nuove app in città

Fenomeno sharing economy: approda Letzgo, l'app per il Carpooling urbano

Dopo i fenomeni Uber e Blablacar è arrivata a Milano l'ultima frontiera del consumo collaborativo: l'app che rispetta totalmente la legge

17 Lug 2015 - 12:27

    © sito-ufficiale

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"La sharing economy abilita le persone ad avere fiducia nel prossimo. I passeggeri viaggiano fidandosi della community che continuamente fornisce valutazioni sui driver che li hanno ospitati in macchina. Tutto dipende dalla qualità della rete sociale e la nostra è già alta". Queste sono le parole di Davide Ghezzi, l'ideatore dell' app "Letzgo" cha ha deciso di cavalcare l'onda del successo della popolare sharing economy (consumo collaborativo), per lanciare sul mercato la sua applicazione.

Dopo Uber, Car2go e Blablacar, è arrivato il momento del Carpooling urbano. Sulle vecchie orme dell'autostop, il passeggero, dopo aver scaricato l'app ed essersi registrato in rete, può contattare dal suo smartphone qualsiasi driver, anch'esso già precedentemente inscritto, per condividere con lui il percorso cittadino prefissato. Una possibile soluzione al traffico metropolitano e all'inquinamento.

Il sistema per Android e iOS si presenta come un'alternativa a Uber con la differenza di voler creare una vera comunità di viaggiatori urbani. E chissà se in un futuro la celebre frase "non accettare passaggi da sconosciuti" che ha segnato le uscite serali di generazioni di giovani, non esisterà più.

Davide Ghezzi, che cosa spinge le persone nel 2015 a scegliere sempre di più la sharing economy?

"Lo scambio umano è il reale motivo per il quale la sharing economy sta funzionando. È uno dei casi eclatanti in cui le persone dimostrano fiducia grazie alla tecnologia. Il singolo si connette sui social attraverso il pc, la community gli dà la possibilità di incontrare realmente le persone, di percorrere insieme un pezzo di strada e soprattutto di condividere il proprio tempo. E' questo il reale motivo per il quale la gente lo sceglie, al di là della sua funzionalità".

Da dove nasce questa iniziativa?

"Vedevo continuamente le macchine ferme ai semafori delle città. Da qui mi è venuta l'idea. Secondo il Comune di Milano, l'80% delle auto imbottigliate nel traffico contengono solo il conducente e quattro posti liberi. Poi, ciò che mi ha spinto a svilupparla è stato il vedere come in California un'app simile stava facendo successo".

Che cosa ha permesso realmente la sua realizzazione?

"La tecnologia rende possibile cose che prima non lo erano. In questo caso ha permesso di poter riconoscere tutti quegli autisti registrati, disponibili a caricare i passeggeri che ovviamente cercano questa specifica tipologia di passaggio. La geolocalizzazione è la vera rivoluzione".

Cosa funziona e non funziona dell'app?

"L'app ha tanti difetti che stiamo cercando di migliorare, confrontandoci principalmente con i nostri utenti. È esplosa rispetto a quando l'abbiamo lanciata ad aprile di quest'anno. Anche se, in realtà, l'embrione dell'app con il nome “Ambrogio” era già stato presentato nel 2012. Abbiamo soltanto cambiato il nome per renderlo più internazionale. Ho cercato di aiutare la rivoluzione della mobilità urbana, rendendola il più semplice possibile".

Si aspettava un successo così immediato?

"L'app è esplosa perché c'è un'esigenza, nascosta ma non troppo, delle persone che vogliono veramente migliorare il modo di muoversi. Non c'è stata nessuna innovazione nella mobilità urbana negli ultimi 50 anni. Le prime innovazioni sono quelle di cui si parla ora: Car-sharing, Car2 go e Uber. Stiamo dando una spallata a tutte le regole dei trasporti".

Rispetto ai problemi legali avuti da Uber, cosa rende Letzgo in linea con le normative europee?

"I nostri legali hanno studiato per due anni le normative europee per evitare questa tipologia di problemi. Sono due i particolari che ci rendono in linea con la normativa. Primo: le persone condividono sia il punto di partenza che il punto di arrivo. Ovvero quello che richiede il carpooling a livello di normativa europea. Secondo: il rimborso spese è facoltativo e viene definito dal passeggero stesso. Noi come app diamo solo un suggerimento di percorso. Il passeggero può decidere addirittura di lasciare niente e spostarsi gratuitamente. È come quando uno viaggia con gli amici: può decidere come, quanto e se dare un rimborso spese".

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