Francesca Nonino: "Da Cenerentola a Regina delle acqueviti"
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La Responsabile comunicazione web della Nonino Distillatori racconta a Tgcom24 la rivoluzione avviata nel mondo della grappa
di Paola CoppolaLa Nonino Distillatori Srl è l’azienda familiare che ha rivoluzionato il modo di produrre e presentare la grappa nel mondo. Dopo aver creato la prima Grappa Monovitigno, la Famiglia Nonino ha continuato a innovare il settore della distillazione creando il distillato di uva intera, l’ÙE Nonino, il distillato di puro miele, il Gioiello Nonino e il primo Amaro impreziosito di distillato d’uva invecchiato, l’Amaro Nonino Quintessentia. Con 66 alambicchi discontinui a vapore e 20 distillatori stagionali, la Nonino ha fatto della qualità assoluta delle materie prime utilizzate e dell’artigianalità del proprio metodo di distillazione, i principi cardine dell’identità aziendale; garantendo ai propri estimatori di distillare le vinacce fresche, appena svinate, esclusivamente in concomitanza della vendemmia. Il 27 Gennaio 2019 è diventata la prima distilleria italiana e il primo brand di grappa a ricevere il titolo di "Migliore Distilleria del mondo" da Wine Enthusiast. L’azienda attualmente esporta i propri prodotti in 82 paesi ed è conosciuta come "la vera ambasciatrice della grappa italiana nel mondo". Francesca Nonino, responsabile comunicazione web, racconta aTgcom24 com'è iniziata la rivoluzione nel mondo della grappa.
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La Distilleria Nonino è un affare di famiglia, giunta oggi alla sua sesta generazione dalla nascita e al suo interno 3 generazioni, principalmente di donne, affiatate e appassionate.
Siamo una famiglia di distillatori in Friuli dal 1897, partita con il mio quadrisavolo Orazio Nonino, un sotan, "un contadino- distillatore" con un alambicco su ruote che andava di vigna in vigna a raccogliere le vinacce in cambio di qualche bottiglia di grappa che avrebbe distillato. Da lì siamo arrivati oggi con me alla sesta generazione operante in azienda. Lavoro con mamma, zie e nonni, siamo una bella squadra al femminile: mia madre Cristina è il mastro distillatore, (o come piace dire a me mastra distillatrice), ha imparato l’arte dal genio della distillazione, il nonno Benito; mia zia Elisabetta è la CEO dell’azienda e mia zia Antonella la responsabile della comunicazione istituzionale e del Premio Nonino; poi naturalmente c'è la nonna, la presidente. Abbiamo messo tutte le nostre capacità al servizio della grappa, ma questa tradizione al femminile è ancora più antica, è partita con la bisnonna, Silvia Milocco Nonino, mamma di Benito e prima donna "mastra distillatrice" in Italia. Rimasta vedova durante la Seconda Guerra Mondiale, ha dovuto portare avanti la distilleria per poter sostenere la sua famiglia con due bambini piccoli. Prima di diventare "Maestra Distillatrice", lavorava come cuoca nella trattoria che aveva in casa. Mio nonno ci racconta sempre che era bravissima in cucina e che aveva una grande conoscenza degli ingredienti, sempre alla ricerca della migliore qualità. Ha usato le sue conoscenze come chef nella distilleria; creando bellissimi prodotti e uno di questi è in realtà la ricetta originale del nostro aperitivo Nonino Botanical Drink.
Possiamo dire che esattamente 50 anni fa avete rivoluzionato per sempre il mondo della distillazione?
Esatto, da poco abbiamo celebrato i 50 anni dalla creazione del Monovitigno Nonino che ha segnato la rivoluzione della grappa nel mondo intero: il 1° dicembre 1973 i nonni Giannola e Benito - contro l’usanza che voleva la distillazione delle vinacce mescolate e lungamente conservate - hanno distillato in purezza le vinacce appena fermentate del vitigno più nobile del Friuli, il Picolit. Ed è incredibile pensare che la rivoluzione della grappa è stata possibile grazie all’alleanza e cooperazione fra donne. Per distillare vinaccia di un solo vitigno infatti, è necessario raccogliere dal vignaiolo le vinacce separate di questo vitigno, ma ai tempi i viticoltori erano abituati a mescolarle e vinificarle tutte insieme. La nonna decise di andare a parlare direttamente con i proprietari delle vigne di Picolit nelle zone più vocate per chiedere loro di tenere separate le vinacce di questa varietà dalle altre. Tuttavia la risposta dei vignaioli fu unanime: "Signora, lei è matta, non abbiamo tempo da perdere!" Ma l’allora 35enne Giannola non si diede per vinta, armata del suo entusiasmo decise di non fermarsi al primo no e si diresse a casa dei vignaioli per parlare con le loro mogli. Fu proprio grazie al loro aiuto, che fu possibile raccogliere le vinacce di solo Picolit. Ripensarci oggi che siamo conosciuti per essere una distilleria al femminile ci fa sorridere, ma la rivoluzione della grappa è un vero e proprio esempio di Girl Power!
Una rivoluzione che non riguardò solo il metodo ma anche come veniva percepita la grappa...
