"La ricetta per l'evoluzione delle aziende è in quattro pilastri interconnessi nel nome di sviluppo economico, sociale e ambientale", afferma a Tgcom24 Donato Iacovone, ad di EY in Italia, presentando il dodicesimo Ey Capri Digital Summit, dal 4 al 6 ottobre
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Come le aziende possono costruire e mantenere il successo economico, contribuendo all'equilibrio culturale, sociale e ambientale del contesto in cui operano? La risposta all'EY Capri Digital Summit, dal 4 al 6 ottobre nell'isola napoletana. "Gli speaker, le analisi, i casi che ascolteremo - anticipa a Tgcom24 il padrone di casa, Donato Iacovone, ad di EY in Italia - dimostreranno che un costante aggiornamento, in tema di innovazione, tecnologia, persone e conoscenza degli equilibri geopolitici, è la ricetta vincente per le imprese. Formazione e investimenti, anche infrastrutturali, dunque sono il punto di partenza dello sviluppo".
In che modo?
"Saranno proprio queste le macro-aree di studio all'interno del tema della sostenibilità, in programma a Capri, con ospiti nazionali e internazionali del calibro di Parag Khanna, founder di FutureMap e autore del libro 'Il secolo Asiatico', Jaron Lanier, informatico, compositore e saggista statunitense, Muhammad Yunus, Nobel per la Pace 2006, ideatore e realizzatore del microcredito moderno e fondatore della Grameen Bank, Ian Goldin, professore a Oxford ed ex vicepresidente della Banca Mondiale, e Ilaria Capua, virologa e politica italiana".
"Less artificial, more intelligent, always human" è lo slogan dell'appuntamento. Da cosa prende spunto?
"Quest’anno per il nostro evento abbiamo scelto questo titolo per sottolineare che le tecnologie e i dati sono importanti, ma l’unico punto fermo è destinato a rimanere l’uomo. Quanto stiamo facendo è in linea con l’impegno preso a livello internazionale di far parte dei 181 membri della Business Roundtable firmando il manifesto sul ‘purpose’ delle grandi aziende per promuovere una nuova visione aziendale che tenga conto, oltre che degli interessi degli azionisti, delle altre realtà economico-sociali e dei cosiddetti stakeholders (clienti, dipendenti, fornitori, comunità ecc.), dove l’azienda è parte di un ecosistema e la cui mission non è il profitto a tutti i costi, ma un profitto sostenibile.".
I nuovi orizzonti sulla sostenibilità del business devono poggiare su quattro pilastri interconessi che verranno approfonditi anche nei workshop oltre che nelle sessioni plenarie. Quali sono nello specifico?
"Le imprese dovranno concentrare il loro impegno strategico puntando su geopolitica, tecnologia, innovazione e persone. Su questi argomenti specifici il mondo imprenditoriale si confronterà con rappresentanti del mondo finanziario e istituzionale. Così si spazierà dai servizi e modelli di business abilitati dal digitale alla trasformazione delle competenze, del lavoro e del ruolo di leader; dal 5G alle nuove frontiere dell'intelligenza artificiale e del cloud computing; dalle tecnologie emergenti per l'evoluzione degli ecosistemi pubblico e privato alla difesa e sicurezza; dal Sense providing e CSR per concludere con experience economy e costumer centricity".
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Affrontiamo i quattro punti singolarmente.
"Ogni organizzazione per essere sostenibile non può non tenere in considerazione il contesto in cui opera. Per questo la prima giornata è dedicata alla geopolitica. Non solo il cambiamento climatico richiede strategie orientate alla sostenibilità, ma le tensioni internazionali e le instabilità, in particolare nell'area mediterranea, le differenze culturali ed economiche, impongono riflessioni e offrono, nella loro complessità, ricche opportunità nella dimensione interplanetaria. La giornata successiva sarà dedicata a tecnologia e innovazione: la prima, è il grande fattore abilitante dello sviluppo dell'economia della produzione e della conoscenza; avanzando e imponendo un approccio multidisciplinare, genera nuove opportunità economiche. Dall'altra parte, ancora, l'innovazione se prima rispondeva a sollecitazioni del marketing e della finanza per conquistare quote di mercato, oggi sfrutta nuove modalità, vedasi le start-up".
In tutto questo c'è spazio per l'uomo?
"Nell'ambito della trasformazione digitale il tema dell'evoluzione del lavoro e del ruolo delle persone è centrale ed è una priorità per le imprese e per il sistema Paese. Per questo sosteniamo che le tecnologie e i dati sono importanti, ma l'uomo resta l'elemento cardine. Di questo tratteremo nella giornata conclusiva: in un mondo sempre più digitale e interconesso l'individuo si pone sempre al centro di questo Nuovo Rinascimento".
L'ampio tema della sostenibilità che verrà affrontato va oltre l'ambito ambientale e va includere anche quelli economico e sociale. Perché?
"Le aziende hanno compreso che senza pace sociale, senza equilibrio economico nelle comunità è difficile fare business. Se la ricchezza si concentrasse nelle mani di pochi individui, l’economia si fermerebbe e anche il business ne risentirebbe. Bisogna quindi occuparsi del bilanciamento sociale evitando le ineguaglianze eccessive sia per continuare il nostro business sia per favorire modelli di vita più sostenibili".
Ma questa buona volontà aziendale è sufficiente?
"Certamente c'è bisogno di una rete istituzionale e accademica al fianco delle imprese per far crescere il territorio e le persone in termini di business e competenze. La presenza a Capri del ministro per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano sottolinea l'importanza della collaborazione".
Formazione e investimenti, dunque, per fronteggiare le sfide del futuro. Proposte e soluzioni.
"I sistemi educativi devono innovarsi: più digitale a scuola fin da subito, meno nozioni, più metodo. E' arrivato il momento di agire ripensando il sistema di istruzione e formazione per trasformarlo in uno strumento di mobilità sociale, con un impatto positivo sulla creazione di competenze tecniche e umane per soddisfare la nuova domanda delle imprese. Così come è essenziale investire sulla qualità delle università per arginare la fuga di cervelli. Reinvestire dunque nella scuola e supportare chi non ha condizioni economiche e culturali, ma è importante anche il reskilling per chi le ha".
E riguardo alle infrastrutture?
"Investire in infrastrutture, soprattutto, immateriali è cruciale. Prendiamo ad esempio il tema del 5G che non è nuovo ma che è importante per sviluppo e occupazione. E altrettanto lo è quello della cybersecurity a livello europeo".