IMPRESE e PRODOTTI ICONICI

Dalla Luna all'America, la brugola che si tramanda di padre in figlio

La famiglia Brugola da generazioni produce in Brianza l'omonima vite, utilizzata con successo nel settore dell'automotive, e da qualche anno ha aperto uno stabilimento negli Usa per rifornire la Ford

12 Nov 2020 - 19:07

Il 20 luglio 1969, la missione Apollo 11 porta per la prima volta l’uomo sulla Luna. Tra gli innumerevoli pezzi che costituiscono la sonda spaziale ci sono anche le viti Brugola, prodotte dall’omonima ditta italiana con sede a Lissone (MB). Oggi questa azienda ha 500 dipendenti tra Italia e Stati Uniti e, nonostante la crisi del settore automotive e la pandemia, ha tutta l’intenzione di continuare a crescere.

La storica azienda brianzola - Le Officine Egidio Brugola sono state aperte nel 1926 dal nonno dell’attuale presidente. Nel 1946 Egidio ha ottenuto il brevetto per produrre il “bullone con filettatura ottenuta per rullatura avente resistenza costante alla trazione”, che avrebbe fatto la fortuna dell’azienda. Il figlio di Egidio, Giannantonio Brugola, ha continuato il suo lavoro, portando l’azienda a diventare il punto di riferimento per le viti critiche nel settore automotive e leader mondiale nelle viti testata motore. L’attuale presidente, Jody Brugola, 41 anni, ha consolidato il fatturato dell’azienda e ha aperto uno stabilimento negli Stati Uniti, in Michigan. 

I risultati degli ultimi anni - Nel 2019 la Brugola ha raggiunto il suo record storico di fatturato: 151 milioni di euro. Conta oltre 500 dipendenti tra Italia e Stati Uniti e, negli ultimi sette anni, ha fatto investimenti per 100 milioni di euro. “Anche quest’anno, nel mese di marzo, aveva riportato un significativo trend positivo - spiega a Tgcom24 il presidente, Jody Brugola - con una crescita del 22% rispetto al 2019, fermata solo dall’emergenza covid. Dalla ripresa post lockdown le cose procedono per il meglio: cerchiamo di stare al passo con la domanda dei nostri clienti che sta crescendo sempre di più”.  

L’azienda a oggi rifornisce quasi 200 stabilimenti per le maggiori case automobilistiche tedesche, americane, francesi e da poco anche coreane. “Prevediamo per il 2021 di poter intraprendere un percorso importante di ulteriore crescita - continua - grazie a una nuova strategia che si traduce nell’offrire prodotti ancora più critici e sempre più competitivi, per nuovi clienti, anche in Oriente, con i quali poter collaborare”. 

La società 100% made in Italy, 100% export - La Brugola negli ultimi anni ha investito molto per continuare il suo percorso di crescita, soprattutto all’estero, producendo il 100% di export, aprendo uno stabilimento negli Stati Uniti e lavorando da oltre 30 anni con le più importanti case automobilistiche tedesche. “L’obiettivo è quello di espanderci sempre di più, anche verso Oriente, con l’ambizione di lavorare con marchi con i quali nessuno in Italia e in Europa sia riuscito a collaborare - spiega il presidente - Vogliamo continuare a mantenere alta la bandiera italiana come rappresentanti del nostro Paese, per dimostrare che noi italiani siamo in grado di fornire prodotti di alta qualità in tutto il mondo”.

Le Officine Egidio Brugola sono state aperte nel 1926

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© Ufficio stampa
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Il sogno americano - “L’America ha sempre rappresentato per Brugola una grande opportunità. All’inizio degli anni 2000 mio padre ha cercato in tutti i modi, riuscendoci, di buttare giù quel muro di diffidenza verso i fornitori europei e in particolar modo italiani”, racconta Jody Brugola. “Siamo riusciti a convincerli delle nostre qualità, continuando a spedire i nostri prodotti dallo stabilimento di Lissone verso gli Usa. All’inizio del 2014 mi ero poi reso conto, in virtù della forte espansione di Ford negli Usa che procedeva di pari passo con quella del nostro brand, della possibilità di rafforzare il nostro ruolo come fornitore strategico".

"Era il momento di aprire uno stabilimento negli Stati Uniti, da sempre il sogno di mio padre, iniziando a rapportarci come una grande realtà anche al di fuori dell’Italia. Una sfida per tutta l’azienda che ha permesso inoltre di comprendere il valore reale delle persone, e che ci ha dato modo di misurarci con noi stessi e con nuovi parametri”. Si è trattato di un investimento importante, soprattutto considerando che l’azienda stava uscendo dalla difficile congiuntura in cui si era trovata dopo la crisi finanziaria del 2008-2009. “Un’ambizione forte della famiglia Brugola che ha ripagato le aspettative, creando così uno stabilimento come fornitori di primo livello per un gruppo prestigioso come la Ford”, conclude il presidente. 

La Brugola del futuro - Un’azienda che guarda al futuro deve saper prevedere e anticipare le sfide che le si presenteranno. “La Brugola non ha intenzione di rimanere indietro, vuole avere sempre più strumenti attuali per essere più veloce e reattiva. Un’azienda che sa bene dove ci sono le inefficienze e gli sprechi, e cerca di investire su quei prodotti e macchinari che possono potenziare la produttività e la flessibilità”, commenta Jody Brugola. “Le sfide del futuro sono molto impegnative: per questo stiamo cercando di avere persone con una forma mentis più evoluta. Sono convinto che tutti questi aspetti, dopo aver investito molto negli ultimi anni, ci porteranno a essere non solo al passo con i tempi, ma anche un passo avanti agli altri. Per farlo serve voglia di mettersi in gioco ogni giorno, e questa fortunatamente non ci manca, grazie al nostro spirito battagliero. Lo spirito di un’azienda che vuole competere in un mondo sempre più difficile e veloce”.

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