Certo, per fare capire che la grappa che avevano distillato era completamente diversa da "l’acqua di fuoco che brucia anche la fame" che erano abituati a bere al tempo, il nonno suggerì di usare una bottiglia diversa rispetto ai fiasconi che si usavano allora: scelse un’ampollina in vetro soffiato, che ricordava quasi un profumo. Le persone dovevano capire al primo sguardo che quella grappa era completamente diversa da qualsiasi grappa fatta prima. Una cosa che mi emoziona tantissimo è che ancora oggi, tutte le ampolle di Grappa Cru Monovitigno Picolit hanno sull’etichetta una sorta di carta di identità che indica l’anno della vendemmia, i kg di vinaccia distillati, i litri di grappa ottenuti e il numero della bottiglia, il tutto firmato dalla nonna, la regina della grappa.
Tanti sono i riconoscimenti tra i quali essere stata la prima distilleria italiana premiata dal Wine Enthusiast Wine Star Awards...
Essere diventati la prima distilleria italiana e l’unico brand di grappa a essere eletta "migliore distilleria del mondo" da Wine Enthusiast nel 2019 è stata una delle soddisfazioni più grandi nella nostra vita! Sul palco del Palace of Fine Arts di San Francisco, abbiamo potuto rappresentare con il cuore colmo di gioia l’Italia e il nostro Friuli. Per noi è stata la riprova che a lungo termine tutto l’amore, l’impegno, la fatica che si dedicano al lavoro, ripagano sempre.
Cosa vi chiede il mercato internazionale rispetto a quello italiano?
Sono spesso negli Stati Uniti per lavoro e devo dire che è sempre una soddisfazione unica. Gli americani adorano il nostro Amaro Nonino che usano in miscelazione, in particolare per fare il Paper Plane, cocktail super di moda, fatto con parti uguali di Amaro Nonino Quintessentia, Bourbon, Aperol e succo di limone. Ma è quando assaggiano la nostra grappa che si innamorano, il racconto della nostra storia accompagnata alla degustazione è il nostro punto di forza: si immedesimano nella nostra storia, che non parla solo della Rivoluzione della Grappa, ma diventa un esempio di cosa può fare la passione! Una famiglia di distillatori di un piccolo paesino sperduto nel Friuli Venezia Giulia mettendo tutto il cuore nel fare la grappa ha trasformato questo distillato bistrattato da tutti in una eccellenza, diventando un caso studio simbolo del sapere fare italiano.
Grazie a te, l’influencer della grappa, la grappa sta diventando cool anche fra i più giovani.
La mia sfida è stata quella di rendere "digitale" la nostra storia, rendere gli italiani orgogliosi quanto lo siamo noi della grappa, riuscire a far provare loro, anche solo virtualmente, l’esperienza di venire a trovarci in distilleria. Sui social il tempo di attenzione è molto ridotto, spiegare l’artigianalità del metodo di distillazione delle nostre grappe è difficile, ma non impossibile, basta utilizzare il linguaggio e le tempistiche giuste e devo dire che il momento è ideale, perché il consumatore di oggi beve meno ma meglio. Vuole conoscere la storia, l’azienda e la famiglia, i valori dietro quello che consuma. Ho provato così a mettermi in gioco con una comunicazione che è stata definita disruptive per la grappa, mettendo insieme video più tecnici e giocosi per raccontare il distillato italiano per eccellenza. I riscontri che ho avuto sono stati per me la riprova del fatto che non esistono prodotti vecchi, ma solo narrazioni noiose: la grappa può essere divertente, moderna e coinvolgente anche per le nuove generazioni (adulte abbastanza per poter apprezzare la degustazione responsabile di questo distillato) se raccontata nel modo giusto! Ricordo perfettamente la clip che mi "ha fatto diventare" l’influencer della grappa! Si trattava di un contenuto dove dall’orto della nonna mostravo i bellissimi pomodori fertilizzati con la vinaccia distillata (secondo me vengono così belli perché nutriti da tutto l’amore che mettiamo nel fare la grappa). Quando l’ho condiviso su LinkedIn sono stata contatta da un giornalista che mi ha dedicato un articolo intitolato: "La grappa ha la sua influencer". Per me è stata pura gioia. Un concetto modernissimo come quello dell’influencer marketing applicato a un prodotto tradizionale: trovo sia rivoluzionario ed efficace nello stesso tempo.
Dal 1975 un appuntamento imperdibile è il Premio Nonino per la valorizzazione della civiltà contadina. Come funziona?
Il Premio Nonino ha reso la nostra grappa un distillato di cultura: nato per salvare i vitigni autoctoni friulani Schioppettino, Pignolo, Tazzelenghe e (in parte anche la Ribolla Gialla che non poteva essere vinificata in purezza) che rischiavano l’estinzione, è divenuto un premio internazionale che, a oggi, ha anticipato ben sei Premi Nobel, l’ultimo, Giorgio Parisi, premio Nonino a un maestro del nostro tempo 2005 e Premio Nobel per la fisica 2021. La prossima edizione sarà il 27 gennaio 2024 e non vediamo l’ora: la nostra distilleria si trasforma per un giorno in una capitale della cultura. C’è chi fa ascoltare la musica classica alle barriques per migliorare la qualità dei propri distillati; noi, dal 1975 facciamo ascoltare ai nostri alambicchi le parole di maestri, scrittori, drammaturghi, registi, antropologi, imprenditori e scienziati da tutto il mondo. Siamo sicuri che rendano le nostre grappe ancora più buone.