Secondo il magistrato "il fatto che la foto in questione risiedesse sul server di una parte terza, non mette al riparo gli imputati"
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Incorporare un tweet, un'azione comune tra molti utenti dei social network, può essere una violazione del copyright. Lo ha stabilito un giudice della corte federale di New York in merito ad una causa intentata da un fotografo, Justin Goldman. Il suo "cinguettio", contenente la foto della star della football americano Tom Brady, era stato incluso in diversi siti di notizie.
La pratica di integrare i contenuti dei tweet è ormai diffusa in tutto il mondo, e viene utilizzata anche da blog e testate giornalistiche, non solo con i tweet ma anche con i post di Facebook, con i video di YouTube e, in generale, con qualsiasi contenuto multimediale per il quale la fonte originale offra la possibilità, mettendo a disposizione un codice, di "incorporare" il materiale nelle proprie pagine.
"Questa sentenza - spiega la Electronic Frontiers Foundation, associazione no profit per i diritti digitali - è oggetto di appello e speriamo non regga. Se invece venisse confermata, minaccerebbe una pratica oramai diffusa che avvantaggia milioni di utenti Internet ogni giorno".
Secondo il giudice federale Katherine Forrest, infatti, "quando gli imputati hanno fatto sì che i tweet embeddati apparissero sui loro siti web, le loro azioni hanno violato il diritto esclusivo di visualizzazione da parte dell'attore (cioè del fotografo, ndr); il fatto che l'immagine fosse ospitata su un server posseduto e gestito da una terza parte estranea (Twitter) non mette gli imputati al riparo da questo risultato".