Le clienti chiedono ormai al parrucchiere tinte che hanno bisogno di poca manutenzione. Mentre gli stratagemmi per risparmiare si allargano a beauty routine, armadio e arredi
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La moda non è mai solo questione di estetica. Spesso riflette il momento storico che stiamo vivendo, e l'ultima tendenza ne è la prova lampante: il "Recession Blonde" sta conquistando i social e i saloni di bellezza, segnando l'era del glamour consapevole e del risparmio intelligente. SI tratta di una tecnica di colorazione dei capelli che allunga i tempi tra una seduta e l'altra dal parrucchiere.
Radici più lunghe, schiariture strategiche e tonalità che si fondono gradualmente permettono di mantenere un look curato anche dopo mesi dall'ultima visita dal colorista. Risultato? Un portafoglio più pieno e capelli comunque al top. Secondo un report del 2023 di Mintel, società di ricerche di mercato, il 67% dei consumatori ha dichiarato di cercare attivamente prodotti per capelli che prolunghino il tempo tra una colorazione e l'altra.
Questo dato è ulteriormente avvalorato da un rilevamento dell'Associazione Italiana Artigiani (Confartigianato), secondo cui nel 2024 la frequenza media delle visite ai saloni di bellezza è diminuita del 22% rispetto al 2022, mentre è aumentata del 35% la richiesta di tecniche di colorazione a bassa manutenzione. Inoltre, la rivista di settore "Beauty Independent" ha pubblicato che le vendite di prodotti per la cura dei capelli a casa sono aumentate del 28% nell'ultimo anno, con particolare crescita per i prodotti che mantengono il colore.
Non è la prima volta che le oscillazioni economiche influenzano le scelte estetiche. Durante la crisi del 2008, nacque l'originale "Recession Haircut" - un taglio low-maintenance che richiedeva pochi ritocchi man mano che i capelli crescevano. Oggi, con l'inflazione che morde e le bollette che salgono, stiamo assistendo a una nuova generazione di trend "recession-proof". Secondo l'Istat, l'inflazione ha eroso il potere d'acquisto delle famiglie italiane di circa il 10% negli ultimi due anni, spingendo il 72% dei consumatori a cercare strategie di risparmio senza rinunciare alla qualità.
Lo "skinimalism" (neologismo che nasce dall'unione della parola "skin" (pelle) con "minimalism" (minimalismo) continua la sua ascesa: via i rituali di bellezza in mille passaggi, benvenuti prodotti multifunzionali. Creme "tutto in uno" che idratano, proteggono dal sole e hanno un tocco di colore stanno sostituendo armadietti pieni di costosi prodotti singoli. L'NPD Group (società di ricerche di mercato) ha registrato un aumento del 45% nelle vendite di prodotti beauty multifunzionali tra il 2022 e il 2024, confermando questa tendenza.
Da Tik Tok è partito il trend "project pan": gli influencer si impegnano a finire completamente un prodotto prima di acquistarne uno nuovo, accumulano milioni di visualizzazioni. Basta sprechi quindi, e utilizzo di tutto il prodotto fino a vedere il "pan", inteso come il fondo visibile del contenitore.
Mettere nell'armadio un numero limitato di capi intercambiabili - non è più solo una scelta minimalista ma una strategia finanziaria: scremando i colori e scegliendo una palette equilibrata e uno stile uniforme, tutti i pezzi del guardaroba possono essere mixati a creare tante combinazioni: con gli stessi pezzi si ottengono insomma più outfit e l'impressione è di cambiare sempre.
Parallelamente, il mercato dell'usato di qualità sta esplodendo: piattaforme per rimettere in circolo i propri abiti usati (o "pre loved", come dicono i loro utenti) registrano numeri record, con molti che preferiscono un capo di marca usato a uno nuovo di fast fashion.
Il report "State of Fashion 2024" di McKinsey & Company ha evidenziato che il mercato dell'abbigliamento di seconda mano è cresciuto 11 volte più velocemente del retail tradizionale nell'ultimo anno. La piattaforma di rivendita ThredUp nel suo "Annual Resale Report" ha stimato che il mercato del second-hand raggiungerà i 77 miliardi di dollari entro il 2026, con un tasso di crescita tre volte superiore al mercato della moda tradizionale.
Secondo il Fashion Transparency Index i marchi che comunicano chiaramente la durabilità dei loro prodotti hanno visto un aumento delle vendite del 31% rispetto ai concorrenti. Un sondaggio di Deloitte ha rilevato che il 64% dei Millennial e Gen Z considera il rapporto qualità-prezzo e la durabilità come i fattori più importanti negli acquisti, superando per la prima volta il fattore "marca".
Trasformare mobili trovati nei mercatini in pezzi d'arredamento unici è diventato un hobby redditizio per molti. L'estetica del recupero domina Pinterest e TikTok, con tutorial su come rinnovare vecchi divani o ridipingere credenze vintage. Non si tratta solo di risparmiare, ma di creare pezzi unici con una storia.
Secondo un'indagine della piattaforma di design Houzz & Home, il 58% degli italiani ha intrapreso un progetto DIY per la casa nell'ultimo anno con l'obiettivo principale di risparmiare. Confcommercio ha registrato un aumento del 34% nel fatturato dei negozi di bricolage e materiali per il fai-da-te rispetto al periodo pre-pandemia. Pinterest ha pubblicato che le ricerche di "furniture flip ideas" (idee per trasformare mobili) sono aumentate del 284% nell'ultimo anno.
Ciò che rende questi fenomeni così potenti è la loro capacità di trasformare la necessità in virtù. Non si tratta semplicemente di fare economia, ma di abbracciare un'estetica che celebra la sostenibilità, la creatività e la consapevolezza nei consumi.
Le nuove generazioni, in particolare, sembrano aver capito che l'ostentazione è fuori moda. L'eleganza sta nel saper fare scelte intelligenti, nel mixare alto e basso, nel dare nuova vita a ciò che già si possiede. Mentre le incertezze economiche persistono, questi trend ci ricordano che lo stile non è questione di quanto spendiamo, ma di come lo facciamo. E in fondo, non c'è niente di più cool che essere furbi con i propri soldi, soprattutto quando il risultato è così glamour come un perfetto "Recession Blonde".