Donnavventura

Donnavventura alla scoperta del Deserto di Atacama

Un viaggio in Cile tra geyser, vulcani e fenicotteri rosa

29 Lug 2016 - 12:52

Il vulcano Licancabur si staglia verso il cielo in un panorama preistorico, che sembra essersi mantenuto identico nei millenni, conservato come all’interno di una bolla temporale che ne ha tutelato la magia ed il mistero. Le morbide alture dell’altopiano andino, disegnano sinuose valli che si susseguono a quattromila metri di quota, contornate dalle alte cime della cordigliera de Domeyko, formatasi quando del mondo ancora non si ha memoria, a seguito dello scontrarsi delle zolle tettoniche.

Immobilità, pace e silenzio creano uno scenario suggestivo e trascinante, dove lo sguardo si perde posandosi sempre più lontano, su rilievi che si fanno incerti per via della distanza. Le tonalità dell’ocra e del rosso donano al panorama un’armonia cromatica rassicurante e calda, anche le agili vigogna, con il loro manto dorato, un tempo proprietà esclusiva dei sovrani inca, si amalgamo all’ambiente, creando qui e là, l’illusione del movimento.

Questo luogo, che per certi versi potrebbe ricordare la Patagonia è in realtà il Norte Grande del Cile; è l’Atacama, con il suo deserto, uno dei luoghi più aridi al mondo, i salar e i vulcani che ancora gorgogliano, come nel caso del bacino geotermico del vulcano Tatio, dove getti di acqua bollente e vapore, createsi nelle profondità della terra per via del contatto con la lava incandescente, creano scenari quasi apocalittici. Qui a dominare è il bianco dei depositi salini e dei vapori caldi che ti avvolgono, regalando un piacevole tepore che subito svanisce non appena cambia il vento. Rosa invece è il colore dei fenicotteri che amano le acque salmastre del Salar de Atacama, uno dei bacini salati più ampi del pianeta. Con le loro lunghe zampe si mantengono al di sopra del livello dell’acqua, che setacciano servendosi del particolare becco, in cerca del loro nutrimento.

Si torna poi al bianco quando ci si inoltra nella Valle della Luna, un ambiente surreale che deve il suo nome dalle insolite formazioni geologiche che lo caratterizzano. Fa parte della riserva nazionale de Los Flamencos ed è composta principalmente da gesso, argilla e salgemma; anche in virtù della composizione del terreno, quest'area presenta una grande varietà di sculture naturali, stratificazioni e sfumature di colore davvero notevoli. La porta d’accesso a questo immenso deserto è il piccolo centro abitato di San Pedro de Atacama, situato a 2400 metri di altitudine, che conta circa cinque mila apersone ed è immerso anch’esso in un’atmosfera di placida immobilità dove lo scorrere del tempo sembra l’ultimo pensiero dei suoi serafici abitanti.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri