Sarà carne di pollo sintetica, creata senza uccidere animali. Primi esperimenti anche in Italia, ecco cosa c'è da sapere.
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Mercoledì 21 giugno due aziende californiane hanno ricevuto l'approvazione dal Dipartimento Usa per l'Agricoltura (USDA) per la produzione e la vendita di carne di pollo cresciuta in laboratorio. Questo cibo cresce a partire dalla moltiplicazione delle cellule muscolari degli animali: secondo i produttori sarebbe in tutto è per tutto nutriente come la carne convenzionale. Ma non necessita della morte di animali.
L'approvazione della Usda è avvenuta per le due società nascenti Upside Food e Good Meat, come riportato dal quotidiano The Washington Post. L'approvazione, in questo caso dopo una seconda ispezione, è avvenuta anche per l'azienda associata di Good Meat, Joinn Biologics. Si tratta delle prime aziende che avranno l'occasione di portare sui banchi dei supermercati questo prodotto atteso da anni dai più curiosi. Per il momento l'approvazione riguarda soltanto la carne sintetica di pollo
Le aziende che si occupano di questo settore nascente hanno dei laboratori in cui raccolgono cellule da animali veri e propri, cresciuti in condizioni ottimali. L'aspetto di questo alimento cresciuto in laboratorio è indistinguibile da quello della carne convenzionale, così come lo sarebbe il suo sapore. Ma presenta anche degli alti vantaggi, a partire da quello igienico-sanitario. La carne sintetica non necessita di iniezioni di antibiotici per crescere bene. Questo perché gli ambienti dei laboratori in cui avviene la crescita cellulare sono sterilizzati e qualsiasi operazione sugli alimenti viene effettuata da veri e propri scienziati, con tanto di guanti e camice. Anche in Italia ci sono delle start-up che stanno pensando di portare la carne artificiale nei supermercati del nostro Paese. Nel video qui sotto l'esempio di una start-up di carne sintetica con sede a Roma.
La carne è una delle fonti di proteine più consumate al mondo, ma anche uno dei cibi con il più alto impatto ambientale. L'uomo ha bisogno di consumarla per ottenere vitamine essenziali, come la B-6 o la B-12. Queste vengono assunte sotto forma di integratori nelle diete vegane, ma necessitano comunque di essere prodotte - anche solo in minima parte - da fonti animali. L'alternativa delle carni sintetiche a quelle tradizionali è vista come un modo di mitigare il cambiamento climatico. E c'è un dibattito aperto su quanto profondo sarebbe l'impatto delle carni sintetiche. Per adesso ci sono pochi laboratori, essendo un settore economico nascente. Ma è difficile prevedere quanto un'industria sviluppata e con centinaia di migliaia di laboratori sparsi per il mondo potrebbe influire sul clima globale.
Secondo un'analisi del 2020 dell'agenzia dati inglese Our World in Data, effettuata su 38mila allevamenti sparsi in 119 Paesi, i prodotti di derivazione animale come le carni rosse producono da 10 a 50 volte più gas serra rispetto ai prodotti vegetali. La carne bovina svetta in cima alla classifica con un impatto ambientale quasi triplo rispetto a ogni altro tipo di carne animale. Ciò è dovuto soprattutto alle emissioni di metano delle stesse mucche durante tutte le fasi della crescita in allevamento. 60 chili di gas serra per produrre un chilo di manzo. Per generare un chilo di banane, ad esempio, occorrono solo 0,7 chili di gas serra.
Un'altra soluzione per ridurre il nostro impatto ambientale, sempre secondo lo studio, è di consumare prodotti quanto più vicini a dove viviamo. Le diete "a chilometro zero" generano meno emissioni perché tolgono buona parte della componente legata alla conservazione e al trasporto per lunghe distanze del cibo. Ma non è abbastanza. Stando a un altro studio del 2008, pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology, il trasporto e la conservazione della carne negli Usa concorrono solo per il 5% delle emissioni totali di gas serra.