Copyleft in crisi

Wikipedia, scoperti 250 autori "fantoccio"

Assoldati da imprese e privati, falsificavano le voci a pagamento. L'utopia dell'enciclopedia libera e copyleft è sempre più a rischio

23 Ott 2013 - 10:15
 © Dal Web

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Duecentocinquanta autori “fantoccio” sono stati buttati fuori da Wikipedia, l’enciclopedia online promotrice della cultura “veloce” (questo vuol dire wiki, in hawaiano), ma soprattutto digitale, gratuita e democratica. I collaboratori messi al bando sarebbero pagati da aziende o singoli individui per scrivere contenuti che li mettano in buona luce negli articoli pubblicati. Lo ha rivelato Sue Gardner, direttore esecutivo della Wikimedia Foundation. La Gardner ha precisato che i controlli stanno andando avanti e che non è escluso che anche altri utenti verranno “bannati”.

Le dimensioni titaniche di un progetto editoriale completamente gratuito, che conta 29 milioni di articoli scritti in 287 lingue, (4,3 milioni di contenuti sono in inglese, la lingua più usata, e 1 mln in italiano), 19 milioni di utenti registrati (di cui 80 mila attivi) e 500 milioni di fruitori, possono rivelarsi un vero e proprio tallone d’Achille. Soprattutto se, con le donazioni che riceve, la fondazione riesce a pagare solo 187 persone che si dedicano ai servizi legali e all’infrastruttura tecnica, un numero decisamente esiguo, che non è in grado di combattere efficacemente i numerosi casi di vandalismo digitale e di voci con un contenuto palesemente pubblicitario. E i filtri automatici riescono solo in parte a contrastare il fenomeno.

Una dichiarazione rilasciata sul Business Insider da Mike Wood, collaboratore dell’enciclopedia, permette di intuire la mole di lavoro che i contenuti “indesiderati” comportano: “Per ogni articolo che viene eliminato ricevo una chiamata da una società di marketing che mi chiede di riscrivere quella voce”.

I contenuti occultamente pubblicitari, del resto, non risparmiano neanche altri siti web. Un’indagine durata un anno condotta nello stato di New York ha rivelato che molti siti di recensioni, come TripAdvisor e Yelp pullulano di commenti e giudizi fasulli, scritti ad hoc da società specializzate (19 quelle finora accertate) con elevate competenze nell’ambito dell’ottimizzazione dei motori di ricerca e nella gestione della reputazione. I loro punti di forza: modo di operare altamente sofisticato e abilità nell’aggirare filtri e divieti.

Ciò che rende il “caso Wikipedia” più grave rispetto agli altri è che l’“enciclopedia veloce” è considerata, ormai, l’emblema dell’informazione libera e gratuita. Tuttavia, l’utopia di una cultura condivisa e sempre più copyleft sembra essersi affievolita negli ultimi anni. I volontari, infatti, sono sempre meno numerosi: secondo “Il declino di Wikipedia”, articolo pubblicato dalla Technology Review del MIT, i redattori sono diminuiti di un terzo in meno rispetto al 2001 (anno di battesimo di Wikipedia), in 9 casi su 10 sono maschi e dedicano alla stesura dei contenuti molto meno tempo rispetto al passato.

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