Il produttore canadese We-Vibe condannato da un tribunale dell'Illinois
Potrebbero essere l'ultima frontiera del sesso estremo, adatti soprattutto nel periodo primaverile, in cui l'organismo "si risveglia". Ma al momento, invece di essere apparecchi gioiosi per coppie e non, si stanno dimostrando una pericolosa minaccia per la privacy. Pertanto, un tribunale dell'Illinois, negli Stati Uniti, ha multato la We-Vibe, produttore canadese di vibratori "smart", poichè i suoi prodotti registrano dati sulle abitudini sessuali dei clienti senza il loro consenso.
L'accessorio, in vendita per un centinaio di dollari, connesso al bluetooth e controllato da un'apposita app, permetterebbe alle coppie "di tenere accesa la loro fiamma, insieme o separatamente". A loro sarebbe consentito controllare il vibratore da remoto, anche attraverso il web. La app ha però mostrato non pochi problemi: i dati verrebbero raccolti dalla Standard Innovation, la casa madre di We-Vive. Insomma, dettagli piccanti, quali la temperatura dell'apparato o l'intensità della vibrazione, non rimarrebbero più privati.
A svelare i problemi sono stati gli hacker "golfish" e "follower" ad una conferenza a Las Vegas. In tale occasione, hanno anche messo in guardia gli utenti da possibili "attivazioni abusive del vibratore, che corrispondono a potenziali violenze sessuali". In base alla sentenza della corte, ogni cliente potrà ottenere un risarcimento di 10mila dollari.