A Parigi

Autonomy, il festival della mobilità urbana

Tante le idee che potrebbero essere facilmente importate a casa nostra semplificandoci la vita

di Ludovica Casellati
10 Ott 2016 - 16:27

Si è appena concluso a Parigi Autonomy, il Festival della Mobilità Urbana. Un nuovo concept  ideato dal sudafricano Ross Douglas che ha voluto mettere assieme le migliori esperienze, applicazioni, tecnologie e teste pensanti che hanno a che fare con la mobilità cittadina. Non a caso per l’esordio è stata scelta Parigi, una città che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante per promuovere la mobilità sostenibile.

Le biciclette nella città ideale sono "il" mezzo di trasporto e dunque, per rendere più allegra la vita del ciclista urbano, in anteprima mondiale Selle Royal ha presentato Ta+too, un sistema che consente di cambiare ogni giorno sella a seconda dell’umore o dello stato d’animo. Il design è stato affidato a illustratori del calibro di Van Orton, Hikimi, Riccardo Guasco, Ilaria Falorsi e Brosmind.

Nei prodotti proposti per gli spostamenti cittadini, a fare la parte del leone è stato il mondo dell'elettrico. Interessanti le dimostrazioni dei Onewheel, surf con una ruota con 3/4 ore di autonomia, ma anche di monopattini, di skateboard e di monoruota con pedane laterali, tutti dotati di stabilizzatore, motore elettrico e luci a led per poter girare tranquillamente in città.

Tra le curiosità anche un Segway con la parte frontale che ricorda una Vespa, una moto elettrica in stile vintage e una bicicletta che si muove grazie ad un tapis roulant. Nella città del futuro le mamme condurranno un passeggino che si trasforma in bicicletta - o le cargo bike se si dovesse trattare di trasportare più di un bambino - e si muoveranno con piccole auto elettriche parcheggiabili in piccoli spazi, come Microlino.

Tra le proposte per il trasporto pubblico spiccano le "cabinovie" tenute da piloni e funi, le ovovie che con una rotaia sfruttano la parte sottostante delle sopraelevate e anche piccoli bus elettrici senza conducente che hanno un radar ed un sistema che li guida. Poi ci sono le soluzioni per semplificare la vita a chi è costretto ad usare l’automobile: Uber, ad esempio, è una realtà consolidata in 512 città in tutto il mondo. E' un sistema che connette i conducenti di veicoli con tanto di licenza (come gli NCC) a coloro che cercano di spostarsi all'interno di una città, o da una città ad un'altra.

Koolicar installa all'interno dell’automobile, che spesso e volentieri giace inutilizzata in garage, un box attraverso il quale il veicolo può cominciare a far parte di una flotta di macchine messe a disposizione della comunità attraverso il car sharing. Il guadagno che questa società stima a settimana è di minimo 150 euro.

Oui Hop è un' app che consente a chi deve fare un percorso, come capita spesso ai pendolari, di dare un passaggio condividendo le spese. Two on Park invece aiuta a trovare parcheggio. Immaginate di essere disperati e di avere un appuntamento: c'è sicuramente qualcuno nelle vicinanze che sta per lasciare libero il posto auto. Versando con l'apposita applicazione 50 centesimi, verrà indicato chi per 25 centesimi è disposto a cedere il suo spazio.

Ma non finisce qui: Drust, che uscirà a fine anno, dota la macchina di uno strumento che darà una serie di indicazioni su come diventare dei "superguidatori", risparmiando fino ad un 30% di benzina. Si potrà risparmiare e inquinare meno seguendo semplicemente le indicazioni dello smartphone. Tante idee, insomma, che potrebbero facilmente essere importate anche a casa nostra aprendo nuovi mercati e semplificandoci la vita.

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