STORIE DI SUCCESSO

Giovanni Ciferri: "La classica palestra non fa per tutti, l'allenamento si fa flessibile"

Il founder di Buddyfit racconta a Tgcom24 come fitness e wellness diventano accessibili da casa

di Paola Coppola
29 Nov 2023 - 12:03

Buddyfit nasce nel 2019, con l’intento di rendere accessibile i migliori professionisti del benessere, offrendo una soluzione semplice e accessibile a tutti da casa. Oggi è la prima app nel settore salute e benessere per numero di utenti e download nel mercato italiano, e ha iniziato a correre anche all’estero. All’interno della piattaforma si trova ogni tipologia di corso, dal fitness allo yoga fino al pilates e ai corsi per bambini e anziani, a cui si aggiungono le audioguide per la meditazione e la nuova sezione dedicata all’alimentazione sana, rappresentando una scelta completa per prendersi cura di sé. Gli allenamenti sono in diretta o on demand e rimangono disponibili nei successivi giorni grazie alla funzione replay, così da permettere alle persone di allenarsi in qualsiasi momento della giornata. Inoltre, l’utente ha la possibilità di interagire con i trainer professionisti tramite chat, aumentando sensibilmente il livello di engagement e la qualità dell’esperienza offerta. La varietà di allenamenti fa sì che ognuno possa trovare quello che meglio si adatta alle proprie esigenze e ai propri obiettivi. Il founder Giovanni Ciferri racconta a Tgcom24 come fitness e wellness diventano accessibili da casa.

Giovanni Ciferri: "La classica palestra non fa per tutti, l'allenamento si fa flessibile"

1 di 3
© Tgcom24
© Tgcom24
© Tgcom24

© Tgcom24

© Tgcom24

Come nasce l’idea di realizzare Buddyfit?
Prima di fondare Buddyfit ho testato personalmente le opzioni offerte nel settore fitness a livello digital: vivevo in Ticino e tornavo spesso a casa a Genova, e in più viaggiavo per lavoro. La classica palestra per me non andava bene e trovavo più comoda una soluzione di home fitness, il problema è che avendone provate diverse mi sono reso conto che mancava l’elemento di engagement con il trainer che crea la palestra. Da lì l’idea, vedendo quello che succedeva in altri settori (dal calcio al gaming) di portare lo streaming in questo mondo. La cosa incredibile è che l’idea nasce a fine 2019, poi il Covid ha fatto il resto della storia, con milioni di persone che hanno sperimentato queste soluzioni in quell’anno e si è venuto a creare un grande mercato che è poi rimasto dopo il Covid stesso. Chi pensa che siamo un competitor delle palestre non ha capito il nostro target: racconto sempre come in palestra ci vada circa il 9% degli italiani. Già a fine 2021 il dato era tornato a essere quello, quindi quel mercato è rimasto intatto. Noi siamo andati a servire parte del restante 91% che per motivi diversi in palestra non ci può o vuole andare: vedi appunto persone che non hanno tempo, oppure che hanno esigenze di luogo particolari, o ancora che non hanno nelle vicinanze una offerta di qualità a disposizione.

Quali sono i vostri punti di forza?
Il punto di forza principale sta proprio nell’accessibilità, in termini di prezzo e di offerta. Puoi trovare una palestra che offre corsi yoga interessanti, ma probabilmente spenderai una cifra rilevante ogni mese per i corsi, su Buddyfit oltre ad avere i migliori insegnanti per ogni categoria, hai a disposizione tantissime tipologie di corsi a un costo competitivo. Di fatto abbiamo democratizzato la possibilità di allenarsi con trainer di qualità, una tipologia di servizio che prima era per pochi. Dall’altra parte c’è il tema importantissimo dell’offerta: molto spesso le persone ragionano solo sulle grandi città. Eppure la maggior parte degli italiani vive nei comuni medi o piccoli dove magari i club di yoga, o di pilates nemmeno esistono. Oppure sono a 30 minuti di distanza in macchina, richiedendo un'ora solo per andare e tornare. Infatti l’altro tema chiave è quello del tempo: moltissime persone non hanno una tale determinazione da voler dedicare molto tempo all’allenamento. Avere una soluzione accessibile e comoda da poter seguire dal proprio salotto la mattina appena svegli, consente di ottimizzare tantissimo il tempo. E questo oltre a risolvere le situazioni di pigrizia, risolve anche quelle di necessità. Vedi persone che viaggiano per lavoro, come era il mio caso, oppure giovani genitori che non hanno la possibilità di assentarsi da casa. Ultima novità è la sezione che riguarda il mondo del food. La scelta di ampliare la nostra offerta, entrando anche nel mondo food nasce da un riscontro importante da parte della nostra community. L’attenzione crescente verso ricette healthy, unita alle richieste dei nostri utenti, è stato il punto di partenza. Da qui, abbiamo iniziato ad approfondire le reali esigenze del nostro target, costruendo un prodotto con un fit perfetto per chi si allena con Buddyfit. Infatti, ci rivolgiamo a un bacino di persone che vogliono stare in salute, allenandosi e mangiando in modo sano e nutriente, senza eccessive privazioni. Con questa nuova sezione aggiungiamo il tassello mancante: non c’è benessere senza una corretta alimentazione, e con oltre 500 ricette prodotte dai nostri nutrizionisti, oggi offriamo una soluzione semplice per prepararsi dei piatti sani e gustosi da casa. Buddyfit si pone anche l’obiettivo di dare un valore aggiunto alle aziende. Questa è stata forse la più grande sorpresa da quando ho pensato di lanciare l’azienda: è accaduto che molti nostri utenti andassero a richiedere alla propria divisione risorse umane la possibilità di vedersi riconoscere Buddyfit quale benefit. Di lì abbiamo pensato di creare una soluzione ad hoc: oggi abbiamo migliaia di dipendenti di aziende che hanno l’abbonamento pagato dall’azienda, perché permettiamo loro di creare sfide e challenge tra i collaboratori per promuovere il benessere. Questo nel 2024 sarà sempre più importante, infatti nell’ambito ESG sarà obbligatorio redigere il bilancio di sostenibilità anche per le medie imprese, e gli investimenti sul wellbeing dei dipendenti si inseriscono proprio in tale ambito. Una soluzione digitale e accessibile come Buddyfit è la soluzione perfetta per quelle imprese che credono nel fatto di investire sui propri dipendenti, e oggi questo gli verrà riconosciuto con un ROI diretto nell’ambito ESG, e nell’ambito di una maggiore produttività grazie alla migliore salute dei propri collaboratori. Pensi che abbiamo casi di aziende che attivano il servizio che riscontrano una crescita del 15% sull’attività fisica dei propri collaboratori, con un impatto positivo in termini di minore assenteismo in azienda.

