i trend immobiliari

La seconda casa è per gli italiani anche una forma di investimento

Per molti è la meta abituale di ferie e soggiorni più o meno lunghi ma per tanti è una fonte di reddito per la famiglia

04 Giu 2020 - 08:00

Sono 5,5 milioni le seconde case in Italia secondo le stime dell’Agenzia delle Entrate. Con l’estate quasi alle porte e le misure per la ripartenza e gli spostamenti in sicurezza, potrebbero essere la meta non soltanto di qualche fine settimana, ma di tutte le vacanze estive. Ma che cosa rappresenta tradizionalmente questo bene così diffuso per gli italiani? Come evidenzia l’Osservatorio Sara Assicurazioni, la compagnia assicuratrice ufficiale dell’Aci, molti ci vedono una meta abituale di ferie e soggiorni più o meno lunghi (37%). Ma per una fetta consistente la seconda casa è anche una vera e propria forma di investimento (24%) in un asset reale, una fonte di reddito per la famiglia (22%), e persino un investimento di più di lungo termine per il futuro dei figli (17%).

L’aspetto più importante – prosegue la ricerca – è la zona in cui la casa si trova (58%), mare o montagna che sia, tanto che per una location comoda e magari impagabile si è spesso disposti a chiudere un occhio per esempio sul comfort che la struttura è in grado di offrire (17%). Possedere una seconda casa può però essere anche oneroso, specialmente per il carico fiscale (66%) che grava su questa tipologia di immobili.

Ma se da un lato è un bene importante per il portafoglio familiare, dall’altro la seconda casa può essere fonte di di preoccupazioni proprio di natura economica. Prime fra tutte, le conseguenze dei danni che potrebbero verificarsi, sia strutturali sia di piccola entità (37%), con le relative spese.

Segue il rischio che l’immobile possa svalutarsi nel tempo (33%). Vi sono infine i timori circa i furti (27%) e gli atti vandalici (14%) che potrebbero richiedere a loro volta una spesa per le riparazioni.

Per proteggere la seconda casa, tra le soluzioni ritenute più efficaci c’è quella di una polizza assicurativa (50%). Segue l’installazione di un impianto di allarme (27%), meglio, dicono gli italiani, che affidarsi ai vicini (6%). Ma non tutti sono d’accordo: per quasi uno su cinque (17%) non occorre nessuna soluzione specifica.

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