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Nel corso dell'audizione davanti alla commissione Giustizia, i ceo delle principali piattaforme sono stati chiamati a rispondere su quanto abbiano realmente investito sulla sicurezza dei minori
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Mark Zuckerberg ha chiesto scusa ai genitori dei ragazzi che sono morti o hanno sofferto abusi a causa dell'uso dei social media. Le scuse del ceo di Meta sono giunte nel corso dell'audizione davanti alla commissione Giustizia del Senato degli Stati Uniti, dove i ceo delle principali piattaforme di social media sono stati chiamati a rispondere su quanto abbiano realmente investito sulla sicurezza dei minori. "Avete le mani sporche di sangue", ha affermato il capogruppo repubblicano, Lindsey Graham.
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L’udienza è iniziata con una testimonianza registrata di bambini e genitori che hanno detto di essere stati sfruttati sui social media. Durante l’evento di diverse ore, i genitori che hanno perso figli per suicidio hanno tenuto silenziosamente in mano le foto dei loro figli morti.
“Le piattaforme qui presenti non sono le uniche responsabili di questa crisi, ma lo sono per molti dei pericoli che i minori devono affrontare online: le loro scelte in materia di design, il loro fallimento nell’investire nella sicurezza e la costante ricerca di profitti hanno messo i nostri figli e i nostri nipoti a rischio”, ha affermato il presidente della commissione Giustizia, Dick Durbin. Parole dure quelle del capogruppo repubblicano, Lindsey Graham, che ha attaccato le piattaforme, affermando: “Avete le mani sporche di sangue”.
"Mi dispiace per le cose che le vostre famiglie hanno sofferto ed è per questo che investiamo così tanto e continueremo a fare sforzi a livello di settore per assicurarci che nessuno debba affrontare le cose che le vostre famiglie hanno dovuto soffrire", ha detto Zuckerberg alzandosi in aula, rivolto alle famiglie presenti.
Predatori sessuali. Funzionalità addictive. Suicidio e disturbi alimentari. Standard di bellezza irrealistici. Bullismo. Questi sono solo alcuni dei problemi con cui i giovani si confrontano sui social media, e secondo i difensori dei minori e i legislatori, le aziende non stanno facendo abbastanza per proteggerli.
"Quello che realmente quei colossi hanno fatto e investito per impedire ai minori l’accesso alle loro piattaforme lo stabilirà il Congresso, per cui non sarà certo facile trovare una possibile soluzione a un problema che in realtà sembra ben più complesso di quanto sia immaginabile semplificare, richiedendo a big di rinunciare a parte dei loro profitti, investendo in sistemi di controllo più strutturati a favore della sicurezza dei più fragili - si legge su La Stampa -. Zuckerberg impapocchia scuse, quando poi in realtà sa che la sicurezza totale è un bersaglio inarrivabile, soprattutto se il suo colosso dovrà continuare a essere competitivo".