Questa terra ha vissuto negli anni diverse sciagure. Una natura rigogliosa e un popolo poverissimo
Haiti sorge insieme alla Repubblica Dominicana sull’Isola Hispaniola: la prima scoperta da Cristoforo Colombo approdato nel Nuovo Mondo, occupandone la metà occidentale. Terra di deportazioni di schiavi africani e di pirati, Haiti pare essere afflitta da una sorta di maledizione: a pochi chilometri dalla spensierata Repubblica Dominicana, ha subito, infatti, nel corso degli anni varie sciagure che l’hanno ridotta a uno dei paesi più poveri al mondo, il più povero dell’emisfero settentrionale. L’80% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno, il 70% non ha lavoro.
Già alla frontiera che divide il territorio haitiano da quello dominicano, la situazione preannuncia uno scenario spaventoso: ad Haiti si accede attraverso un semplice cancello, presidiato da militari armati, e si entra in un mondo di macerie, completamente diverso da ciò che si può incontrare nell’altra metà di isola, lasciandosi decisamente alle spalle l’atmosfera spensierata e festosa tipicamente dominicana.
Dopo lunghi periodi di carestie e diffusioni di colera, nel gennaio 2010 il terremoto più forte mai registrato nell’emisfero occidentale ha raso al suolo la capitale Port-au-Prince e l’intera Isola, peggiorando una situazione già da tempo critica.
Gli effetti devastanti del terremoto sono ancora ben visibili, tant’è che è difficile stabilire quanti abitanti vivano nella capitale, circondata da baraccopoli situate sulle colline.
Lontano dalla capitale il clima è certamente più disteso e la gente vive meglio, ma le condizioni generali rimango davvero difficili. La popolazione haitiana vive soprattutto di pesce, frutta, verdura: un’agricoltura di sussistenza, praticata su piccola scala.
Non è impossibile, però, lasciando la capitale e dirigendosi verso sud, scorgere scenari bucolici di rara bellezza. Ne è un esempio perfetto la piccola isola di Ile-a-Vache, situata dinnanzi alla cittadina di Les Cayes, che nasconde dei veri e propri tesori inesplorati: ex covo di pirati, l’isola è stata definita una delle ultime vergini delle Antille; un’oasi pacifica davvero invitante che fa ricordare che ci si trova ai Caraibi, uno dei luoghi al mondo dove la natura ha dato il meglio di sé.
Questo gioiello è raggiungibile solo in barca e il suo nome non è casuale: sull’isola abitano poche centinaia di persone che convivono con le mucche, e qualche altro animale come capre e cavalli, che si possono vedere pascolare liberamente.
Ile-a-Vache è un’apparizione, il luogo incontaminato e pacifico per eccellenza: un enorme contrasto con il resto del Paese che vale la pena assaporare.