In termini di telecomunicazioni, Il Belpaese si trova agli ultimi posti in Ue. L'obiettivo è contenere le differenze tra gli Stati membri. Tgcom24 ha intervistato Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione Europea e responsabile del progetto "Agenda digitale"
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L'Italia è agli ultimi posti in Europa, sia per l'uso delle telecomunicazioni, sia in termini di copertura della banda larga ad alta velocità (10-15% di disponibilità contro il 75% del Regno Unito). Al giorno d'oggi la qualità della vita e del lavoro sono molto influenzate da questo fattore. Per questo l'Unione europea si pone come obiettivo quello di colmare i divari fra i diversi Stati membri attraverso un'agenda digitale. Abbiamo sottoposto i nostri dubbi su questo argomento alla responsabile del progetto, nonché vicepresidente della Commissione Europea, Neelie Kroes.
Quali sono le aree del nostro Paese che si trovano nella situazione peggiore per quanto riguarda l'accesso a Internet?
Rispetto al resto dell'Ue, l'Italia si posiziona a livelli piuttosto bassi per tutta una serie di importanti indicatori di sviluppo digitale. In Italia la banda larga ad alta velocità è completamente assente nelle zone rurali, mentre nell'Ue la copertura delle zone rurali è del 18%.
Quali sono a tale proposito gli obiettivi dell'Agenda digitale?
Il filo conduttore è portare il digitale nelle case di tutti gli europei. Per raggiungere questo obiettivo, l'Agenda prevede oltre 100 azioni, suddivise in 7 settori relativi al mercato unico digitale, interoperabilità e standard, fiducia e sicurezza ecc., che contribuiranno a rilanciare l'economia dell'UE e consentiranno ai cittadini e alle imprese di trarre il massimo beneficio dalle tecnologie. Questo permetterà di migliorare la situazione anche nelle zone rurali del Belpaese.
I Paesi con i risultati migliori?
In generale, i paesi che mostrano i risultati migliori in termini di sviluppo del digitale sono i paesi scandinavi, i Paesi Bassi, Lussemburgo e il Regno Unito. Tuttavia, vi sono differenze a seconda degli indicatori considerati e alcuni Stati membri meno sviluppati sotto il profilo digitale hanno compiuto buoni progressi nel recuperare il ritardo in alcuni settori.
Il commercio elettronico è adeguatamente sviluppato in Europa e in Italia?
I cittadini dell'Ue ricorrono in misura sempre maggiore al commercio elettronico. Con lo sviluppo dell'uso di Internet e grazie all'Agenda digitale europea, l'obiettivo del 50% di cittadini che fanno acquisti online entro il 2015 sarà probabilmente raggiunto (nel 2013 eravamo già al 47%). Il commercio elettronico transfrontaliero sta crescendo (12% nel 2013), ma l'aumento è più contenuto rispetto al commercio elettronico all'interno del proprio Stato membro di residenza, pertanto sarà difficile raggiungere l'obiettivo fissato dall'Agenda digitale europea (20% nel 2015).
La Commissione ha messo in guardia contro la mancanza di competenze informatiche e di alfabetizzazione digitale?
Si rilevano differenze sostanziali tra i diversi paesi in molti settori. In particolare, però, i bassi livelli di utilizzo di Internet e le scarse competenze digitali registrate in alcuni Stati membri dell'Ue, fra i quali l'Italia (solo il 56% dei cittadini si collega ad internet almeno una volta a settimana), sono motivo di preoccupazione per lo sviluppo dell'economia digitale in questi paesi e, più in generale, in Europa.
Quando sarà possibile avere una copertura e una digitalizzazione uniformi in Europa?
Ciascuno Stato membro si trova in uno stadio diverso di sviluppo digitale, con notevoli differenze tra i paesi di punta e quelli che devono recuperare terreno. Non è realistico prevedere che tutti i paesi possano raggiungere lo stesso livello di sviluppo digitale dei paesi di punta a breve o medio termine. L'obiettivo dell'Agenda digitale è incoraggiare i progressi nell'intera Ue, per questo gli obiettivi sono fissati a livello di Unione. Stabilire dei valori di riferimento consente ai paesi meno avanzati di individuare i settori che richiedono maggiore attenzione.