Da novembre saranno “etichettati” i siti di informazione che sono anche solo parzialmente sotto il controllo del governo del loro Paese.
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“Tra le misure che abbiamo messo a punto per contrastare le interferenze da parte di Paesi stranieri, abbiamo rimosso quattro reti separate di account, pagine e gruppi su Facebook e Instagram, per aver intrapreso comportamenti considerati non autentici”. E’ quanto ha annunciato Facebook in un post ufficiale intitolato Helping to Protect the 2020 US Elections. La piattaforma ha poi specificato quali sono le diverse azioni che intende intraprendere in vista delle prossime elezioni presidenziali, che si possono riassumere in tre tipologie: “contrastare le interferenze straniere”, “aumentare la trasparenza” e “ridurre la disinformazione”.
Gli account rimossi - Nel post pubblicato nella propria Newsroom, il social ha spiegato che tre dei profili rimossi “sono stati creati in Iran e uno in Russia. Avevano preso di mira Stati Uniti, Nord Africa e America Latina. Abbiamo identificato queste campagne di manipolazione grazie a indagini interne su comportamenti sospetti e non autentici legati all'Iran e al lavoro proattivo in corso prima delle elezioni statunitensi". "Abbiamo rimosso queste reti in base al loro comportamento, non al contenuto pubblicato - aggiunge la piattaforma - Le persone dietro queste attività si sono coordinate tra loro e hanno usato account falsi per nascondersi. Abbiamo condiviso i nostri risultati con le forze dell'ordine".
L’introduzione di Facebook Protect - La rimozione di queste reti fa parte delle misure intraprese da Facebook che hanno l’obiettivo di “combattere le interferenze straniere”. A questo scopo, la piattaforma annuncia di voler contrastare “tutti i comportamenti non autentici con una policy aggiornata” e di voler “proteggere gli account dei candidati e dei loro team di lavoro attraverso Facebook Protect”. Gli amministratori delle Pagine Facebook e Instagram potranno iscriversi a questo nuovo programma che assicurerà loro un continuo monitoraggio per evitare che i profili siano hackerati. Per partecipare sarà necessario un’autenticazione a due fattori.
Migliorare la trasparenza - “Vogliamo essere sicuri che gli utenti sappiano con chi stanno parlando”: Facebook ha spiegato che vuole evitare che una Pagina sia consultata pensando che sia gestita da un privato quando invece è controllata da un’organizzazione. Per questo, tra i dati che dovranno essere forniti, sarà aggiunta la voce “Organizzazione che gestisce questa Pagina”.
“Vogliamo inoltre che le persone capiscano meglio quali sono le fonti delle notizie che leggono”: a partire da novembre, saranno “etichettati” i siti di informazione che sono anche solo parzialmente sotto il controllo del governo del loro Paese.
Facebook ha poi dichiarato di aver creato un team di 40 esperti per definire i propri standard e individuare i media realmente controllati dallo Stato (da non confondere con quelli indipendenti che godono di finanziamenti pubblici).
Ridurre la disinformazione - Il social vuole prevenire la diffusione di fake news virali. Nei prossimi mesi, i contenuti pubblicati su Facebook e Instagram saranno passati al vaglio di un fact-checker di terze parti che valuterà la loro attendibilità. In base a questa valutazione, le notizie saranno etichettate in modo che gli utenti potranno decidere in autonomia quali leggere e condividere.
Sia su Facebook che su Instagram sarà ridotta la diffusione dei contenuti falsi rimuovendoli da Explore, dagli hashtags e dalla News Feed.
Un altro obiettivo è quello di contrastare l’intimidazione e la repressione nei confronti degli elettori: “i tentativi di interferire con il voto, minano i valori alla base della nostra compagnia e lavoriamo attivamente per rimuovere questo tipo di contenuti minacciosi”. In vista delle elezioni del 2020, saranno incrementati i regolamenti, messi a punto per le Midterm del 2018, che prevedono la rimozione di tutti contenuti che forniscono indicazioni ingannevoli sulle modalità di voto, sulle qualifiche che bisogna avere per votare e che minacciano di violenze gli elettori.