi di mercato. Per parte obbligazionaria preferenza per scadenze entro tre anni inserendo anche bond sovranazionali come per esempio la Bei, la Banca europea per gli investimenti. Infine ultima considerazione sul tema oro: nel clima geopolitico in prospettiva più caldo (si veda il caso Usa-Cina sul fronte Taiwan), dedicare una parte del proprio portafoglio a questa asset class potrebbe contribuire a meglio bilanciare la diversificazione."

Come organizzare invece un portafoglio più bilanciato?
"Un portafoglio più bilanciato contempla una quota più elevata di azionario nell'ambito del 20/30% in base al proprio profilo di rischio con le stesse accortezze delineate per l'approccio prudente in tema di diversificazione."

E uno più aggressivo?
"In questo caso aumenterebbe ancora la quota azionario nel range 30/45%, inserendo in questo caso anche una quota di azionario cinese, per sfruttare la possibilità dei piani di stimoli del dragone oltre che la presentazione di numerose novità in tema di intelligenza artificiale in salsa cinese."

Cosa dobbiamo aspettarci adesso? Il braccio di ferro è solo con la Cina. Che ha in mano parte del debito Usa...
"La finalissima è sempre più Usa/Cina, partita dal fronte commerciale, poi in fase di trasferimento sul piano finanziario (dollari e Treasury) con un termometro sempre più caldo su altri piani, vista l'intensificazione delle cosiddette esercitazioni cinesi nell'Indo Pacifico intorno a Taiwan. È verosimile immaginare che il confronto tenderà a continuare, con alterne vicende passando per fasi più negoziali ad altre più di scontro, ma mediamente con intensità crescente."

Trump ha un obiettivo economico di lungo periodo per gli Usa o naviga a vista?
"Trump sta cavalcando il malcontento della parte interna del paese, stanca di pagare i costi elevati del ruolo di guardiano del mondo, preferendo piuttosto rimettere nelle tasche dei contribuenti i soldi risparmiati tramite un taglio alle tasse. Il tema dazi appare essere prevalentemente un tema negoziale per ottenere diverse contropartite, alcune finanziarie (vedi acquisto Treasury), altre commerciali (maggiori esportazioni). Lo schema ideologico seguito appare essere quello descritto da Stephen Miran (capo dei consiglieri economici di Trump) nel suo paper intitolato 'Manuale per rivedere il sistema del commercio globale'. Una parte dei dazi probabilmente rimarrà, ma le aliquote annunciate il 2 di aprile potrebbero rappresentare solo una base d'asta per avviare trattative al ribasso. Discorso a parte il caso cinese, dove lo scontro è più frontale e i margini di trattativa appaiono più limitati."

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