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Nel parco di Kantun Chi e nella riserva naturale di Sian Ka'an per vivere e scoprire l'acqua sacra dei cenote

24 Ott 2016 - 10:21

E’ l’acqua l’insospettabile elemento dominante la penisola dello Yucatan, acqua che alimenta una fitta rete di canali sotterranei e che dà vita a spettacolari cenote e a zone umide di incomparabile bellezza. L’area è caratterizzata dal fatto di essere coperta da uno scudo calcareo, per questo motivo non vi sono corsi d’acqua superficiali ma un intrico di fiumi sotterranei e caverne. Dove il calcare cede si formano delle doline, che vengono chiamate cenote.

Se ne contano a centinaia, alcuni sono delle autentiche piscine aperte, altri sono nascosti o semi-nasciti in caverne, ma ciò che li accomuna è la purezza dell’acqua che viene filtrata dal terreno, che oltre alla trasparenza le regala una grande ricchezza e varietà di sali minerali. Nella parte settentrionale del Quintana Roo, nel parco di Kantun Chi, si trova un cenote molto conosciuto e apprezzato per la sua bellezza.

Scendendo lungo un pozzo ci si trova ad affrontare un percorso sotterraneo che si snoda fra bacini d’acqua limpida e gelida e caverne con stalattiti e stalagmiti millenarie. I colori e le aspre conformazioni delle rocce danno vita ad una dimensione irreale, ovattata, dove il silenzio è rotto solo dal rumore che si crea muoversi nell’acqua.

Il popolo maya che abitava queste terre venerava i cenote: erano sacri in quanto preziosa fonte di acqua dolce e li considerava una porta d’accesso per l’aldilà, una sorta di soglia affacciata sul mondo spirituale che si nascondeva nel sottosuolo. Altrettanto limpide sono le acque che alimentano la riserva naturale della biosfera di Sian Ka'an, che in lingua maya significa letteralmente “là dove si entra verso il cielo”. Anche in questo caso l’acqua è sacra, ma se nei cenote conduce alle profondità della mondo, qui eleva sino al cielo.

Sian Ka'an è una riserva naturale della biosfera che fa parte dello Stato del Quintana Roo ed è situata 40 chilometri a sud rispetto al parco di Kantun Chi con l’omonimo cenote. E stata dichiarata parco nazionale nel 1986 e Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco l’anno seguente. Con le sue acque trasparenti e le aree umide è un luogo unico al mondo, dove si possono contare 23 siti archeologici, il più importante dei quali è Muyil, oltre 100 specie di mammiferi e più di 350 specie di uccelli. Oltre al birdwatching per gli appassionati, si può nuotare nei canali naturali che si sono creati nel fitto intrico delle mangrovie, che affondano le loro radici nei bassi litorali costieri. E’ un’esperienza insolita non certo priva di fascino, in cui lasciarsi cullare dolcemente dallo scorrere lento dell’acqua.

Nella riserva si trova Tulum, uno dei più conosciuti complessi archeologici maya. La sua particolare posizione sulla costa, a picco sul mare, ha fatto si che fosse la prima città maya ad essere avvistata dagli spagnoli. La stessa favorevole posizione geografica ne aveva precedentemente decretato la fortuna, facendo diventare Tulum un importante centro e scalo commerciale, soprattutto per prodotti come pesce, miele, sale, ossidiana, piume di quezal.

Ad eccezione del fronte rivolto verso il mare, dove le alte falesie costituivano un’efficace protezione naturale, il resto della città era protetta da muri alti dai 3 ai 5 metri. Il monumento principale è Il Castillo, situato nei pressi dell’approdo, una piccola insenatura che fungeva da porto. E’ preceduto da una vasta piattaforma e sorge proprio sulla scogliera; venne avvistato da Juan de Grijalva, durante una spedizione dei conquistadores spagnoli nel 1518, che tuttavia lo scambiò per una torre di guardia. Tulum è anche un’ottima scelta per gli amanti del mare, dopotutto siamo sulla Costa Maya che vuol dire anche lunghe spiagge e strutture alberghiere accoglienti, perfette per una vacanza di sole, natura e cultura.

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