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Donnavventura: in Etiopia, tra spettacolari formazioni geologiche e caldo infernale

Le inviate esplorano i paesaggi fantastici del Dallol e affrontano condizioni estreme

17 Lug 2018 - 15:01
 © donnavventura

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Nell’Etiopia nord orientale, lungo la Great Reaf Valley, a cento metri sotto il livello del mare, in un paesaggio lunare di vulcani che ribollono e grandiose formazioni sulfuree, si trova la Depressione della Dancalia, uno dei luoghi più affascinanti del pianeta. A pochi chilometri dal confine con l’Eritrea, si trova il paese di Dallol, nei pressi dell’omonimo cratere, in un’area di geyser e sorgenti calde. Questa località è considerata ufficialmente il luogo più caldo della terra con una temperatura media annua costante di 34,4°C.

Questa estesa area salina e desertica con le sue stravaganti forme geologiche e i colori accesi regala uno scenario magico e surreale. Le sfumature cromatiche in superficie denotano la presenza di minerali nel sottosuolo, in particolare i sali, quali il cloruro di potassio, il magnesio e lo zolfo.
La sua superficie sembra cristallizzata eppure, al di sotto della sua crosta rocciosa, sono attivi geyser, coni di sale, fumarole che emettono gas tossici e laghi acidi.

Non a caso Dallol, in lingua afar, significa 'disciolto' e vuole indicare i pericoli e le insidie che questo luogo, con le sue sorgenti acide, può rappresentare per l’uomo.
Questo paesaggio apocalittico è in continua evoluzione, qui tutto si muove da circa 30 milioni di anni, quando il magma, fuoriuscendo dalla crosta terrestre, cominciò a dividere la Penisola Arabica dall’Africa, dando vita al Mar Rosso e al Golfo di Aden. Raffreddandosi, la risalita di lava diventa più densa e senza rendersene conto, ci si trova nel cuore pulsante del pianeta.

Un altro luogo particolarmente suggestivo è la Piana del Sale, una distesa compatta di circa 600 km, formatasi a partire dal quaternario, ovvero, il periodo geologico più recente, a seguito dell’evaporazione di un mare interno. Fin dall’antichità il sale, preziosa risorsa di questo angolo del mondo, è stato utilizzato in Etiopia come una sorta di valuta. Qui, la popolazione nomade degli Afar, che tuttora abita questo luogo stupefacente quanto complesso, insieme ai loro cammelli, continua ad occuparsi dell’estrazione a mano del sale, compiendo chilometri lungo l’antica pista, per raggiungere i mercati dove verrà barattato.

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