Permettono la diffusione gratuita di materiale didattico e piacciono a studenti e insegnanti
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Combattere l’analfabetismo a colpi di tap. E’ possibile, secondo una ricerca condotta da Worldreader.org, organizzazione no-profit che si propone di “rendere i libri digitali accessibili a tutti, dando a milioni di persone la possibilità di migliorare la propria vita”. L’idea è venuta a David Risher, fondatore dell’organizzazione, durante una vacanza di famiglia, quando, dopo aver visitato una biblioteca chiusa al pubblico in una piccola città, intuì che il materiale scolastico digitale sarebbe stato molto più economico ed efficiente distribuire, rispetto a quello cartaceo.
Tutto è partito da Kade, una cittadina di circa 17mila abitanti a poco più di 100 km da Accra, la capitale del Ghana, la cui economia si basa principalmente su una miniera di oro e diamanti. Qui, nell’ottobre 2010, sono stati distribuiti 550 Kindles 3G Wi-Fi nelle scuole primarie e secondarie, uno per ogni bambino, in 6 scuole. Sono stati organizzati corsi di formazione per gli insegnanti i quali, a loro volta, hanno insegnato ai bambini a familiarizzare con quegli strani libri senza pagine.
Sugli e-reader sono stati installati testi scolastici non soggetti al diritto d’autore, insieme a romanzi “regalati” da editori locali e internazionali. Da allora, fino alla fine di quest’estate, Worldreader ha distribuito più di 662 mila e-book nelle mani di 4300 bambini nell’area sub-sahariana (oltre al Ghana, in Kenya, Uganda Rwanda e Tanzania). I risultati della ricerca sono sorprendenti: i bambini leggono di più (in questi tre anni la media è di 107 libri a testa) con più interesse (ogni due libri assegnati a scuola, ne è stato scaricato uno a piacere) e, secondo gli insegnanti, si distraggono meno (rispetto all’uso di altri apparecchi digitali come laptop e tablet); inoltre è più semplice condurre ricerche, sia per gli alunni che per i maestri; altro dato importante è che, una volta sostenuta la spesa per gli e-reader, non costa quasi nulla rifornirli di materiale didattico; infine, in questo modo si possono diffondere facilmente giornali e informazioni politiche e sanitarie. "Prima era difficile accedere ai libri”, ha dichiarato una maestra di Kade, “ora ne abbiamo quanti ne vogliamo”.