Viaggi tra le bellezze della città del nord della Spagna tra cultura, negozi e luoghi di charme.
Tutto, ma proprio tutto, a Bilbao gravita intorno alla cultura, al design, all’arte. Passeggi lungo i viali alberati dello shopping e scopri che quel vecchio deposito di vini e liquori, l’Alhondigabilbao, rimesso a nuovo da Philippe Starck, ospita ora palestre, piscine, negozi, biblioteche, ristoranti, cinema. Vai a mangiare un boccone nel Bistrot di Martinez Alija e di fatto ti ritrovi avvolto dalle sinuose curve del Guggenheim, il museo capolavoro disegnato da Frank Gehry, là dove una volta c’erano le banchine del porto industriale. Sali (o scendi) in metropolitana, e il bigliettaio ti racconta con orgoglio che quelle stazioni sono state progettate da Norman Foster.
Anche gli alberghi qui, così come i centri direzionali, portano la firma dei grandi nomi dell’architettura mondiale, da Arata Isozaki a Sebastian Mariscal, da Cesar Pelli a Ricardo Legorreta.
Nel 2015 poi è previsto il via ai lavori di riqualificazione urbanistica dell’area dismessa di Zorrozaure, una penisola artificiale dove sorgeranno nuovi musei, un ospedale, uffici, abitazioni, un parco. 60 ettari in totale, tutto firmato dall’irachena Zaha Hadid.
Le torri e i ponti delle archi-star si arrampicano verso il cielo e si stendono da una riva all’altra del Nerviòn, l’aerostazione di Santiago Calatrava sembra un gabbiano pronto a librarsi in volo, ma i Bilbainos non dimenticano comunque il proprio passato, le proprie tradizioni.
All’ora dell’aperitivo, sotto i portici di Plaza Nueva, tra un pinxtos e l’altro, si alzano ancora i calici intonando qualche canzone tipica del repertorio regionale. Nella pausa pranzo poi, in molti si esercitano nel gioco della pelota, colpendo la pallina di caucciù con la caratteristica chistéra, una sorta di cesta di vimini affusolata che ricopre il polso e la mano del giocatore.
Sino a pochi anni fa, Bilbao si presentava come una sorta di Porto Marghera spagnola. Industrie siderurgiche che lavoravano il ferro e il carbone, acciaierie, cantieri navali. Poi la crisi, e la disoccupazione che è arrivata a sfiorare il 40%. La sfida sembrava visionaria, ma alla fine il progetto di rinascita è risultato vincente. Il Guggenheim ha fatto da volano all’economia e la città basca è ora un esempio da imitare.
Ne sanno qualcosa a Lens, un’ora di treno da Parigi e poco distante dal confine con il Belgio. Qui, proprio sui resti di una miniera dismessa, lo studio giapponese Sanaa ha realizzato uno spazio museale, in vetro ed acciaio, diventato, nel dicembre del 2012, una succursale del Louvre. Sono così arrivati i turisti, sono stati creati nuovi posti di lavoro, aperti negozi e ristoranti.
Proprio la gastronomia, ritornando a parlare di Spagna, rappresenta l’altro fiore all’occhiello dei Paesi Baschi. A San Sebastian brillano 14 stelle Michelin, ma anche Bilbao non scherza. Chef giovani, innovativi, che sperimentano. Il più famoso, Eneko Axta, ha solo 37 anni e molti lo considerano l’erede naturale del maestro catalano Ferran Adrià. Nel suo ristorante, l’Azurmendi, a potersi permettere il conto finale, l’uovo alla coque parzialmente svuotato e riempito di tartufo è davvero un’esperienza sensoriale unica. Se preferite invece una degustazione itinerante, è divertente passare da un bar all’altro del Casco Vijeo, per assaggiare squisite e fantasiose tartine(in lingua basca pinxtos) a base di prosciutto, fois gras, formaggio e alici del Cantabrico. Tra i molti indirizzi, a noi sono piaciuti in particolare il Victor Montes , La Vina del Ensanche e il più moderno Baskook.
Se vi avanza poi un po’ di tempo, vale davvero la pena attraversare il ponte sospeso di Bizcaya, una quindicina di chilometri dal centro cittadino, proprio sull’estuario del Nervion. Considerato dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’umanità, terminato di costruire nel 1893, è questo un ponte trasportatore, ancora in funzione, unico nel suo genere. Dall’alto dei suoi 60 metri il panorama spazia dall’entroterra sino all’Oceano Atlantico. Dove alloggiare: Silken Gran Hotel Domine, proprio di fronte al Guggenheim, oppure all’Hesperia Bilbao, a 20 metri dal ponte pedonale Zubizuri. Come arrivarci: con Volotea (www.volotea.com) e Vueling (www.vueling.com) dai principali aeroporti italiani, volo diretto.
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