approvato dal consiglio d'europa

Editoria, stretta sulle "fake news" sul web: sì a rapporto Gambaro

Il Consiglio d'Europa ha approvato il lavoro della senatrice Gambaro per disciplinare e monitorare le notizie messe in Rete

26 Gen 2017 - 19:41

Combattere la disinformazione e la manipolazione dell’opinione pubblica attraverso le notizie false disseminate in Rete: è una delle misure richieste nel rapporto “Media online e giornalismo, sfide e responsabilità” scritto dalla senatrice Adele Gambaro (Ala-Scelta civica) e approvato all'unanimità dall'assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. L'obiettivo è disciplinare l'informazione online come avviene per quella offline, usando gli strumenti già a disposizione negli ordinamenti giuridici nazionali.

Quello che si chiede sono "leggi contro le informazioni false, illegali e lesive della dignità personale per contrastare la diffusione di notizie distorte, che quotidianamente inondano internet, consentendo per esempio ai colossi della rete l'uso di selettori software per rimuovere i contenuti falsi, tendenziosi, pedopornografici o violenti". Per la senatrice, che ha raccolto il consenso del Consiglio d'europa, "si tratta di un risultato cruciale perchè le notizie false, o fake news o bufale, ci sono sempre state, ma non sono mai circolate alla velocità di oggi, nel circuito istantaneo della Rete".

Se è vero, aggiunge, che da un lato "internet è uno strumento meraviglioso che ha arricchito la vita di tutti, abbattendo barriere, dall'altro, la libertà che la rete dà a ciascun utente troppo spesso non ha nulla ha a che fare con il sacrosanto diritto di espressione ma rischia di trasformarsi semplicemente in un sinonimo di totale mancanza di controllo, laddove controllo vuol dire corretta informazione a tutela degli utenti". Per questo, "è fondamentale aggregare la collaborazione digitale tra i diversi paesi, oggi ancora carente. Questo, ridiscutendo del tabù dell'anonimato, della trasparenza e della proprietà dei media online, del diritto di replica, del diritto all'oblio, della protezione della privacy e della rimozione dei contenuti online".

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