La svolta

Usa, McDonald's e Starbucks in campo per limitare l'uso del wifi

Le grandi catene aderiscono all'appello lanciato dalle organizzazioni in difesa della famiglia: un filtro bloccherà l'accesso ai siti hot

20 Lug 2016 - 11:43

Fino a pochi giorni fa i clienti dei giganti della ristorazione Usa Starbucks e McDonald's potevano entrare, sedersi e godersi un accesso totalmente gratuito alla rete wifi. Ora non sarà più così: le associazioni a difesa dei diritti delle famiglie hanno vinto la loro battaglia convincendo i due colossi della ristorazione fastfood a bloccare l'accesso ai siti porno.

Le organizzazioni - Donna Rice Hughes, presidente di Enough is Enoughun'organizzazione no profit fondata nel 1994 e dedicata alla sicurezza oline dei bambini, ha plaudito alla notizia ben consapevole ''del legame diretto fra pornografia, sfruttamento sessuale e predicazione di minori via web".
L'associazione si è detta convinta che la scelta delle due multinazionali sia stata un atto di responsabilità aziendale in seguito a una campagna di prevenzione che aveva raccolto migliaia di adesioni.

Anche Alba Hawkins, direttrice esecutiva del Centro Nazionale contro lo sfruttamento sessuale, si è complimentata con le due aziende augurandosi che questo esempio venga seguito da tutte le società americane.

Il primato - In realtà il primato andrebbe alle piccole catene come Panera Bread e Chick-fil-A, ma è con McDonald's e Starbucks che il filtro diventa mainstream. Dalle aziende fanno sapere che l'obiettivo è quello di creare un ambiente sicuro per i propri clienti sopratutto per le famiglie.

Se si sommano i locali a firma McDonald's e le filiali della caffetteria si raggiunge il numero di 21mila punti vendita a prova di filtro.

La scelta si inserisce in un momento in cui quasi tutte le aziende americane hanno deciso di mettere un freno agli accessi illimitati ai contenuti internet. Persino il ceo di Playboy, Scott Flanders, ha ammesso in una recente intervista che "c'è troppo porno nella società americana'', decidendo di eliminare da febbraio il nudo in copertina.

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