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Non ci si stancherebbe mai di guardarla: sembra la sintesi dell’immaginario medievale. E all’interno…
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A Mont Saint-Michel in Normandia cielo, acqua e terra sembrano aver trovato la loro alchimia perfetta. E così pure la bellezza della natura e l’abilità artistica e tecnica dell’uomo.
Patrimonio mondiale dell’Unesco, è uno dei luoghi più straordinari non solo della Francia, ma dell’Europa intera, con le antiche architetture dell’abbazia che sembrano abbracciare l’isolotto roccioso su cui sono state costruite e con cui sono tutt’uno, e la magnifica baia da cui si innalzano, teatro delle più grandi maree dell’Europa continentale.
Una magia di natura ed architettura - Non aveva torto Victor Hugo quando un secolo e mezzo fa sosteneva che il Mont Saint-Michel è per la Francia quel che “la Grande Piramide è per l’Egitto”: allora come oggi quest’isola-santuario è uno dei luoghi maggiormente visitati non solo della Normandia e la Bretagna, ma dell’intera Europa. Con una circonferenza di 960 metri e una superficie di 7 ettari l’isola si eleva sul livello del mare per 92 metri, il suo punto più alto è costituito dalla statua di San Michele collocata sulla cima dell’abbazia a 170 metri di altezza, visibile dal mare a chilometri di distanza. Quest’anno c’è un motivo in più per visitare questo affascinante luogo che pare sospeso nel tempo, dato che ricorrono i 1000 anni da quando fu fondata la chiesa abbaziale.
L’apparizione dell’Arcangelo Michele - Se la prima pietra della chiesa abbaziale fu posta sotto l’abate Hildebert, nel 1023, le origini di questo luogo sacro vanno ricercate molto tempo prima. Fin dal IV secolo infatti, con il diffondersi del Cristianesimo in Armorica, sull’isola sorse un primo oratorio in onore di Santo Stefano, ma a caratterizzare la fortuna di questo luogo oltre che a cambiare per sempre il suo nome toccò al vescovo Sant’Auberto di Avranches. E’ a lui che nel 709, secondo la leggenda, apparve l’Arcangelo Michele e avanzò la richiesta di costruire una chiesa in suo onore sulla roccia. Il vescovo ignorò per due volte le sue parole e San Michele lo punì bruciandogli il cranio dopo averlo toccato con un dito. Fu così che in una grotta dell’isola venne costruito un primo oratorio e quello che fino allora si chiamava Mont Tombe fu conosciuto come Mont Saint-Michel au péril de la Mer. Il resto lo fecero i conti di Rouen, i duchi di Normandia e in particolare Riccardo I che nel 966 ottenne da Papa Giovanni XIII l’autorità di fondare un’abbazia benedettina, chiamando i monaci di Saint Wandrille.
Abbazia, ma anche caposaldo difensivo - Per la sua particolare posizione l’isola assunse un ruolo determinante nel corso della Guerra dei Cent’anni e si fortificò con mura e bastioni che resistettero, nel 1423, all’assedio più lungo di tutto il Medioevo da parte degli inglesi che ormai avevano conquistato tutta la Normandia. A partire dal 1523 l’abate venne nominato direttamente dal re di Francia e nel secolo successivo il monastero si trasformò addirittura in una prigione, per trasformarsi in una scuola nel 1622, con l’arrivo dei benedettini della congregazione di San Mauro.
Quando il monte diventa un’isola - Ancor oggi si accede attraverso le tre porte dell’Avancée, du Boulevard e du Roi, ma solo quando c’è bassa marea che qui, per dirla alla Victor Hugo “montano alla velocità di un cavallo al galoppo” e possono raggiungere un’altezza di 14 metri. Il modo più suggestivo per arrivarci è a piedi nudi, camminando lungo la baia accompagnati da una guida per non finire intrappolati dalle sabbie mobili. Nei giorni di maggiore affluenza di pubblico, è consigliabile programmare la visita in orari non di punta, all’inizio o alla fine della giornata.
Una mostra per la storia millenaria - Oggi, mille anni dopo dalla fondazione dell’abbazia, la mostra “La residenza dell’Arcangelo. Arte, architettura e devozione all’abbazia di Mont Saint-Michel (1023-2023)” mette in luce la storia, l’architettura, gli arredi e gli oggetti legati al monumento: opere d’arte, sculture, capitelli, modellini, statue e pezzi di oreficeria, elementi decorativi, alcuni dei quali mai esposti prima.
La rassegna si declina secondo 5 temi: tecniche architettoniche e decorazioni; il periodo classico incentrato sul labirinto architettonico grazie alla presentazione del plastico del Mont-Saint-Michel restaurato dal CMN; la storia del Santo Fondatore e i pellegrinaggi, con il reliquiario della testa di Saint Aubert; i grandi progetti di restauro con particolare attenzione alla guglia del Petitgrand e alla sua statua; il tesoro di Saint-Michel ricostituito nell’Ottocento, con la statua monumentale dell’Arcangelo in argento su anima lignea, oltre a corona, spada e collane disegnate e realizzate dalla famosa gioielleria parigina Mellerio.
Per informazioni: www.france.fr/it