Andrea Saini: “Ecco cosa lega cioccolato, bambini e l'azienda di famiglia”
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Il presidente e amministratore delegato di Laica racconta a Tgcom24 dell'importanza del fare squadra per vincere sfide di business ambiziosa
di Paola CoppolaCon 11 moderne linee di produzione, un assortimento di oltre 350 cioccolatini diversi per un totale che supera le 1.500 referenze, oltre 5 milioni di cioccolatini prodotti ogni giorno e una squadra di 230 persone, Laica oggi è una delle realtà più prestigiose nel campo del cioccolato. L’azienda nasce nel 1946, grazie al suo fondatore Lino Saini che è riuscito a tramandare ai suoi figli Andrea, Fabio e Lucia, l’amore di un mestiere diventato azienda. Con sede ad Arona, nel Novarese, Laica è presente in oltre 50 paesi al mondo. Un’azienda che unisce un forte know-how acquisito in oltre 70 anni di attività alla costante ricerca del miglioramento sul fronte della qualità, della tecnologia e dell’innovazione. A raccontarla a Tgcom24 è il suo presidente e amministratore delegato Andrea Saini.
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Quando è entrato in azienda ? Cosa l’ha spinto a portare aventi la tradizione di famiglia?
Sono entrato in Laica nell'ottobre del 1995. Tra poco saranno quasi trent’anni. Io ne ho 53 ma normalmente me ne danno 5-10 in meno. Sarà merito del cioccolato, forse. È stata una decisione dettata principalmente dal desiderio di dare continuità all’impresa che nostro padre, Lino Saini, aveva deciso di avviare nel 1946. Ogni tanto ripenso a quegli anni per rendermi conto della situazione che nostro padre stava vivendo. Aveva solo 23 anni, era l’immediato dopoguerra e suo padre, nostro nonno era stato ucciso da poco in un attentato fascista perché si era rifiutato di cedere uno dei molini di farina al regime. Erano anni in cui tutti pensavano alla ricostruzione e in pochissimi valutavano una direzione diversa da quelle prevalenti: quella del cioccolato.
Aveva altre ambizioni alle quali hai rinunciato?
Certamente avevo altre ambizioni. Avevo già una strada aperta nel mondo della finanza in America. Decisi però di rimanere in provincia accettando una sfida più ambiziosa e cioè quella di rilanciare l’azienda di famiglia. Forse come nostro padre anch’io e i miei fratelli siamo attratti dalle strade diverse anche se per lo più in salita.
La storia di Laica nasce in onore di suo nonno, un grande imprenditore ma dedito ad altri prodotti come la farina. Come mai la scelta di creare un’azienda di cioccolato?
È stata una delle domande più importanti che feci a mio padre. Avevo più o meno 8 anni e, un giorno, mentre ero seduto nella sua Mercedes beige, unica nel suo genere, gli chiesi: “Papà ma perché hai deciso di fare un’azienda di cioccolato?”. La risposta mi risuona ancora oggi in mente: “Perché il cioccolato piace ai bambini”. Nostro padre era di poche parole, anzi, pochissime, nei suoi ultimi anni, e forse voleva liquidarmi con una risposta che assecondasse la fantasia di un bambino curioso. In realtà credo che fosse veramente la spiegazione più azzeccata. Oggi lo chiameremmo il purpose di un’azienda. Quando un vero imprenditore sceglie un settore in cui investire non è solo una questione di ritorno dell’investimento ma anche e soprattutto di passione verso quello che fa e con chi lo fa. Sono convinto che a nostro padre piaceva l’idea di poter creare dei momenti di dolcezza per le persone allietando, con un cioccolatino una giornata magari faticosa o impegnativa. In particolare il suo target erano i bambini verso i quali negli anni '60 e '70 indirizzò il principale sviluppo dell’azienda. Proprio quando chiesi a mio padre perché avesse fondato la Laica, lui stava sviluppando il mercato delle monete di cioccolato da lui inventate qualche anno prima. Forse, allora, il fatto che il suo prodotto piacesse ai bambini era veramente lo scopo più importante della sua avventura imprenditoriale
Ha un prodotto preferito o un prodotto al quale è legato maggiormente?
Il prodotto a cui sono legato affettivamente di più sono chiaramente le monete di cioccolato perché furono inventate da nostro padre. Ogni prodotto però che abbiamo realizzato successivamente, ha un valore emozionale per noi perché è frutto di decisioni importanti prese in primo luogo con i miei fratelli, Lucia e Fabio, e poi condivisi con tutta la squadra di Laica. Avrei degli aneddoti per ogni prodotto, dai giandujotti ai tegolini, dai boeri alle boule, dalle tavolette ai blocchi di cioccolato per cucinare. Qualche prodotto ha richiesto anni di ricerca e sviluppo e solo con la caparbietà che ci contraddistingue siamo riusciti a completare la messa a punto.
