I nuclei familiari intervistati pensano che l'emergenza peggiorerà il loro tenore di vita, portando a rinunce su salute e istruzione
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Una famiglia su cinque accusa già un impatto pesante sul reddito, e quasi la metà ha dovuto intaccare i risparmi. È quanto emerge dal "Termometro Italia", l'indagine realizzata da Innovation Team, società di ricerca del Gruppo Cerved, sull'evoluzione della crisi da coronavirus su 500 nuclei familiari intervistati. Circa il 40% teme di perdere il lavoro nell'immediato o nel 2021, una percentuale ancora maggiore paventa nei prossimi mesi una forte riduzione delle entrate o del denaro messo da parte.
Quasi tutte le famiglie sentite ritengono che l'emergenza Covid-19 cambierà il loro tenore di vita, costringendole a rinunce su salute e istruzione, voci di spesa che da tempo erano oggetto di forte attenzione: già nell'ultimo anno, il 52,2% (che diventa addirittura il 68,5% nelle fasce con reddito più basso) non ha fatto ricorso a prestazioni in ambito sanitario, anche importanti (17,9%), ma oltre la metà (55%) le ha posticipate a causa dell'emergenza sanitaria, sia per paura del contagio che per non sovraccaricare gli ospedali.
Le conseguenze dell'epidemia e del lockdown sulle disponibilità economiche delle famiglie si stanno facendo sentire: 1 su 5 (21,2%) accusa un impatto pesante sul reddito, quota che sale al 32,2% nella fascia meno abbiente (fino a 20.000 euro netti all'anno), e quasi la metà (47,8%) ha dovuto intaccare i risparmi, il 18,6% in maniera consistente. Solamente il 25,4% ha avuto contraccolpi trascurabili.
A pagare il prezzo più alto in tutti gli ambiti esaminati dallo studio è quello delle famiglie con reddito basato sul lavoro autonomo: il 31% ha avuto un crollo delle entrate (contro il 21,2% della media) e il 34,9% ha dovuto intaccare in modo consistente i risparmi (contro il 18,6%). Ciò si traduce, per il 50-60% di questi nuclei familiari, in una visione più negativa del futuro: una famiglia su 2 esprime molta o moltissima preoccupazione per la possibile chiusura dell'attività (50,1%) o per la perdita del lavoro (48,6%), quasi il 60% teme una consistente perdita di reddito (58,1%) o di non riuscire a mantenere i propri risparmi (57,4%).
Parallelamente a una nuova gestione delle finanze familiari si affaccia un fenomeno giudicato positivamente: il lockdown ha dato una forte spallata all'adozione - prima in realtà piuttosto timida - dello smart working, destinato a cambiare l'organizzazione del lavoro in modo permanente e a diventare la modalità principale per il 22,9% degli intervistati, mentre il 47,5% lo utilizzerà in modo parziale ma sistematico. Il 57,5% di chi lo ha sperimentato lo giudica un'esperienza positiva e il 49,7% è soddisfatto di come ha potuto condurre le attività ordinarie, mentre solo il 34,1% lo valuta altrettanto efficace nello sviluppo di nuovi progetti.