In "Vulnerabili: come la pandemia cambierà il mondo" l'autore passa in rassegna tre scenari post Pandemia, tanto più rivoluzionari quanto più grande sarà il coraggio che imprimeremo a questa delicata fase
La crisi del Covid-19 ha fatto emergere tutta la fragilità del nostro sistema globale, estremamente interconnesso ma privo di regole efficaci per proteggersi dagli shock. Quali saranno gli effetti per l'ordine politico internazionale e le conseguenze per il sistema economico? Che la trasformazione sia in atto è senza dubbio, ma essa potrà sfociare in almeno tre scenari totalmente distinti. Tanto più rivoluzionari quanto più grande sarà il coraggio che sapremo imprimere a questa delicata fase storica. È questo il nocciolo di "Vulnerabili: come la pandemia cambierà il mondo: Tre scenari per la politica internazionale", ebook appena pubblicato per Piemme da Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni internazionali all'Università Cattolica di Milano, dove dirige l'Aseri, l'Alta scuola di Economia e Relazioni internazionali (in formato Kindle 2,99 euro).
Come scrive lo stesso autore all'inizio del volume, "Con il Covid-19 l’umanità si è riscoperta vulnerabile [...] L’interdipendenza globale ci ha presentato il conto, ci ha mostrato il suo lato oscuro, davanti al quale ci siamo sentiti persi e impotenti [...] Il futuro però ci mette di fronte alla possibilità di lavorare affinché la consapevolezza della nostra vulnerabilità sia l’elemento intorno a cui ripensare e ricostruire una nuova interdipendenza, così da non farci cogliere impreparati non solo dalla prossima pandemia, ma anche da qualunque altro futuro shock esterno, evitando un ennesimo massacro di popolazioni, benessere economico, coesione sociale e diritti individuali [...] Occorre cominciare a concepirci come l’equipaggio di un solo e insostituibile vascello, che all’infinito naviga in uno sterminato oceano [...] La nave è vulnerabile, e la sua componente più vulnerabile è costituita dall’equipaggio, la cui sicurezza non può venir messa in secondo piano [...] Sulla nave il fattore umano è il più vulnerabile e il meno rimpiazzabile, e proprio per questo tutto il sistema deve essere concepito a partire da lì".
Fatto un poderoso esercizio di modestia, una brusca riscoperta della finitezza della nostra condizione umana, servirà rimettere la politica al centro per tornare a perseguire il bene comune, mettendo in stand-by la ricerca esasperata dell'utile individuale. L'esito di questa fase di transizione, è, però, tutt'altro che scontato e univoco.
Se saremo poco coraggiosi, suggerisce Parsi, ci ritroveremo dentro una nuova "Restaurazione": un primo scenario senza vincitori ma con molti vinti, tutti noi, che ci troveremmo in un mondo che nulla ha imparato dalla Pandemia e che si ritroverà a rivivere tutti gli errori e le storture precedenti il contagio di massa. In tale contesto, Stati Uniti e Cina manterrebbero la loro leadership, l'Unione Europea continuerebbe a galleggiare, ma vivremmo un peggioramento della nostra qualità della vita, con una forte accentuazione delle iniquità sociali e una dilatazione del mercato a scapito della democrazia.
Il secondo scenario che si prospetta viene definito da Parsi come simile alla "Fine dell'Impero romano d'Occidente": passeremmo "dalle economie di lungo raggio a economie di corto raggio, da un'autorità centrale a una pluralità di autorità". Alla fine della divisione globale del lavoro si potrebbe accompagnare una involuzione autoritaria dei regimi democratici che potrebbero involvere in regimi populistici se non plebiscitari. Con gli Usa molto ridimensionati, una Cina non più fabbrica del mondo e influente solo in Asia e nel Pacifico, una Ue in disfacimento, travolta dagli egoismi nazionali e dalla propria incapacità di adattarsi a cambiamenti veloci.
Nell'ultimo e più auspicabile quadro, Parsi vede il mondo lavorare per un nuovo "Rinascimento", la "prospettiva di un riequilibrio del rapporto tra politica ed economia, tra democrazia e mercato, tra libertà e solidarietà". Trasformando così l'attuale crisi nell'occasione di rimediare al più grave errore degli ultimi trent'anni, l'aver deprezzato e svalutato del tutto la componente umana. Scrive Parsi: "Sono state le persone a doversi adattare alla velocità del denaro e delle merci, finendo col dover accettare la compressione di retribuzioni, protezioni, diritti". Un superamento tanto del capitalismo di mercato, quanto del capitalismo di Stato, in favore di una terza via che veda l'Occidente di nuovo unito nel riaffermare "la portata universale di quei valori di libertà, uguaglianza e solidarietà" che nascono nell'Atene di Pericle e arrivano fino ai giorni nostri.
Perché, conclude il professor Parsi, "tra un mondo governato dal denaro e un mondo governato dagli autocrati, insomma, esiste ancora una terza possibilità. Quella di un mondo governato dagli esseri umani attraverso la forma di organizzazione politica che, pur con tutti i suoi limiti e difetti, più di ogni altra riconosce e tutela l'uguaglianza e la dignità dell'essere umano: la democrazia".