CON UN SOFTWARE DI GOOGLE

Francia, scoperte 20mila piscine abusive grazie all'intelligenza artificiale

Il software utilizzato dalle autorità transalpine è stato sviluppato da Google e dalla società di consulenza parigina Capgemini. L'operazione è durata un anno e ha fruttato all'erario circa 10 milioni di euro

31 Ago 2022 - 11:39
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In Francia ci sono almeno tre milioni di piscine più grandi di 10 metri quadrati, e non tutte vengono dichiarate al fisco. Lo ha scoperto l'Agenzia delle entrate transalpina attraverso un'indagine sperimentale basata sull'intelligenza artificiale. Il software utilizzato è stato sviluppato da Google e dalla società di consulenza parigina Capgemini, e ha permesso di scoprire tramite immagini aeree 20.356 piscine abusive in nove dipartimenti francesi. L'operazione è durata un anno e ha fruttato all'erario circa 10 milioni di euro.

La sperimentazione - A essere coinvolti nell'esperimento sono stati i dipartimenti delle Alpi Marittime, Ardèche, Alta Savoia, Bocche del Rodano, Maine e Loira, Morbihan, Rodano, Vandea e Varo, ma i funzionari fiscali hanno già annunciato che il progetto potrebbe essere esteso a livello nazionale. La presenza di piscine private - se considerate bene di lusso - fa aumentare le tasse di proprietà e il valore dell'abitazione in cui si trovano.

Sistema da migliorare - Il numero di piscine private in Francia, già in aumento negli ultimi anni, è lievitato durante la pandemia di Covid-19, complice l'incremento di dipendenti che lavorano da casa. Come riporta La Repubblica, il sistema di rilevazione deve essere comunque migliorato, dato che ad aprile il margine d'errore era del 30%: il software aveva più volte scambiato pannelli solari per piscine o faceva fatica a individuarle se si trovavano sotto gli alberi.

Francia colpita da siccità e caldo anomalo

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Lotta ai furbetti - Antoine Magnant, vicedirettore generale delle finanze pubbliche francesi, ha già annunciato a Le Parisien che il prossimo passo è utilizzare il software anche per scovare altre parti di abitazioni non dichiarate che rientrano nelle tasse di proprietà.

"Stiamo puntando alle estensioni delle case, come le verande. Ma dobbiamo essere sicuri che il software possa trovare edifici ampi, non la cuccia di un cane o la casa-giocattolo dei bambini", ha affermato Magnant. Intanto i primi test per migliorare la tecnologia promettono bene, con buona pace dei "furbetti".

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