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Diario di viaggio alla caccia di un fenomeno che molti sognano di poter vedere.
di Giorgia Argiolas© Tgcom24
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Cosa spinge una sarda come me nella Lapponia finlandese a dicembre? Non certo le salsicce di renna (per quanto buone) o il gelo polare, quanto – ovviamente – sua maestà: l'aurora boreale. Sono andata a Rovaniemi, località molto nota perché patria di Babbo Natale, per vedere questo fenomeno ottico che sogno di osservare da quando ero piccola. Nessuno, però, prima di partire, mi aveva garantito che ce l'avrei fatta. Anzi. La mattina del mio arrivo, il 1 gennaio 2023, la receptionist dell'hotel ha avvisato altri turisti speranzosi di non sprecare soldi in un'escursione alla ricerca delle northern lights (luci del Nord, come vengono chiamate nel Nord Europa). A suo dire le condizioni atmosferiche non facevano presagire nulla di buono. Io chiaramente avevo già prenotato l'aurora hunting ben prima di mettere piede a Rovaniemi. La dipendente si è accorta della mia espressione delusa e mi ha offerto la colazione. Invece, quella sera stessa ho visto l'aurora. Così come due sere dopo. È veramente imprevedibile, così come imprevedibile è stata la proposta di matrimonio che un italiano, compagno di escursione, ha fatto alla sua fidanzata. Sotto le luci verdi tutto è più magico, anche l'amore.
L'aurora boreale tra salsicce di renna e marshmallow - L'aurora boreale è un fenomeno dovuto all'interagire delle particelle generate dal Sole con la ionosfera terrestre. Il fenomeno è visibile soltanto in alcune zone della Terra, come Groenlandia, Islanda, Alaska, Canada del Nord, Russia, Norvegia, Finlandia e Svezia. Può assumere vari colori (il più frequente è il verde) e forme. Diversi fattori contribuiscono a renderlo visibile: le condizioni atmosferiche, una buona attività solare e l'assenza d'inquinamento atmosferico (non ci devono essere luci). È quindi necessario rincorrerlo. E, per farlo, a Rovaniemi, c'è l'imbarazzo della scelta dei tour operator. Un business non indifferente basato su un fenomeno imprevedibile. Le guide inseguono l'aurora in base a diverse app e a segnalazioni, ma anche per loro ovviamente è impossibile sapere con certezza se il fenomeno si verificherà o meno.
A Rovaniemi, ho conosciuto tante guide (tra queste moltissimi italiani) che si occupano di cercare l'aurora. Giovani volenterosi che accompagnano i turisti nei laghi ghiacciati e che, dopo aver acceso un falò, forniscono salsicce (di renna o di maiale) e marshmallow da arrostire e succo di mirtillo caldo da bere. Nel mentre raccontano le leggende legate al fenomeno (come quella finlandese, secondo cui è causato da una volpe magica che spazza con la coda la neve spruzzandola nel cielo) e sperano che si manifesti. Qualsiasi caccia, infatti, può trasformarsi in una totale delusione se si va carichi di aspettative e poi non la si vede.
Una proposta di matrimonio sotto l'aurora - La mia prima aurora hunting è stata priva di aspettative causa receptionist. Sapevo, inoltre, che nell'ultimo periodo il fenomeno non si era manifestato spesso per via della continua nuvolosità e che i periodi migliori per vederlo sono l'autunno e la primavera. Dunque, quando l'ho vista (il primo gennaio il verde non era visibile a occhio nudo, ma solo tramite telefono, come capita quando l'intensità è bassa, appariva più come una scia bianca), è stata una grande emozione. Ma lo è stata ancora di più la seconda, quando il verde era più marcato e quando ho assistito a una proposta di matrimonio. Durante il falò, avevo scambiato due chiacchiere con una coppia di italiani. Erano arrivati il giorno stesso, erano cacciatori di aurora proprio come me. Dopo averla vista, sul pullman abbiamo scherzato sulla loro fortuna di vedere l'aurora al primo tentativo. Quindi lei, quasi in lacrime, mi ha confidato: "E mi ha anche chiesto di sposarlo, piango da un quarto d'ora". Al vedere le foto non nego che una lacrima è scesa pure a me.