"Il robot che siamo progettando può essere considerato il fratello meno costoso di iCub", ha detto Giorgio Metta, direttore della iCub Facility dell'Iit facendo riferimento al robot-bambino che impara e cresce presentato da pochissimi giorni.
Il progetto non ha ancora un nome, ma strada e obiettivi sono ben definiti: "Entro un anno - ha proseguito Metta - contiamo di avere il prototipo e poi sarà la volta della fase industriale, che fra 7-8 anni potrebbe portare i robot nelle case".
Se l'aspetto del robot non è ancora definito, è invece già chiaro che non dovrà essere di metallo: "Dovrà essere un robot a basso costo, per questo stiamo cercando nuovi materiali, meno pesanti e costosi dei metalli", ha detto Metta. Si lavora a plastiche potenziate, ossia rinforzate con uno dei materiali più robusti e sottili al mondo, il grafene. Prima che per i robot, le plastiche potenziate potrebbero essere la chiave per ottenere caschi per la moto più sottili e robusti.
All'insegna dei costi ridotti, sono allo studio anche nuove batterie, per esempio al metanolo. In questo caso i robot potrebbero bere per ricaricarsi: basterebbe inserire il liquido nel loro serbatoio.