Stefano Colombo: "Mi ispiro ai club culturali d'inizio Novecento per fondare una nuova idea di locale polivalente"
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Il giovane manager affianca alle responsabilità in Colmar e Lacoste un nuovo progetto in ambito gastronomico, Il Circolino, che sotto lo stesso tetto riunirà nel cuore di Monza un ristorante gastronomico, un caffè e un cocktail bar
Un ristorante gastronomico, un cocktail bar e un caffè che vive da mattina a sera e adatta la propria offerta ai diversi momenti della giornata – dalla colazione al pranzo, dall’aperitivo alla cena e dopocena - pur mantenendo sempre la propria identità. Il Circolino sta per aprire i battenti nel cuore di Monza, con un giardino che si affaccia sul fiume Lambro, con questa triplice anima, da un progetto di Stefano Colombo, Global Sales and Marketing Manager per il brand Colmar e General Manager Italia per Lacoste. Con un design che si ispira all'eleganza degli anni '20 e '30, il locale è un luogo dove si incontrano modernità e tradizione, innovazione e riscoperta, locale e globale. A TgcomLab Colombo racconta il suo primo progetto nell'ambito della gastronomia e il suo impegno nei brand di famiglia.
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Come è arrivato a ricoprire gli incarichi attuali?
Dopo la Laurea in Economia Aziendale conseguita all’Università Bocconi, ho avuto la fortuna di poter fare le prime esperienze in Class Editori e poi a Parigi lavorando prima come commesso poi direttamente nell’headquarter Lacoste, prima nel reparto AFC poi anche in quello commerciale. A seguito di questa esperienza ho avuto la possibilità nel 2010 d'iniziare il mio percorso in azienda prima all’interno del team di comunicazione poi guidando un nuovo team dedicato al digital marketing che iniziava in quel momento a diventare un tema rilevante per le aziende. Il percorso di crescita mi ha portato ora a ricoprire il ruolo di Global Sales and Marketing Manager per il brand Colmar e il ruolo di General Manager Italia per Lacoste.
Quanti anni ha e come trascorre il suo tempo libero?
Sono nato nel 1985. Lo scorso marzo ho compiuto 37 anni. Sicuramente l’aspetto lavorativo assorbe molto del mio tempo dato che, ai ruoli operativi nell’azienda di famiglia per i brand Colmar e Lacoste, da poco si è aggiunta un’avventura imprenditoriale nel campo della ristorazione con la recente apertura del Circolino. Un progetto a cui tengo molto anche perché prende vita nella mia città: Monza. Sono però anche uno sportivo quindi, oltre a seguire da appassionato diversi sport, quando ho la possibilità mi piace praticarne diversi. Sicuramente due grandi passioni sono rappresentate dallo sci e dal golf. Quando ho l’occasione non rinuncio a una bella sciata o a 18 buche in compagnia di amici.
Com'è cominciata l'attività imprenditoriale della sua famiglia?
La Manifattura Mario Colombo nasce a Monza nel 1923. L’anno prossimo abbiamo la fortuna di celebrare 100 anni. L’azienda nasce da un’intuizione imprenditoriale del mio bisnonno Mario e da sua moglie Irma, proprio a Monza che allora era un polo importante nella produzione di feltro per cappelli e ghette. È proprio questo infatti il primo importante prodotto realizzato da Colmar. La nostra lunga storia ci ha portato a cambiare poi l’oggetto delle nostre produzioni tessili tanto da dedicaci tra i primi all’abbigliamento tecnico da sci già nel periodo post bellico verso la fine degli anni ’40. Le evoluzioni e le opportunità che il mercato ci ha offerto hanno portato l’azienda a crescere e ampliare sempre più le sue produzioni oltre che i mercati nei quali operiamo.
Quali sono gli obiettivi che si pone?
Aziendalmente l’obiettivo è mettere basi solide per una crescita etica e sostenibile. La nostra azienda è familiare e si sostenta delle risorse immesse direttamente dagli shareholders. Per questo motivo abbiamo sempre l’obiettivo di tenere i piedi ben saldi a terra, cercare di vendere un capo in più domani e dopodomani, piuttosto che due solo oggi. Dobbiamo affrontare tante incertezze ma lo facciamo da una base solida e possiamo guardare con positività al futuro. La voglia di portare novità e affrontare nuove sfide non ci manca! Da un punto di vista personale invece, la mia età mi consente d’avere un bagaglio d’esperienza importante che mi aiuta nel quotidiano. Allo stesso tempo ho la possibilità e margini per apprendere e crescere in diversi aspetti. Per questo non deve scemare l’entusiasmo, l’abnegazione e la voglia di mettersi in discussione.
Qual è l'elemento di forza della sua azienda?
Chiaramente la grande storicità e continuità sul mercato mi portano a dire che uno dei principali elementi è l’affidabilità. L’azienda rimane al 100% familiare con membri della famiglia assolutamente operativi in ruoli chiave. Questo impone di metterci sempre la faccia in tutto, ed è per questo fondamentale mantenere lo stile e la serietà che hanno da sempre caratterizzato il nostro percorso.
