l'anteprima

Videogame, su Ps4 il ritorno di Uncharted: per Drake sarà... la fine

Tgcom ha intervistato gli sviluppatori di uno dei giochi più attesi dell'anno: "Volevamo un eroe "normale" e ci siamo riusciti"

di Gian Luca Rocco
04 Apr 2016 - 16:34

Nathan Drake è molto di più di un Lara Croft senza gonnella (anche perché la nostra archeologa di riferimento preferisce pantaloncini e abbigliamento decisamente più casual). E' uno dei pochi personaggi dei videogame ad essere emersi nell'ultimo decennio. E lo ha fatto come protagonista di una delle serie più amate su Playstation, ossia quella di Uncharted. Le vicende del discendente del pirata Drake, infatti, hanno appassionato i videogiocatori che aspettano con ansia il suo ritorno e debutto sulla Ps4. L'attesa è quasi terminata: il quarto capitolo del gioco, infatti, uscirà infatti il 10 maggio e, dovrebbe chiudere davvero un ciclo. Tgcom ha messo le mani sulla prima versione giocabile, assaggiando uno spezzone dell'avventura, e le promesse di un epilogo grandioso, chiassoso e anche un po' commuovente, sembra possano essere rispettate in toto.

Dalle origini all'epilogo: la fine di un ladro La fine di un ladro non è solo il sottotitolo dietro all'ultimo Uncharted, ma una vera e propria dichiarazione di intenti visto che dovrebbe concludere in modo coerente le vicende aperte nel 2007 con la scoperta del diario di Sir Francis Drake, pirata leggendario (e realmente esistito) e avo del protagonista. Vicenda che, nell'episodio conclusivo, vedrà Nathan cercare un tesoro da 400 milioni di dollari sottratto dalla lega dei pirati capitanata da Henry Every altro corsaro realmente passato alla storia per l'assalto, riuscito, a una nave dell'impero indiano, urtando la sensibilità della corona inglese. Una caccia che lo vedrà scontrarsi contro una coppia temibile, formata da un avventuriero rivale e una donna a capo di un pericoloso manipolo di mercenari.

E finalmente, dopo una lunga attesa, abbiamo potuto provare sul campo le novità di questa versione. Il gioco, lo ricordiamo, è uno sparattutto in terza persona con le coperture. Ovvero, il nostro eroe, dotato di grande agilità, può arrampicarsi, saltare ma soprattutto appostarsi dietro praticamente ogni tipo di riparo per avere la meglio su orde di nemici particolarmente aggressivi. Insomma, si spara, nascondendosi da un rifugio all'altro per cercare di schivare il fuoco nemico e aggirare l'avversario.

Le novità: mezzi da guidare e silenzio da rispettare Ma le novità non mancano. Lo scenario che abbiamo potuto ammirare, le pendici di un vulcano tra fiumi, fango e vegetazione comunque piuttosto bassa, è da mozzare il fiato. I ragazzi della Naughty Dog, infatti, da sempre riescono a spremere la console, ma questa volta sembrano essersi superati. Il dettaglio è altissimo e gli effetti sfiorano il fotorealismo. Da quelli della polvere fino al fango che resta attaccato alle gomme o alle suole, dalla lontananza dell'orizzonte fino alla trasparenza dell'acqua, siamo di fronte a qualcosa di mai visto prima in un videogioco. Per non parlare dei volti, da sempre pezzo forte della produzione: espressivi, dettagliati, indistinguibili da un attore in carne ed ossa. Ma se, tutto sommato, alle meraviglie tecniche siamo abituati, chi temeva che l'azione sul campo potesse guastarsi, può stare tranquillo. Uncharted è sempre Uncharted, con i suoi tanti pregi e i suoi atavici difetti. Se il genere non vi piace, difficilmente potrà convincervi questo quarto capitolo. Altrimenti, state tranquilli che è prevista una buona dose di azione, tra sparatorie, uso intensivo del gancio da arrampicata per gli spostamenti veloci, la solita pletora di armi e di nemici capaci di utilizzare strategie piuttosto sofisticate. 