Zlatan Ibrahimovic e Diletta sono ambassodor di Buddyfit. Come sono nate queste collaborazioni?
Proprio agli inizi, insieme agli investitori, ci domandavamo come poter sfruttare al massimo il periodo positivo che stava vivendo il fitness in quel momento. Da subito abbiamo capito che avere un ambassador particolarmente noto ci avrebbe aiutato a scalare la brand awareness in poco tempo. Grazie anche al network creato nel tempo e ai nostri investitori iniziali, sono poi entrato in contatto con Zlatan Ibrahimovic, al quale ho avuto modo di raccontare direttamente il business e l’idea: lui ci ha creduto fin da subito e ha deciso di investire, coinvolgendo poi anche Diletta come ambassador per il mercato italiano. Non nego che il loro coinvolgimento ci ha aiutato molto all’inizio: diversi brand importanti si sono avvicinati a noi vedendo la campagna di lancio. Pensavano che fossimo una grande corporate americana, in realtà eravamo una piccola startup con un sogno.
 

Dando uno sguardo al mercato internazionale, quali saranno le vostre strategie di sviluppo?
Come azienda il nostro obiettivo a lungo termine è diventare leader di settore nel contesto europeo. A oggi, vogliamo consolidare sempre più la nostra presenza nel mercato italiano e in quello spagnolo, sfruttando la brand awareness raggiunta nel tempo, che ci ha permesso di costruire un brand percepito di fiducia per l’utente. Questa percezione che gli utenti hanno del brand per noi è la chiave per migliorare il lifetime value. Se le persone si fidano di Buddyfit, si sentono parte della community e credono nel progetto, vuol dire che si può pensare a una strategia di sviluppo forte, partendo da pilastri consolidati e validati dai nostri stessi utenti. Questo è il punto di partenza dal quale partiamo per strutturare analisi puntuali su diversi paesi di interesse, che possono avere stesso tipo di esigenze, peculiarità e interessi.

Progetti futuri che può anticiparci?
Oltre a consolidare il business attuale, miriamo ad ampliare sempre di più la nostra offerta, per attivare diversi touch point e poterci posizionare sempre più come azienda di wellness. Grazie al coinvolgimento di aziende terze, l’obiettivo è quello di esplorare nuove aree di business in cui Buddyfit può trovare una buona risposta in termini di domanda, con un’offerta che mira a soddisfare le esigenze e le richieste di mercato. Come per le altre attività che interessano - e hanno interessato il brand - vogliamo partire da quelle che sono proprio le richieste della community, per poi declinarle in soluzioni reali, tangibili e di valore per le persone. Insomma, non posso ancora annunciarlo, ma nel 2024 ci saranno delle novità molto interessanti per il mercato italiano. Dall’altra parte continueremo a guardare all’estero: in Europa ci sono diverse opportunità ancora per consolidare la nostra posizione di leadership.

Può raccontarci qualcosa su di lei. Quali sono le sue passioni?
La mia passione per il digital marketing che mi ha portato a costruire un business completamente online, in realtà nasce per caso. Sono partito da una passione per il gaming che mi ha permesso di interessarmi e di avvicinarmi al mondo dei blog, parlando di quello che ai tempi mi appassionava, quindi calcio e videogiochi, come molti coetanei. Ero però un giovane un po’ anomalo: a meno di 18 anni incassavo già i primi soldi da Google grazie al blog. Ho quindi avuto modo di interfacciarmi per la prima volta con l’ecosistema startup, e ho capito che non era un mondo semplice, ma un mondo a cui volevo appartenere. È in questo momento che ho deciso di voler fare esperienza nel settore, per poter apprendere tutte le skill che sapevo mi sarebbero servite per iniziare a costruire la mia realtà, la mia idea di azienda. Ho prima studiato economia e poi lavorato in Svizzera in una scaleup che ha fatto un importante exit a una corporate italiana. Terminato questo percorso, nel 2019, a quasi 30 anni, sono tornato in Italia, scelta di cuore che rifarei mille volte. Nel nostro Paese si vive benissimo e c’è tantissimo talento, l’elemento chiave da cui partire per fare un’azienda che possa sognare in grande, come vogliamo fare noi.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri