A Cicognara (Mantova)

Pennelli Cinghiale, un Museo del Tempo per raccontare la storia di un simbolo del Made in Italy

Nello stabilimento di Cicognara (Mantova) un'esposizione multimediale permanente con numerose installazioni artistiche che ripercorrono la storia del marchio italiano

09 Mag 2022 - 13:37
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© Pennelli Cinghiale
© Pennelli Cinghiale
© Pennelli Cinghiale

© Pennelli Cinghiale

© Pennelli Cinghiale

I Pennelli Cinghiale si danno all'arte. L'azienda di Cicognara, a Mantova, ha deciso di creare all'interno del proprio stabilimento un Museo del Tempo dedicato allo storico marchio, simbolo del Made in Italy. Nel percorso espositivo, multimediale e che consta di numerose installazioni, si passa dal pionieristico passato del marchio storico ai successi internazionali del presente fino alle sfide del futuro. E, come da tradizione, Pennelli Cinghiale rompe gli schemi, chiamando uno degli street artist di maggior successo sulla scena italiana e internazionale a disegnarlo: DutyGorn.

"È stato un vero e proprio colpo di fulmine l'incontro tra noi e DutyGorn", ha commentato Eleonora Calavalle, CEO e nipote del fondatore, il Commendator Alfredo Boldrini. "La sua continua ricerca, sperimentazione artistica e straordinaria intuizione di creare vere e proprie opere d'arte, anche a partire da uno strumento di utilizzo comune come il pennello ci ha affascinato. L'attenzione che è insita in noi dalla fondazione, nel lontano 1945, alla bellezza, all’arte e alla qualità non poteva trovare un ambassador migliore. Il connubio di storia e visioni futuristiche è parte integrante del nostro dna".

Il Museo, multimediale, accoglie i visitatori con molteplici sorprese: dall’installazione che apre il percorso in azienda Upside Down, che disegna un soffitto trapunto di pennelli colorati a tracciare la rotta, portando lo spettatore dentro l'opera con ricordi legati ai colori, grazie alla reinterpretazione e al riuso di pennelli imperfetti e scarti di produzione; alla teca multimediale in cui è possibile emozionarsi ascoltando le voci di chi ha fatto la storia dell’azienda, tra vita privata e vita professionale.

È possibile perdersi nelle foto e nei documenti storici, come la scheda tecnica del pennello Katy dedicato dal Commendatore alla figlia Catiuscia o una cambiale da lui firmata, riacquistata su eBay, o ancora il registro infortuni e i premi e i volti di una storia italiana così straordinaria da avere meritato la denominazione di marchio storico d’interesse nazionale. Filo rosso di ogni passaggio, sono le opere di DutyGorn, tra cui spicca Pennelli nel tempo, a volere marcare un'evoluzione che parte dalla storia con una cronologia visiva intervallata da linee che, come lancette di un orologio, scandiscono il tempo in un continuum tra passato, presente e futuro.

Ma non solo: l’estro dell’artista ha trovato forma anche nel murale esterno, Time Mirror, che ha trasformato in opera d’arte i muri dello stabilimento in via Milano 222. "Sono stato contattato da Eleonora a maggio dello scorso anno e sono stato conquistato dal racconto appassionato dell’azienda di famiglia, partita con il nonno che andava a vendere le scope sul calesse e dalla forza impressa negli anni per emergere: un racconto che mi ha preso il cuore", commenta DutyGorn. "Credo che l’anima di Pennelli Cinghiale sia oltre la piccola porta del magazzino, nella produzione. Dove un genio come il commendator Boldrini è riuscito a valorizzare un sogno trasformandolo in realtà, con operai qualificati e appassionati che lavorano ogni giorno alla creazione di pennelli, rulli e vernici tra chi sa creare ancora interamente a mano e chi opera su nuovi macchinari supersonici".

"Il progetto del Museo è stato entusiasmante - ha concluso l'artista - non ho altri termini per descrivere l’emozione. In questi mesi ho avuto modo di valorizzare la mia conoscenza artistica e visiva maturata negli anni e realizzare lo spazio nei minimi particolari, dove ho studiato e progettato non solo ogni opera, ma anche gli ambienti e le sale per far perdere la cognizione lineare del tempo e dello spazio, dove gli anni non si susseguono in continuità, dove la decostruzione delle date e la decontrazione del tempo sono il punto di partenza di un percorso. Per me, il museo è l’opera”.

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