Laica è un’azienda che nasce nel 1946 ma che ha saputo guardare al futuro. Quanto la tradizione e la necessità di innovazione hanno guidato le sue scelte aziendali?
Noi siamo ad Arona, in provincia di Novara, con origini novaresi di nostro padre e torinesi da parte di mamma. Quindi siamo piemontesi al 100% e la tradizione piemontese per noi è stata ed è estremamente importante nelle nostre decisioni industriali. Per questo tutto il processo produttivo è realizzato rispettando la tradizione classica del cioccolato piemontese e come una volta. Questo non vuol dire limitare l’innovazione perché Laica è sempre stata innovativa. Nostro padre, per esempio, oltre alle monete di cioccolato, inventò il cioccolatino a forma di bauletto e la forma della barretta di cioccolato per i bambini. Oggi è molto difficile inventare nuovi prodotti perché il mercato offre ormai tutto. Per questo noi lavoriamo molto sugli abbinamenti per stimolare il gusto dei nostri consumatori: per esempio l’abbinamento con il caramello, con il pistacchio, con il limoncello, ecc.
Qual è l'atteggiamento dell’azienda verso la sostenibilità?
Siamo sempre stati attenti all’ambiente e alla sostenibilità. Ce l’ha trasmessa nostro padre che aveva una cura maniacale del verde perché un’azienda che funziona non può trascurare il suo aspetto esteriore e perché l’ambiente è la nostra casa. Noi abbiamo preso da lui questa sensibilità e moltissime decisioni industriali sono state prese in ottica ESG (Environmental, ambiente; Social, società; Governance, direzione). A partire dal tetto fotovoltaico, per esempio, che a breve sarà completato con una produzione superiore al megawatt. Oppure la produzione interna di energia, caldo e freddo tramite la trigenerazione per ottimizzare al meglio il consumo di energia e acqua. Poi le lampade a LED, i sistemi di efficientamento energetico, la riduzione del consumo di packaging, l’utilizzo maggiore di carta e cartone per ridurre la così detta carbon foot print e così via.
Avete uno sguardo verso il mercato internazionale...
Esportiamo oltre il 50% del nostro fatturato. Siamo e siamo sempre stati un’azienda fortemente esportatrice. Produciamo ogni giorno a ciclo continuo, 24 ore su 24, oltre 5 milioni di cioccolatini che per più di metà vanno in oltre 50 paesi. In particolare l’Europa e quindi Gran Bretagna, Olanda, Austria, Germania, Spagna, Svezia e Danimarca. Siamo però, presenti anche in Nord Africa, nel Vicino Oriente, nel Medio Oriente e nel Lontano Oriente. Nei paesi arabi, per esempio, c’è un grande consumo di cioccolato soprattutto prima del Ramadan. Siamo presenti anche in America del Nord, nel Sud Est Asiatico, in Cina, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Ogni paese ha gusti diversi: per esempio nel Sud Est Asiatico va tantissimo il cioccolato fondente molto amaro mentre in Arabia Saudita va soprattutto il cioccolato al latte da un gusto molto dolce.
Laica è tradizione, qualità e talento. Qual è l’elemento di forza della sua azienda dal suo punto di vista?
La squadra. A partire dai miei fratelli Lucia e Fabio che formano insieme a me il Cda e i nostri collaboratori (preferiamo definirli così invece che dipendenti). Possiamo essere lungimiranti, bravi, fortunati e capaci ma senza la nostra squadra di donne e uomini appassionati e talentuosi non si può vincere sfide ambiziose di crescita.
Progetti futuri che può anticiparci?
Siamo sempre in fermento. In Laica non ci si ferma mai, non si smette di investire e pensare a nuovi progetti e miglioramenti. Il comune denominatore è la crescita perché la crescita ti permette di essere più forte e resistente sui mercati anche in momenti difficili e tempestosi. La crescita è anche la promessa che facciamo ogni giorno ai nostri collaboratori: se l’azienda cresce, crescono anche i nostri collaboratori. La nostra più grande soddisfazione è di aiutarli a raggiungere, con noi, il loro successo.
Ci racconta qualcosa di lei? Sappiamo che ama lo sport...
Vero! Sono uno sportivo da sempre. Amo correre, andare in bicicletta e, tra gli altri sport, amo il kitesurf, uno sport un po' pazzo ma che ti permette di vivere da vicino la bellezza della natura. L’attività però, che pratico più sovente è la corsa perché correndo, penso e la mia mente si attiva, progetta, calcola, vede un’idea realizzata. Molti o forse tutti i nostri progetti sono nati così. Per dirla alla Walt Disney: sogna, osa, credi e… corri!