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Donnavventura: l’Isola di Pasqua, una destinazione magica

Uno dei luoghi più remoti e misteriosi della terra, in tutto il suo meraviglioso fascino  

04 Giu 2021 - 06:00

Si dice che sia l’isola più lontana del mondo, enigmatica e selvaggia: stiamo parlando dell’Isola di Pasqua. Il suo nome si deve al fatto che venne scoperta dal navigatore olandese Jacob Roggeveen, uno dei maggiori esploratori dell'Oceano Pacifico orientale, proprio nella domenica di Pasqua del 1722. 

Questo isolotto si trova lungo la rotta che collega la Polinesia Francese a Santiago ed è il luogo più isolato del Pacifico. Il suo nome, Isola di Pasqua, Easter Island o Rapanui significa letteralmente “grade roccia”.
Il territorio si compone di quattro vulcani: il Terevaka, il Poike, il Rano Kau e il Rano Raraku. Quest’ultimo è un luogo molto particolare perché considerato il vivaio dei giganti di pietra, i custodi di quest’isola: i Moai, enormi busti di roccia tufacea dal peso anche di ottanta tonnellate, la cui costruzione ancora oggi rimane un enigma. 

Donnavventura tra i Moai dell'Isola di Pasqua

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© Donnavventura
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I Moai sono l’immagine più rappresentativa e forte dell’isola, apparentemente tutti simili, ma in realtà solo alcuni sono uguali. 
Molti hanno visi ben delineati, con naso prominente e mento allungato. La maggior parte rappresenta figure maschili, ma diversi esemplari sono invece corpi femminili. Già da un primo impatto con le immagini dei libri di viaggio, si intuisce che la presenza dei Moai è molto forte, l’isola ne è completamente disseminata e se ne contano infatti oltre 600 esemplari. 
Sono tutti rivolti verso l'interno in modo da proteggere la terra e i suoi abitanti. 

Nella maggior parte dei casi si tratta di statue monolitiche, ossia ricavate e scavate da un unico blocco di tufo vulcanico, mentre alcune di esse presentano sulla testa una sorta di acconciatura, un tozzo cilindro, chiamato pukao, ricavato da un altro tipo di tufo di colore rossastro. Gli archeologi ritengono che le acconciature cilindriche fossero un tempo diffuse tra gli abitanti maschi di Rapa Nui e quindi poi riprodotte sui grandi protagonisti dell’isola.

I Moai furono realizzati e trasportati nei vari altari, luoghi di culto sacri, tra il XII e il XV secolo. Per la loro costruzione occorreva una struttura sociale organizzata in grado di far lavorare molte persone e una buona perizia tecnica. Tagliare la pietra nella cava, scolpirla secondo un preciso progetto, trasportarla nel luogo di posa, issarla e orientarla nella posizione voluta, non era certo semplice.
Oggi la maggior parte dei Moai spunta solo con il busto o con la testa, in quanto detriti e terra si sono depositati, ricoprendoli quasi completamente. Nella cava di Rano Raraku si possono ammirare i Moai in diverse fasi di lavorazione, varie dimensioni ed anche in differenti posizioni.

I colori e i paesaggi naturali che costituiscono questa minuscola isola vulcanica sono davvero suggestivi: dalla terra rossa, alla natura verdeggiante, ai cavalli che pascolano attorno all’incantevole lago posto vicino al vulcano Rano Raraku. A rendere questa meta così ambita e sognata dai viaggiatori di tutto il mondo è la sua aura mistica, la sua posizione remota, i suoi paesaggi ed i suoi colori, ma anche le sue spiagge e i suoi fondali. 

Il piccolo ma vivace villaggio di Hanga Roa vanta spiagge incantevoli ed offre diverse possibilità di ristoro lungo la costa, dove si può gustare dell’ottimo pesce fresco. Hanga Roa è riuscita a conservare un ritmo di vita rilassato, ma coinvolgente. 
Scendendo negli abissi, la fauna marina, nonostante non sia delle più rigogliose, custodisce un tesoro archeologico dal valore inestimabile. 
La zona costiera dell’isola è la più suggestiva, con scogliere a picco sul mare e rocce nere bagnate da onde vivaci e schiumose dell’oceano. 

L’isola di Pasqua è un minuscolo lembo di terra densa di fascino misterioso. Un posto magico, dove poter osservare la natura primordiale e respirare un’atmosfera fuori dallo spazio e dal tempo.
 

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