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Niente più lettura delle riviste di gossip mentre si aspetta di fare la piega, shampoo obbligatorio, aree d'attesa all'esterno dei saloni, due metri di spazio tra una postazione e l'altra e orario prolungato
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Da lunedì 18 maggio la Fase 2 del lockdown entra nel vivo: le aperture dovrebbero riguardare infatti, tutte le attività produttive del Paese, compresi i servizi di cura alla persona. Salvo diverse indicazioni disposte dalla regione di appartenenza, potranno finalmente operare saloni di barbieri e parrucchieri, istituti di bellezza e quelli di manicure e pedicure, per un totale di oltre 140mila imprese e 260mila addetti. A fornire ai loro gestori le indicazioni per riaprire in sicurezza per lavoratori e clienti è l’Inail (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. Come spiegato dal presidente Inail Franco Bettoni: “Non sono regole vincolanti, sarà il governo con le parti sociali a operare la sintesi tra i vari interessi in gioco”. Ma vediamo quali sono i consigli forniti per i negozi in questione.
Niente più lettura delle riviste di gossip mentre si aspetta di fare la piega, shampoo obbligatorio, aree d'attesa all'esterno dei saloni, come fossero dehors di un bar. E ancora, due metri di spazio tra una postazione e l'altra e orario prolungato, con possibilità di aprire anche la domenica e il lunedì, giorno quest'ultimo da sempre consacrato al riposo della categoria.
"Al fine di garantire l'accessibilità ai servizi dopo un lungo periodo di chiusura e in considerazione delle misure da adottare, che verosimilmente ridurranno il numero di trattamenti in contemporanea - si legge nel documento dell'Inail - è opportuno prevedere la possibilità di permettere deroghe ai giorni di chiusura e consentire l'estensione degli orari di apertura dei locali".
Per razionalizzare gli spazi interni e consentire il distanziamento sociale, sottolineano inoltre gli esperti, bisognerà "favorire la realizzazione di aree di attesa" per i clienti "anche all'esterno dei locali, consentendo ove possibile l'occupazione del suolo pubblico in deroga".
L'Inail indica poi tutta una serie di "misure organizzative generali": si va dalla prenotazione obbligatoria (fase in cui vanno "predeterminati i tipi di trattamento richiesti") alle barriere di separazione tra le varie aree, dalla previsione di una distanza minima di almeno due metri tra le postazioni all'eliminazione di "riviste e ogni altro oggetto che possa essere di utilizzo promiscuo nel locale".
I trattamenti "di taglio e acconciatura devono necessariamente essere preceduti dal lavaggio dei capelli". Dovrà inoltre essere presa la temperatura ai clienti, consegnata loro una "borsa/sacchetto individuale monouso per raccogliere gli effetti personale", privilegiare i pagamenti con bancomat e sistemi contactless.
Sia per i clienti che per i dipendenti è ovviamente previsto l'obbligo di mascherina (per i lavoratori anche di guanti in nitrile e schermi facciali) e vanno utilizzati grembiuli e asciugamani monouso, così come bisogna sanificare le postazioni e gli strumenti dopo ogni trattamento e predisporre dei dispenser con soluzioni igienizzanti.
Gli esperti entrano anche nei rapporti sociali tra cliente e titolare o dipendente del negozio. È necessario, scrivono infatti, "privilegiare la conversazione con il cliente tramite lo specchio e svolgere le procedure rimanendo alle spalle del cliente in tutti i casi possibili".
Un capitolo del documento tecnico è dedicato agli estetisti, settore dove già sono in uso "misure di prevenzione del rischio da agenti biologici". Ma questo non basta: per i trattamenti del viso che richiedono l'uso di vapore, spiegano gli esperti, si dovranno prevedere operazioni alternative e in ogni caso potranno esser fatti solo in locali separati. Dovranno inoltre rimanere chiuse saune, bagno turco e vasche idromassaggio e vanno pulite e disinfettate tutte le superfici della cabina estetica a ogni cambio di cliente. Per i lavoratori è previsto l'uso delle mascherine Ffp2 e ffp3 e non di quelle chirurgiche, oltre alle maschere protettive o visiere.