Le inviate esplorano la graziosa cittadina tutta azzurra nella parte settentrionale del Paese
© istockphoto
Incastonata tra le montagne del Rif, nel nord del Marocco, è situata una delle cittadine più caratteristiche del paese: Chefchaouen. A circa 100 km da Tangeri è l’ultimo baluardo prima del Mediterraneo e della penisola iberica. Il suo nome originario era Chaouen, e venne ribattezzata solo nel 1975 con Chefchaouen che significa “Guarda le vette”.
Una piccola opera d’arte a cielo aperto, una cittadina dipinta di blu, in tutte le sue sfumature. La sua impronta spagnola, con le case imbiancate a calce, i tetti in tegole e i patii, risalgono all’immigrazione del 1494 dei profughi musulmani ed ebrei da Granada. La città fu chiusa al pubblico sino al 1920, anno dell’arrivo delle truppe spagnole. E solamente nel 1930 Chefchouen adottò il colore azzurro.
L’antica Medina è un mix di influenze arabe e andaluse, ed è caratterizzata da archi, piccole piazze e viuzze ripide che convergono nella piazza Uta El Hammam, cuore vibrante del paese.
Merita una visita la Kasbah, la fortezza fortificata che ora ospita un grazioso giardino, un museo etnografico e una piccola galleria d’arte.
Il suk offre prodotti di artigianato locale: dalle ceramiche alle borse in pelle, dalle spezie alla gioielleria in argento.
Un punto di partenza ideale per rilassarsi e andare alla scoperta degli scenari naturalistici della zona.