I fondatori di NIO Cocktails raccontano com'è nata l'azienda che porta a domicilio cocktail pensati dal celebre barman Patrick Pistolesi e com'è cresciuta nella vendita al dettaglio
Alla base di NIO Cocktails c'è un'unica, semplice idea, nata una sera mentre i due fondatori Alessandro Palmarin e Luca Quagliano ospitavano degli amici: portare a casa cocktail pronti da gustare, in confezioni di design, e realizzati dal celebre barman Patrick Pistolesi, fondatore del Drink Kong di Roma, nonché uno dei World's 50 Best Bar.La box con cinque o dieci bevande si compone e si ordina online, si riceve comodamente a casa e per gustare i drink basta aggiungere soltanto il ghiaccio. I risultati di questa intuizione non si fanno attendere: l'azienda è cresciuta a tre cifre percentuali ogni anno dal 2019. Rispetto al 2021, del 600% rispetto al 2020. Rispetto ai cocktail prodotti nel 2021, pari a 2 milioni, la stima è quella di produrne 3 milioni nel 2022. Palmarin e Quagliano raccontano a TgcomLab com'è nato NIO Cocktails e verso dove si dirige.
Come siete arrivati ai ruoli attuali? Di cosa vi occupate nello specifico, quali studi, quali precedenti esperienze avete fatto?
Luca Quagliano: Da quando abbiamo fondato NIO Cocktails, io e Alessandro Palmarin, co-founder dell’azienda, siamo ancora fortemente attivi sia a livello strategico ma anche operativo. La nostra è una società dove tutti fanno tutto. Sicuramente oggi c’è un team più strutturato. In termini di title, fondando la società, ho acquisito il ruolo di Amministratore Delegato. Mi sono laureato in giurisprudenza, prima di decidere di trascorrere un periodo di sei mesi a Londra, dove ho vissuto e lavorato come cameriere per finanziare la mia iscrizione al Master in Fashion Management che ho frequentato una volta rientrato in Italia, presso l’Università Bocconi di Milano.
Le mie prime esperienze lavorative spaziano all’interno del settore moda in alcune multinazionali, tra cui Prada e Diesel. Successivamente ho lavorato come area Manager per Benetton, per cui seguivo il Nord Europa, per poi passare in Calzedonia come Retail Director per le Repubbliche Ceca e Slovacca. Successivamente ho incontrato Alessandro e da quel momento abbiamo lavorato entrambi in diverse aziende prima di decidere di intraprendere il percorso di imprenditori con NIO Cocktails.
Alessandro Palmarin: Io e Luca Quagliano siamo i fondatori di NIO Cocktails. Da sempre desideriamo dare la nostra impronta al business, dividendoci le aree di competenza in modo tale che in questa fase di creazione e consolidamento del brand si rifletta il nostro metodo e la nostra vision. Luca si occupa più della parte societaria e amministrativa, io più commerciale. Ci dividiamo il lavoro sui mercati esteri, per esempio Luca lavora più con paesi come l’Australia e la Russia, io con gli Stati Uniti e l’Europa.
Ho studiato Economia e mi sono laureato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Durante gli studi ho lavorato in ruoli commerciali, rendendomi subito conto che quello era il settore lavorativo a cui mi sentivo più affine. La prima esperienza professionale è stata nel Gruppo Calzedonia: mi sono trasferito a Bolzano, prima tappa di un tour che mi ha portato in giro per l’Italia, e dove ho sperimentato tutte le sfumature legate alla customer experience nel ruolo di retail area manager per il brand Intimissimi. Proprio in Intimissimi ho conosciuto Luca Quagliano, con cui si è instaurato un rapporto di amicizia profondo. Abbiamo lavorato insieme in altre aziende come Levi’s e Vodafone prima di decidere di diventare imprenditori e fondare NIO Cocktails.
Qual è l’elemento di forza della vostra azienda?
Luca Quagliano: In termini di pillar, gli elementi di forza di NIO Cocktails sono qualità, italianità, sostenibilità, design e l’essere 100% Made in Italy. Aggiungo che quello che ci rende speciali è la velocità d’intuito, di pensiero, di esecuzione, oltre all’innovazione e all'essere sempre attenti per trovarci sempre un passo avanti rispetto alle situazioni che ci si prospettano.
Alessandro Palmarin: Concordo con la risposta di Luca, in linea generale noi vogliamo essere molto coerenti con i nostri valori e questo ci rende competitivi. La coerenza è il punto chiave e si vede anche nella fase di distribuzione: non scendiamo mai a compromessi, abbiamo dei target qualitativi sempre elevatissimi e selezionati, scegliamo partner di un certo tipo e non accettiamo di lavorare con tutti, facciamo delle scelte verso la coerenza con i nostri valori.
Quale consiglio date a chi vuole intraprendere una carriera nel vostro settore?
Luca Quagliano: Il nostro è un settore molto piccolo, dal food & beverage se stringiamo ci spostiamo nel beverage, e ancora nei cocktail pre-mixati. In questo tipo di categoria ci sono complicazioni particolari: quando entri nel mondo dei superalcolici ci sono difficoltà legate al fatto che è un mondo altamente controllato dall’Agenzia delle dogane dei monopoli, sono settori complessi. Il mio consiglio è di pensarci bene e non demordere, poiché è un segmento di mercato che per tanti motivi può scoraggiare ma in realtà, se ci si crede, tutto si può fare, con un po’ di volontà. Noi siamo stati sicuramente pionieri in questo campo.
Alessandro Palmarin: Se parliamo di startup, direi che il passaggio dall’essere dipendenti di una società ad aprirne una è un passaggio da fare con grandissima umiltà e tenacia. Grandi impegni, grandi preoccupazioni, ripagati da grandi soddisfazioni. Se si fa questo passo con un partner, bisogna avere molto rispetto e stima per l’altro per superare insieme lo stress dato dalle difficoltà.
Come è stato toccato il vostro settore dall’emergenza covid?
Luca Quagliano: Abbiamo riscontrato un impatto profondamente positivo, il consumo di alcool nel mondo è esponenzialmente aumentato, soprattutto il consumo nelle mura domestiche. Detto questo, sicuramente il lavoro fatto è stato enorme, perché la fortuna ce la siamo creati: prima del covid, il nostro business e il fatturato corrispondeva per il 95% BTB, e per 5% direct to consumer. Siamo stati veloci a capire la situazione in arrivo che avrebbe portato il covid, a cogliere l’opportunità e a virare completamente verso una tipologia di mercato diversa. Abbiamo cambiato la strategia e la comunicazione verso il direct consumer e oggi queste percentuali sono vicine a equipararsi.
Alessandro Palmarin: La pandemia è stata un’occasione che abbiamo saputo sfruttare al meglio dal punto di vista della brand awareness, avvicinando coloro che erano scettici a provare NIO Cocktails, che immediatamente è diventata una delle poche soluzioni a disposizione per consumare alcolici in sicurezza, all’interno delle proprie case. Questo ci ha permesso di fare innamorare del nostro concept, rispetto all’anno scorso stiamo raddoppiando il fatturato.
Come vi tenete aggiornati?
Luca Quagliano: Mi tengo informato leggendo molto, testate sia nazionali che internazionali per aggiornarmi sull’andamento dei diversi mercati, caratterizzati da specifiche situazioni che automaticamente si riflettono sulla cultura di ogni paese, nelle tendenze e nei gusti.
Alessandro Palmarin: Ascolto molti podcast, avendo pochissimo tempo a disposizione li uso quando sono in viaggio: podcast di approfondimento economico, logistica, travel, tutti gli argomenti di business che possono interessarmi. Cerco di vivere tanto la cocktail culture, non intendiamo sostituirci a questo mondo ma coglierne i trend per portarli all’interno del nostro concept.
Quanti anni avete e come trascorrete il vostro tempo libero?
Luca Quagliano: Ho 44 anni, tre figli di cui uno di un mese e mezzo, con cui trascorro il poco tempo libero che ho.
Alessandro Palmarin: Ho 37 anni, trascorro il mio tempo libero andando a fare passeggiate col mio cane Elvis e giocando a tennis.
Ci raccontate un aneddoto o un'intuizione che ricordate con piacere?
Luca Quagliano: Un’intuizione, legata all’aver fatto il collegamento immediato con la potenzialità dell’online con l’arrivo del covid. Quando in Italia ancora non si parlava del virus, stavo facendo una call con Alessandro e ricordo che dissi: “Se avessimo aperto il Direct Consumer in Cina saremmo diventanti miliardari”. Se la gente sta in casa deve per forza comprare online. È quello che è successo in Italia quando effettivamente la stessa situazione ha coinvolto anche il nostro Paese, e noi sull’online eravamo pronti.
Alessandro Palmarin: Vi racconto un aneddoto che risale alla fase iniziale della fondazione di NIO Cocktails, dopo aver avuto l’intuizione del prodotto e della potenzialità. La fase più eccitante è stata quella dello sviluppo del packaging, che ho seguito personalmente: pensare ai criteri di design, usabilità e sostenibilità. Lavorare insieme a fornitori che sono anche amici d’infanzia, che ci hanno permesso di definire il packaging attuale, è stata una fase intensa, ricca di difficoltà ma che ha portato grandissima soddisfazione. Una fase di sviluppo del prodotto che secondo me ha determinato gran parte del nostro successo.
Quali sono i progetti futuri della vostra azienda?
Luca Quagliano: Abbiamo un progetto molto vicino alla chiusura negli Stati Uniti e in generale ci stiamo orientando verso la comprensione dei mercati esteri, è in atto un progetto di internazionalizzazione dell’azienda.
Alessandro Palmarin: Il futuro per noi è lo sviluppo sui mercati esteri: vogliamo far diventare NIO Cocktails un brand globale. Per farlo, dobbiamo essere presenti in diversi mercati e avere l’obiettivo di consolidare la stessa percezione in tutti i paesi.