Quale consiglio dà a chi vuole intraprendere una carriera nel suo settore?
Non sento di poter dare consigli dato che ognuno ha la propria traiettoria e la propria sensibilità. Io ho avuto la fortuna di poter contare su un contesto solido, legato all’eredità di famiglia. Ho cercato di meritarmi attraverso l’impegno profuso ogni giorno la grande chance che mi è stata data da chi è stato in grado di portare al successo l’azienda prima di me. Credo che, rispettando l’identità del brand e l’essenza dell’azienda, bisogna però parallelamente essere sempre in grado di mettere in discussione quanto fatto e abbracciare i cambiamenti sostenibili e necessari.
Come è stato toccato il suo settore dall’emergenza covid e oggi dall'emergenza energia?
Sono due eventi molto distinti tra loro ma che inevitabilmente hanno un forte impatto. Chiaramente la crisi Covid è stata senza precedenti e la conseguente gestione è stata delicatissima, di fatto si navigava in mari sconosciuti con implicazioni non solo economiche ma sociali e sanitarie. La complessità nella gestione manageriale e psicologica è stata notevole. Abbiamo tutti capito la fragilità del nostro sistema ma allo stesso tempo abbiamo scoperto nuove risorse e una capacità di reazione inaspettate. A livello aziendale siamo intervenuti in modo reattivo prima di tutto focalizzandoci sulle persone, mettendo per quanto possibile in sicurezza gli ambienti di lavoro garantendo la necessaria flessibilità. Da un punto di vista strutturale abbiamo tagliato i costi e concentrato le risorse sugli asset strategici. Da questo momento di difficoltà ritengo che siamo riusciti a ripartire e a farlo con rinnovata decisione e ambizione.
L’emergenza energetica e la spirale inflazionistica è una nuova minaccia che senza dubbio mette a rischio anche il nostro business. L’aumento generalizzato dei costi porta a incrementi di prezzi in tutti i settori con un inevitabile riflesso sia sui consumi che sui margini delle aziende stesse. Il rischio di stagflazione è concreto nei prossimi mesi e le ripercussioni non sono facili da prevedere. Questa dinamica può limitare la crescita dei brand e conseguentemente gli investimenti. Viviamo un periodo di grandissima incertezza che dobbiamo affrontare con la massima prudenza ma allo stesso tempo avere il coraggio di non chiudersi a riccio e continuare il processo di evoluzione e rinnovamento.
Ci racconta un aneddoto che le sta particolarmente a cuore?
Riguarda il Circolino. Mio padre è un ottimo cuoco ed è sempre stato un grande appassionato di cucina. Sin da piccolo la priorità era quella di trovare il ristorante giusto ogni volta che si andava in giro. Questa fascinazione ha catturato anche me tanto da portarmi a realizzare un progetto, covato per diversi anni, che sta per vedere la luce proprio nella nostra Monza. Chiaramente in questo progetto ho voluto coinvolgere mio padre e abbiamo voluto impostare un concept che prevede un locale poliedrico il cui filo conduttore è la qualità dell’offerta nei diversi outlet e la convivialità che si deve ritrovare in ogni momento della giornata. Il Circolino, questo il nome del locale, interpreta in chiave moderna lo spirito di partecipazione dei primi circoli culturali nati all’inizio del 1900 ospitando sotto lo stesso tetto un ristorante gastronomico, un caffè e un cocktail bar, le tre anime della location. In questo progetto siamo riusciti a coinvolgere professionalità di altissimo livello come lo chef stellato Claudio Sadler (anche lui socio) e Filippo Sisti barman di fama internazionale.
Come si tiene aggiornato?
Sono appassionato di storia e geopolitica quindi spesso occupo il mio tempo aggiornandomi tramite podcast, riviste di settore e documentari o serie. Questo ha anche un riflesso sul lavoro quotidiano in quanto mi consente di avere una migliore comprensione di alcune dinamiche di mercato. Poi cerco di tenermi informato quotidianamente nel mio specifico settore attraverso riviste e siti di riferimento. Sicuramente anche i social consentono di avere un flusso di informazioni molto immediato e fruibile, soprattutto nella moda.
Quali sono i progetti futuri dell'azienda?
L’anno prossimo festeggeremo i 100 anni, si tratta di un appuntamento importante che vogliamo sviluppare celebrando il brand e la sua storia, ma allo stesso tempo guardare con determinazione al futuro. Abbiamo obiettivi di crescita ambiziosi sia nei numeri sia nella qualità della proposta. Vogliamo infatti ampliare la nostra offerta puntando su linee nuove che possano permetterci di alzare il nostro posizionamento e offrire prodotti innovativi in grado di coniugare sempre più tecnicità e creatività nel design. Allo stesso tempo puntiamo molto sulla transizione digitale sia per migliorare i processi interni sia per garantire un’esperienza d’acquisto sempre migliore ai nostri clienti attraverso investimenti mirati e alla crescita del canale direct to consumer sia on-line sia off-line.