Due, però, le novità. La prima, riguarda direttamente il combattimento. E' possibile marcare il nemico che, in questo modo, sarà sempre visibile, anche attraverso i muri. Un modo per avere una panoramica generale e utlizzare tattiche diverse, perché, ad esempio, il silenzio sarà ripagato. Appostarsi e nascondersi, infatti, sarà più facile, grazie anche ad un indicatore di minaccia che segnala quando si viene scoperti. Eliminare in modo "pulito" il nemico, a differenza degli altri Uncharted, sembra molto più semplice, gratificante e anche utile, visto che si possono sfrondare le fila senza sparare un colpo. L'altra novità, decisamente attesa e gradita, riguarda l'uso dei veicoli. Nella demo che abbiamo potuto completare, infatti, i nostri tre eroi (Nathan, suo fratello e l'amico Sulivan) erano dotati di un bel fuoristrada che permette di aumentare "la scala" del gioco. Gli scenari da esplorare, infatti, diventano davvero enormi e ricchissimi di oggetti da trovare, indispensabili per i maniaci del collezionismo ma anche per comprendere in pieno la storia. La Jeep si guida in modo facile e intuitivo e si arrampica praticamente ovunque. In più, è dotata di un gancio che può essere estratto "allargando" ancora di più le possibilità del gioco.

L'intervista: "Nathan uno di noi" L'anteprima, insomma, è un ottimo antipasto per quello che è uno dei giochi più importanti (e attesi) dell'anno. Abbiamo fatto due chiacchiere con Arne Meyer, capo della comunicazione di Naughty Dog.

Perché questo quarto capitolo dovrebbe essere il migliore della serie e cosa dobbiamo aspettarci?
Uncharted 4 è la storia che avremmo da sempre voluto creare, è il completamento perfetto della serie, la sue massima espressione. Dal primo episodio sono cambiate tante cose e questo, sicuramente, è quello più ambizioso, anche per i miglioramenti tecnologici che ci sono stati e di cui abbiamo potuto approfittare. Per quanto riguarda il gioco, è a tutti gli effetti "un Uncharted", ma abbiamo lavorato tantissimo sulla storia e sui legami tra i personaggi. Durante lo svolgimento, si crea una vera e propria chimica tra di loro, vengono messi in gioco sentimenti forti. Ed è proprio questo che volevano: fare in modo che il giocatore sentisse e provasse le stesse emozioni dei personaggi, stringendo con loro una sorta di "patto" emotivo.

Nathan Drake è sicuramente uno dei personaggi dei videogame più "iconici" degli ultimi 10 anni. Qual è il segreto del suo successo e come siete arrivati a lui?
Quando abbiamo iniziato a pensare al personaggio di Nathan Drake, volevamo che fosse unico e speciale. Ma nello stesso tempo doveva essere una persona normale, qualcuno che tu potresti incontrare in giro, al bar e non diresti mai che possa vivere delle avventure simili. Insomma, doveva essere qualcuno, anche come carattere, che il giocatore potesse incontrare nella vita reale. Quando abbiamo creato il personaggio, abbiamo pensato davvero a diverse tipologie, sia fisiche sia caratteriali. Supermuscolosi, veri uomini duri, quasi dei supereroi. Ma alla fine volevamo qualcuno che fosse credibile e credo che ci siamo riusciti.

Da sempre i personaggi femminili nei vostri giochi, Uncharted ma anche The Last of Us, sono sofisticati, poliedrici, lontani dagli stereotipi delle donne nei videogame. A questo proposito, anche alla luce delle ultime polemiche, pensa che ci sia un problema per quanto riguarda la figura femminile nei videogame oppure no?
Io credo che il settore dei videogiochi sia un mercato comunque giovane che deve trovare la sua strada precisa. In più, il pubblico è davvero tra i più vasti: chiunque gioca, uomini, donne, persone di ogni età. Nella sua crescita troverà sicuramente un modo per evitare brutti scivoloni. Per quanto ci riguarda, i nostri personaggi devono cercare di coinvolgere tutti, emozionare ma soprattutto risultare credibili. E' per questo che non importa quale sia il loro sesso o la razza: l'mportante è che siano credibili, profondi e creino un legame con il giocatore.

Un'ultima domanda: questo sarà l'episodio finale della storia di Uncharted e chiuderà il ciclo di Nathan Drake. Siete stati molto coraggiosi, non avete un po' paura per questa rinuncia?
Spaventati perché questo è l'ultimo capitolo? Da sempre avevamo deciso di andare avanti finché avessimo avuto qualcosa da raccontare. Fin dall'inizio, avevamo deciso che avremmo continuato a fare giochi su Nathan finché ci sarebbe stato qualcosa di nuovo, finché avrebbe avuto un senso. Abbiamo preso questa decisione perché riteniamo che questo ultimo capitolo porti a compimento un ciclo. Sentiamo che è giunto il momento di fermarci e siamo fiduciosi che i giocatori capiscano che l'abbiamo fatto nel miglior modo possibile.

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