Aumentano i nuclei che negli ultimi 12 mesi hanno recuperato ritardi nei pagamenti dell’affitto o del mutuo
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L’abitare semplificato non ha più ragione di sussistere. È lo stesso concetto di abitare sociale a non essere più adatto ai tempi che si stanno vivendo in quanto incapace di caratterizzare le proposte sul campo. È tempo, per Nomisma, di un nuovo paradigma: l’abitare arricchito capace di guardare a tutte le diverse forme di vulnerabilità (economiche, sociale, dell’abitare) e le altre componenti (relazionali, intergenerazionali, di comunità, di contesto) perché si giunga a “una risposta credibile per le domande complesse delle famiglie italiane”. È questo uno dei punti di forza che emerge dall’“Indagine Nomisma 2022 sulle famiglie italiane” appena presentata.
“Siamo in un contesto di forte sfiducia” – afferma Marco Marcatili, responsabile sviluppo Nomisma. “Ci sono 10,3 milioni di famiglie che non hanno fiducia nei propri mezzi e nell’evoluzione del sistema economico. 9,3 milioni di famiglie invece hanno fiducia del proprio contesto familiare, ma non in quello economico generale. Tuttavia, sono proprio questi nuclei, che ci riportano una tendenza caratterizzata da una nuova domanda abitativa legata soprattutto alla ricerca di un’abitazione in grado di migliorare le condizioni e le relazioni famigliari. A oggi, sono 3,5 milioni le famiglie interessate a ricercare una nuova condizione abitativa, di cui 880mila quelle che avranno reale possibilità di farlo, in linea con le 750mila compravendite che prevediamo quest’anno” prosegue Marcatili.
L’abitare ha necessità di riconnettersi a una più solida visione antropologica perché finalmente si giunga a una maturata transazione dal “contenitore” (casa) ai “contenuti” (abitare). Il tutto considerato come l’attuale congiuntura evidenzi una chiara ripresa del mercato residenziale in tutte le sue componenti.
“Se nella fase pre-pandemica la domanda delle famiglie ricadeva sulla casa e non sull’abitare, oggi la situazione è molto diversa. L’emergenza sanitaria ha mostrato le inadeguatezze e i nuovi bisogni legati alle soluzioni abitative delle famiglie italiane. Ecco che diventa necessario passare da un abitare sociale a un abitare arricchito, capace di comprendere tutte le diverse forme di vulnerabilità e le altre componenti perché si giunga a una risposta credibile per le domande complesse di tutti i nuclei famigliari” - ribadisce Marcatili.
Anche i contratti di affitto, dopo due anni di calo, sono tornati a crescere: sono 5,6% le famiglie italiane che per Nomisma hanno fatto ricorso a un affitto superiore ai 6 mesi nel 2022 rispetto al 4,2% del 2021. La scelta relativa all’affitto è considerata dal 58,7% delle famiglie italiane l’unica opzione percorribile considerata la mancanza di risorse economiche a disposizione. Non manca però la componente familiare che non desidera impegnarsi in un investimento oneroso. Sono il 15,3% delle famiglie. La domanda di casa vive ancora, per il Centro Studi bolognese, di un retaggio legato a una rappresentazione del ciclo d’oro immobiliare.
I dati dell’Indagine evidenziano, rispetto allo scorso anno, una più marcata consapevolezza da parte delle famiglie che il Paese dovrà affrontare situazioni di difficoltà, in particolare nel 2023, anche per l’accumularsi del debito pubblico. Ne viene per Nomisma un assottigliamento rispetto a quella “miopia familiare” riscontrata nel 2021. Le famiglie italiane sono più consapevoli che le difficoltà che il Paese dovrà affrontare avranno dirette ripercussioni su di loro.
Migliorano allora le condizioni economiche e reddituali delle famiglie rispetto al 2021. È infatti in crescita la quota di famiglie che giudica il proprio reddito adeguato a far fronte alle spese primarie: dal 28,2% del 2021, al 35,5% del 2022. Al contempo si assottiglia la componente che considera inadeguato il proprio reddito. Lo scorso anno rappresentava il 20,9%, nel 2022 il 15,8%. Quasi la metà degli italiani ritiene “appena sufficiente il proprio reddito”: 48,6% nel 2022, 50,9% lo scorso anno.
Siamo di fronte alla componente più vulnerabile che ha subìto maggiormente il blocco delle attività durante la pandemia. Il peggioramento più accentuato delle condizioni viene vissuto dalle famiglie con capofamiglia lavoratore indipendente; dal 2016 al 2020 questa quota è superiore di circa 15 punti a quella famiglie che hanno maturato un miglioramento. Passando al fronte risparmio aumenta la percentuale delle famiglie italiane che non riescono a risparmiare: dal 23,4% del 2021 al 29,3% dell’anno in scorso. Ecco, quindi, il campanello d’allarme evidenziato da Nomisma: aumentano le famiglie che negli ultimi 12 mesi hanno recuperato ritardi nei pagamenti dell’affitto o del mutuo. Siamo però distante dai livelli evidenziati nel 2020.
Ne viene quindi per l’Istituto bolognese un ulteriore indebolimento della capacità finanziaria delle famiglie. Le famiglie italiane che prevedono per il prossimo anno una difficoltà nel pagamento del canone di locazione sono il 31,4% di quelle in affitto (era il 27,9% nel 2021) ma il dato resta distante al 40,9% registrato nel 2020. Sul fronte mutuo il dato percentuale è meno negativo: dal 16,2% del 2021 al 16,7% dell’anno in corso. Le famiglie italiane si confermano sfiduciate: 40% nel 2022 come nel 2021, ma siamo distanti dal 4&% registrato nel 2020.
Diminuiscono le famiglie fiduciose: dal 16% del 2021 al 13% nel 2022 ma rispetto al 2020 raddoppiano le famiglie ad extra (ovvero nel sistema economico nel suo complesso) che passano dal 4 all’8% del corrente anno. Crescono anche le famiglie fiduciose ad intra (ovvero nelle possibilità e prospettive del nucleo familiare). Nel 2022 giungono al 36% del totale mentre nel 2021 erano il 33%. Tornando al fronte casa è interessante la tendenza, a conferma del 2021, relativa all’uso delle seconde case di proprietà delle famiglie. Esse vedono un aumento del loro utilizzo per fine personale (30,6% delle famiglie che possiedono una seconda abitazione) o come reddito supplementare (30,8 delle famiglie che possiedono una seconda abitazione).
Ma le famiglie italiane interessate all’acquisto continuano a privilegiare il desiderio di vivere in un contesto familiare (64%) mentre si riduce la quota di famiglie che intendono abitare in dimensioni minori (18%). Aumentano, seppur di poco, le famiglie alla ricerca di un contesto abitativo di dimensioni maggiori (17%). A fronte di una maggiore dipendenza dal mutuo da parte delle famiglie italiane crescono, ed è un segnale incoraggiante rimarcato da Nomisma, gli “equipaggiati” ossia i nuclei familiari dotati di un reddito adeguato: dal 3,9% dello scorso anno al 5,1% del corrente. Ulteriore segnale positivo la diminuzione della percentuale degli incauti: dal 7% dello scorso anno, al 6,3% del 2022.