Donnavventura: le meraviglie e i misteri dell'Isola di Pasqua
© donnavventura
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Quasi ai confini del mondo: il suo nome Rapa Nui significa grande roccia
Un’isola remota avvolta da un’aurea mistica: è l’isola di Pasqua, e si dice sia l’isola più lontana del mondo. Che la si chiami Isola di Pasqua, Easter Island o Rapa Nui, che letteralmente significa “grade roccia”, si tratta del luogo più isolato del Pacifico. Questo isolotto si trova lungo la rotta che collega la Polinesia Francese a Santiago del Chile. Il nome dell’isola deriva dal giorno in cui fu scoperta, una domenica di Pasqua, nel lontano 1722 da un ammiraglio olandese.
L'isola di Pasqua è un'isola vulcanica formata da tre vulcani inattivi, il Terevaka, il Poike e il Rano Kau. Un altro vulcano è il Rano Raraku, caratterizzato da un ambiente paesaggistico peculiare. Il suo cratere, infatti, oggi ospita un incantevole lago intorno al quale pascolano cavalli selvaggi. Questo vulcano è un luogo particolare poiché è considerato il vivaio dei giganti di pietra, i custodi di quest’isola, i Moai.
Questi sono l’immagine più rappresentativa dell’isola, apparentemente tutti simili, ma in realtà pochissimi sono identici. Enormi busti di roccia tufacea, dal peso anche di ottanta tonnellate, la cui costruzione ancora oggi rimane un enigma. Molti hanno visi ben delineati, con naso prominente e mento allungato. La maggior parte rappresenta figure maschili, ma diversi esemplari sono corpi femminili e l’isola ne è completamente disseminata. Nella maggior parte dei casi si tratta di statue monolitiche, ossia ricavate e scavate da un unico blocco di tufo vulcanico. Alcune di esse presentano sulla testa una sorta di acconciatura, un blocco di tufo cilindrico, ma di un altro colore. Gli archeologi ritengono che le acconciature cilindriche dal colore rossastro, fossero un tempo diffuse tra gli abitanti maschi di Rapa Nui.
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Questi Moai furono realizzati e trasportati nei vari altari dei luoghi di culto sacri, tra il XII e il XV secolo; la costruzione fu poi interrotta nel XVI secolo.
Oggi numerosi Moai spuntano solo con il busto o con la testa, poiché i detriti e la terra si sono depositati, ricoprendoli quasi completamente.
Sull’isola di Pasqua tutto è incentrato sull’eco-turismo e le attività sono per lo più a gestione famigliare. Il piccolo ma vivace villaggio di Hanga Roa, con modeste abitazioni, vanta belle spiagge ed offre diverse possibilità di ristoro lungo la costa, dove poter gustare dell’ottimo pesce fresco. Hanga Roa è riuscita a conservare un ritmo di vita rilassato, ma coinvolgente.
Scendendo negli abissi, si può notare come la fauna marina non sia delle più ricche, ma custodisce un tesoro archeologico dal valore inestimabile. La zona costiera dell’isola è la più suggestiva, con scogliere a picco sul mare, rocce nere bagnate da onde vivaci e schiumose dell’oceano.
L’isola di Pasqua è piena di energia che investe chiunque ci si rechi. Un luogo avvolto da magia e mistero, dove lasciarsi dominare dall’antichità e dalla natura.