L'emendamento promosso dal presidente di Più Europa Magi è passato nonostante il parere negativo del governo
© -afp
Con un voto unanime da parte della Camera e "nonostante il parere contrario del governo" - come si legge nel comunicato stampa dell'associazione Luca Coscioni, promotrice dell'iniziativa - è arrivato il via libera all'utilizzo della firma digitale per i referendum all'interno del decreto semplificazioni in scadenza il prossimo 30 luglio. La proposta di emendamento del presidente di Più Europa Riccardo Magi è stata approvata dalle commissioni Affari costituzionali e Ambiente.
Come funziona - A partire da questa settimana, sarà possibile per i promotori delle iniziative preparare dei fogli informatici dove raccogliere nome, cognome, data e luogo di nascita e residenza dei sottoscrittori. Per chi intende firmare i referendum, sarà sufficiente accedere al documento dedicato tramite uno dei servizi di identità digitale Cie o Spid.
Quando entra in vigore - La piattaforma del governo dove raccogliere le firme non sarà pronta prima del mese di agosto, ma grazie a una norma transitoria la modalità di raccolta digitale potrà entrare in vigore da subito.
Una pratica comune in Europa - L'Italia non è la prima ad attuare questa rivoluzione: in Europa, anzi, è una pratica comune nella maggior parte dei Paesi. In Germania, ad esempio, il meccanismo della firma digitale è valido anche per la presentazione dei nuovi partiti per le elezioni nazionale e internazionali.
Il primo firmatario Magi: "Una rivoluzione" - Per il presidente di Più Europa Riccardo Magi siamo davanti a "una piccola grande rivoluzione a favore dei diritti politici dei cittadini". Entusiasmo condiviso anche dall'associazione Luca Coscioni, che parla di "riforma epocale".
Anche Marco Cappato, impegnato in prima linea con il referendum sull'eutanasia legale, ha definito l'emendamento "un traguardo storico: raccogliere firme digitalmente significa consentire a tutti di poter esercitare i loro diritti".