Marco D'Annolfi si racconta a Tgcom24 e svela che con i suoi 1,3 milioni follower su Instagram e 300mila "like" su Facebook la domanda più frequente che gli viene rivolta è: "Ma quanto ti pagano?"
© ufficio-stampa
Gif, post, storie e scoop in esclusiva: sono solo alcuni dei contenuti social che hanno permesso a Marco D’Annolfi, la mente che si cela dietro "Trash Italiano", di diventare un punto di riferimento nel mondo dell’intrattenimento. Il successo, però, non è arrivato all’improvviso, ma grazie a tanta dedizione e impegno.
Anche se per il 25enne romano i social sono solo un lavoro secondario, ogni giorno la sua app e sito web seguono decine di programmi televisivi creando gif e articoli letti da migliaia di persone.
Con 1,3 milioni di follower su Instagram e più di 300mila "mi piace" su Facebook la community di "Trash Italiano" è diventata uno dei profili più influenti nel mondo dell'intrattenimento raccogliendo tutti coloro che sono appassionati del così detto "trash". Non resta che scoprire come Marco, che non vuole farsi mai vedere in volto o apparire, vive il suo ruolo di influencer.
© da-video
Quale account su Instagram non puoi fare a meno di seguire? E quale invece non seguiresti mai?
Il profilo di Cristiano Malgioglio regala sempre grandi emozioni, quindi sarebbe un peccato non seguirlo! Tra gli account che faccio fatica a seguire ci sono tutti quelli che pubblicizzano thè e creme varie, senza però poi offrire agli utenti altri contenuti.
Ciò che gli influencer mostrano attraverso i loro profili corrisponde alla vita reale?
Credo che gli influencer mostrino solo i frammenti più belli della vita reale, che spesso inducono gli utenti a pensare che si abbia un'esistenza perfetta. Nel momento in cui si diventa una figura di riferimento nel mondo social, molti iniziano a ragionare come dei veri e propri imprenditori (e non è sempre una cosa negativa). Ci sono le eccezioni, ma quando si ha successo, è normale voler continuare a dare il meglio di sé, con il rischio però di alterare la realtà dei fatti.
© da-video
Qual è stato il commento negativo di haters che ti ha ferito di più?
Quello che ricevo più spesso è “quanto ti pagano?” riferito a un programma televisivo o a un conduttore. Purtroppo è impossibile far contenti tutti e quando è in onda un programma o una scena che attira polemiche, la gente finisce per prendersela con me come se fossi io il responsabile, mentre io mi limito solo a riportare quello che succede.
Sarebbe impensabile pubblicare solo contenuti che mettano d’accordo tutti. All’inizio ci rimanevo male e la prendevo sul personale, soprattutto perché cerco di essere sempre imparziale. Col tempo però ho capito che commenti del genere sono già confezionati, senza delle fondamenta solide, e quindi vado avanti.
Hai mai ricevuto proposte hot dai follower?
Sono sincero: sì. Sono passati molti anni da quando è iniziato tutto e, considerando che non ho un profilo personale su Instagram e Twitter, c’è stata sicuramente occasione di ricevere proposte non legate al trash! Se ho risposto? Probabile, magari con una risata.
La cosa per cui sono più utili i social secondo te?
Credo che i social, se usati bene, possano aiutare gli utenti a rimanere informati e ad aprire gli occhi su determinati temi, con i quali dobbiamo fare i conti una volta spento il telefono. Penso che dai social si riesca a far scoppiare una scintilla in grado, col tempo, di cambiare il corso degli eventi (sia negativamente che positivamente).