Youtube, TikTok, Instagram, Facebook e Onlyfans: come si diventa influencer e quanto si può monetizzare con un solo post
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Da un po' di anni, ormai, sempre più persone cercano di arrotondare lo stipendio o di crearsi addirittura un nuovo lavoro sui social network. Ma è una strada che funziona? E quanto si può guadagnare pubblicando foto, video e contenuti online? Che differenza c'è tra una piattaforma e l'altra dal punto di vista dei soldi? Analizziamo tutte le possibilità.
Questa è una domanda che si pongono sempre più persone. Soprattutto i giovani che nella vita reale fanno fatica a trovare un lavoro soddisfacente che garantisca uno stipendio degno di essere chiamato tale. Durante la pandemia di Covid-19, in molti hanno sfruttato il periodo del lockdown, durante il quale si è speso il 30% del tempo in più sugli smartphone, per inventarsi un nuovo lavoro sui social network. In tanti ci sono riusciti e sono diventati veri e propri influencer nei settori legati alle loro passioni. Tra gli italiani, Khaby Lame è diventato il tiktoker più seguito al mondo. Ma è così facile? Vediamo, di seguito, quanti follower bisogna avere prima di iniziare a guadagnare.
Il primo passo è essere oppure diventare esperti di un determinato argomento. Può essere, per esempio, qualcosa verso cui si nutre una passione. Non importa se si tratta di un settore di nicchia, l'importante è riuscire a divulgare le proprie conoscenze diventando un esperto riconosciuto dalla comunità online. Dunque, il primo consiglio è appassionarsi e studiare un argomento in maniera approfondita, diventarne esperto e aprirsi un blog personale. Può aiutare frequentare gruppi tematici e creare relazioni con gli altri influencer del settore. Ma quello che fa la differenza è riuscire a creare e condividere contenuti di successo, che siano seguiti da un numero più alto possibile – e crescente – di persone. Solo così si può iniziare a guadagnare.
A seconda del numero di follower che si hanno, gli influencer si dividono in varie categorie. Per capire come funziona, basta pensare a una piramide: sul gradino più basso ci sono i nano influencer, cioè coloro che hanno a malapena mille follower, cioè 1.000 persone che li seguono e fino a 10mila. Se il settore nel quale producono e condividono contenuti è molto inflazionato, da un punto di vista del marketing la loro esperienza è irrilevante: i numeri sono troppo bassi perché possano ottenere una sponsorizzazione. Diverso il discorso se “lavorano” in un settore di nicchia, dove un brand che intende raggiungere quel tipo di pubblico potrebbe essere interessato a sponsorizzare un nano influencer ritenuto autorevole all'interno della cerchia ristretta, ma assolutamente poco inflazionata, in cui opera.
Se i nano influencer arrivano a mille follower, i micro influencer ne hanno tra 10.000 e 100.000 follower. Se è vero che non si tratta di numeri straordinari, è anche vero che spesso queste persone operano in settori di nicchia dove riescono a vantare un ampio coinvolgimento di fan. Diventano, quindi, appetibili da un punto di vista del marketing e le aziende che operano nello stesso settore potrebbero avere interesse a coinvolgerli in campagne di marketing. Ma attenzione: non sempre accettare tutte le offerte è fruttuoso. I più esperti sanno perfettamente che è meglio scegliere con cura le proprie collaborazioni per mantenere la reputazione che si sono creati.
Superati i centomila follower si comincia a entrare nell'area dei macro influencer. Con il crescere dei numeri aumentano anche i guadagni. Più ci si avvicina a un milione di follower e più si viene ritenuti “famosi” e interessanti dalle aziende importanti, che sono disposte a investire in campagne social. Un macro influencer può arrivare a guadagnare anche 10mila euro per un singolo post. Superato il milione di follower, si entra nell'area dei mega influencer: le vere e proprie star dei social network che, a seconda del numero di follower e della fama ottenuta, possono arrivare a guadagnare come i divi di Hollywood.
Piattaforme come Youtube e TikTok prevedono pagamenti diretti per i creator, cioè i creatori di contenuti. Sulle altre piattaforme questo non avviene. I guadagni sui social derivano principalmente dalle sponsorizzazioni e collaborazioni che le aziende per campagne di marketing e dal sostegno di propri follower disposti a fare abbonamenti o donazioni virtuali.
Su questa piattaforma i guadagni arrivano dai video pubblicitari che precedono i contenuti o che li interrompono per pochi secondi durante la visualizzazione degli utenti. Youtube paga direttamente i creator o youtuber, ma bisogna raggiungere determinati scaglioni di iscritti e visualizzazioni. Per poter arrivare a chiedere di monetizzare i propri video e contenuti bisogna avere raggiunto almeno 500 iscritti e 4 mila ore di visualizzazione negli ultimi 12 mesi. In alternativa, bisogna avere totalizzato 10 milioni di visualizzazioni negli ultimi 90 giorni per i propri video short, quelli che durano al massimo 60 secondi. Raggiunti questi scaglioni, si può fare la richiesta di monetizzazione, compilando un apposito form. A questo punto, ogni mese Google farà i bonifici.
Dipende da diversi fattori: numero di follower, sponsorizzazioni, abbonamenti e donazioni. C'è chi arriva anche a duemila euro per contenuto tra pubblicità, collaborazioni con i brand e sostegno di propri follower.
Questa piattaforma funziona in modo un po' diverso da Youtube. TikTok paga i propri creator attraverso un Fondo. I guadagni sono in media ripartiti così: da 2 a 4 centesimi per 100mila visualizzazioni al mese. Profili con circa 200mila follower specializzati in settori come la moda possono guadagnare fino 1.800 euro a contenuto. Poi ci sono le monete virtuali che arrivano dalle dirette streaming.
Questa piattaforma non paga direttamente i propri creator. Qui i guadagni dipendono dalla propria iniziativa, da quanto piacciono e sono innovativi, coinvolgenti, seguiti i propri contenuti. Infatti, più si è “famosi” e più le aziende sono disposte a investire sui creator come propri testimonial.
Nonostante sia diventata famosa come piattaforma dedicata a contenuti sessualmente espliciti, Onlyfans si presta anche ad altri tipi di pubblicazioni. Qui i guadagni dipendono dal numero di abbonati. Esclusi casi come quello della insegnante che si è licenziata e ha guadagnato un milione di euro in tre anni grazie ai propri contenuti espliciti, considerando un canone di 4,99 euro al mese, chi riesce a raggiungere 500 abbonati può guadagnare circa 2.500 euro al mese. Da questa cifra va, però, dedotto il 20% di commissioni trattenute dalla piattaforma.
Su questa piattaforma si inizia a poter monetizzare i propri post una volta raggiunti i 10mila follower. In particolare: da 10.000 a 50mila follower si guadagnano al massimo 100 euro per post. Da 50mila a 100mila si può monetizzare tra 100 e 400 euro a post. Da 10mila a 300mila follower si può guadagnare tra i 400 e i 750 euro a post, e da 300.000 a 1 milione di follower tra i 750 e i 1500 euro per post. Infine, da un milione a tre milioni di follower si possono guadagnare tra 1.500 e 2.500 euro per post. Con oltre 3 milioni di follower si possono guadagnare tra 2.500 e 5.500 euro per post.