© Ente del Turismo | Eremo di Santo Spirito a Majella
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Magnifici paesaggi selvaggi e isolati tra gli Appennini rifugi di fede profonda tra grotte e strapiombi
© Ente del Turismo | Eremo di Santo Spirito a Majella
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Non si può dire di aver veramente conosciuto l’Abruzzo senza essere entrati in contatto, almeno una volta, con quelli che sono tra gli elementi più peculiari della sua cultura e del suo territorio: gli eremi. Se ne contano circa cento, tutti caratterizzati da un’atmosfera di sacralità, che costellano le montagne sbocciando improvvisi agli occhi del visitatore con immagini di perfetta, ascetica serenità.
Nel silenzio delle rupi e dei boschi, gli eremi vi accolgono in un’atmosfera senza tempo, piena di immateriale spiritualità. Le grotte, teatro di riti pagani, hanno visto sorgere nell’alto Medioevo romitori cristiani e chiese disseminate ovunque. La montagna, oltre a regalare panorami mozzafiato, conserva in sé un enorme patrimonio di arte e cultura e regala luoghi suggestivi che invitano alla meditazione.
Il Papa del gran rifiuto - Tra le figure che hanno abitato questi luoghi, la più rappresentativa è quella di Fra’ Pietro da Morrone, noto come Celestino V, il Papa del “gran rifiuto” citato nella Divina Commedia. A lui sono legati alcuni degli eremi più spettacolari della regione. Una meraviglia dell’arte e della natura è l’Eremo di San Bartolomeo in Legio, nel territorio di Roccamorice (Pe). Mimetizzato nella roccia, a circa 700 m s.l.m., nel Vallone di Santo Spirito nel Parco Nazionale della Majella, il Santo vi dimorò assieme ad alcuni discepoli. A Sulmona, in località Badia, incastonato su una grande parete rocciosa del Monte Morrone, sorge l’Eremo di Sant’Onofrio che custodisce la memoria di Papa Celestino V, che amava questo luogo di grande spiritualità e suggestione. Noto per la spettacolare posizione, rimaneggiato nei secoli e danneggiato durante l’ultima guerra, conserva ancora l’aspetto severo e inaccessibile dell’epoca del Santo.
Straordinarie abbazie - Anche le abbazie d’Abruzzo, capolavori dell’arte e dell’architettura sacra, fin dai primi secoli dell'età cristiana hanno avuto un ruolo determinante nello sviluppo spirituale ed economico della regione, esercitando la propria influenza sulla vita e sul costume delle popolazioni circostanti. Un patrimonio storico-architettonico di straordinario valore universale il cui fascino, nonostante i secoli, resta immutato. Immersa tra i boschi di Serramonacesca, l’Abbazia di San Liberatore a Majella rappresenta uno dei più significativi esempi di architettura romanica abruzzese e una delle più antiche chiese medievali benedettine. Costruita con la pietra calcarea della Majella, è uno scrigno che conserva innumerevoli tesori.
Capolavori d’architettura - La stupenda Abbazia romanica di Santa Maria del Lago sorge poco fuori dal centro di Moscufo (Pe). Al suo interno, conserva l’ambone policromo del maestro Nicodemo da Guardiagrele, bellissimo esempio di scultura romanica. L'Abbazia di Santa Maria Assunta di Montesanto è uno dei monumenti più suggestivi dell'intero territorio teramano. Sorge in cima a un colle impervio da cui domina l'abitato di Civitella del Tronto (Te). La tradizione attribuisce la fondazione dell’Abbazia a San Benedetto Abate addirittura nel 542. Autentico capolavoro di architettura sacra medioevale, l‘Abbazia di San Giovanni in Venere si erge maestosa e superba su di un colle da cui domina la frastagliata costa adriatica. Situata nel comune di Fossacesia (Ch), fu eretta dai monaci benedettini sui resti di un antico tempio pagano dedicato a Venere Conciliatrice.
Per maggiori informazioni: www.abruzzoturismo.it