Secondo gli ultimi studi, gli italiani over 29 hanno un rapporto difficile con la tecnologia e non sanno usare il computer. A rischio le future generazioni
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Un italiano su tre non sa navigare su Internet e pochi docenti sanno insegnare l'uso del computer nelle scuole. A dirlo è l'Ocse nel suo "Skills Outlook 2019", il report in cui si valuta la capacità dei paesi membri di sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. L'Italia ne esce male: solo il 21% delle persone tra i 16 e 65 anni è "alfabetizzato digitale", peggio di noi solo Turchia e Cile.
Internet accompagna le nostre vite in ogni momento della giornata, ma solo il 36% degli italiani è capace di utilizzarlo in modo "consapevole e approfondito". Il problema riguarda soprattutto gli adulti e gli anziani, se si pensa che un over-29 su tre non ha alcuna capacità di comprensione dei sistemi tecnologici. Un risultato che si piazza ben al di sotto della media Ocse del 17%, ma almeno è lontanissimo dalla Turchia, in cui il 60% degli adulti non sa usare Internet o addirittura non ha mai avuto esperienze informatiche.
Le nuove generazioni, invece, se la cavano piuttosto bene: i giovani dai 16 ai 29 anni hanno un livello soddisfacente di competenze nell'utilizzo del computer, così come gli under-15 che si piazzano in linea con la media mondiale. Anche il tasso di iscrizione alle scuole dell'infanzia è fra i più alti nel mondo, ma preoccupano i professori: i ragazzi imparano da soli a rapportarsi con la tecnologia sin dalla tenera età, dato che tre docenti su quattro hanno dichiarato di non avere capacità tecnologiche sufficienti per garantire un insegnamento digitale. Peggio di noi solo la Russia.
Lo scopo dichiarato dallo Skills Outlook è "conoscere le capacità informatiche delle varie popolazioni del mondo, in modo tale da garantire che, grazie all'uso consapevole delle nuove tecnologie, la vita di tutti possa migliorare". All'interno del corposo volume di quasi 300 pagine, infatti, è spiegato a margine di ogni analisi che "la digitalizzazione delle economie e della società è il futuro". E tutti dovrebbero essere "capaci di affrontare le innovazioni", come sostiene l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
Una sfida che, a quanto pare, l'Italia non è capace di affrontare allo stato attuale. L'Ocse ha deciso di mettere un "bocciato" sulla pagella italiana, spiegando che "la popolazione spesso non ha le capacità fondamentali per prosperare in un mondo digitale, sia individualmente che nel lavoro. Oltretutto i sistemi di insegnamento non sono sviluppati in modo tale da creare lavoratori capaci di qualificarsi o imparare nuove abilità durante la propria vita. Un problema cruciale in un mondo che cambia rapidamente". A farci compagnia in questo risultato ci sono Cile, Grecia, Lituania, Slovacchia e Turchia.