© Ufficio stampa | Immerso nelle nuvole, ph Alessandro Semprini
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Un antico borgo abbarbicato sul monte, incantevole testimonianza della nostra storia: tutto da scoprire
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Verucchio, in Emilia Romagna, ha un anima antica e romantica: nella sua magnifica Rocca, infatti, la tradizione popolare vuole si siano rifugiati Paolo e Francesca, fra le coppie di amanti più celebri della storia, cantati da Dante nella Divina Commedia.
Un’ipotesi non suffragata da alcuna prova, tant’è che la tragica storia degli sfortunati amanti viene contesa da vari castelli della zona, fra cui Gradara e Rimini. Ma tutto ciò nulla toglie all’atmosfera romantica che pervade la cittadina, che non per niente fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia.
Lo splendido borgo antico - Verucchio si trova su un rilievo nella bassa valle del Marecchia, al confine con il Montefeltro e la Repubblica di San Marino. La sua doppia natura di città culla dei Malatesta e, parecchi secoli prima, di centro della civiltà Villanoviana unita alla bellezza paesaggistica della Valle del Fiume Marecchia in cui è immersa, rende d'obbligo per chi transita in Romagna una visita all’antico borgo. La straordinaria conformazione del luogo ne ha determinato la storia, perché fin dall’età del ferro è stata sfruttata la sua caratteristica di fortezza naturale. Resti di un villaggio villanoviano-etrusco (IX-VII secolo a.C.) sono ancora visibili nelle necropoli scoperte in queste terre segnate dalla presenza del fiume Marecchia che un tempo, come dice il toponimo, era veramente un “piccolo mare”. Le sue sorgenti, vicine alla valle del Tevere, consentivano il collegamento tra l’Adriatico e il Tirreno. Con il passaggio dall’età romana a quella medievale, Verucchio sale alla ribalta della storia per essere la culla, il luogo di provenienza, della celebre famiglia Malatesta. È sotto la loro signoria che assume la struttura urbanistica che conserva tuttora.
Piazza Malatesta - Ed è dall’ariosa piazza Malatesta, sulla quale si affacciano eleganti palazzi sette-ottocenteschi tra cui quello che ospita il Municipio, che inizia la visita al paese. Salendo per via San Martino, si raggiunge la chiesa Collegiata, edificata nel 1863 e contenente pregevoli opere d’arte, quali il crocifisso del “Maestro di Verucchio” (prima metà del XIV secolo), il crocifisso di Nicola del Paradiso (inizio XIV secolo) e la tela del Centino raffigurante San Martino e il mendicante (1655).
Le due rocche - Sulle due cime del monte si ergono ancora le fortificazioni malatestiane: la rocca di Passerello nell’omonimo borgo, trasformata nel Seicento in austero convento femminile, e la rocca del Sasso, costruita a partire dal XIII secolo dal fondatore della dinastia, Malatesta da Verucchio detto “Mastin Vecchio”, citato da Dante nella Commedia. Le mura, i torrioni, le prigioni, il palatium, la terrazza panoramica con vista sulla valle del Marecchia e i tetti di Verucchio, fanno oggi da sfondo a convegni, mostre ed eventi come il Verucchio Music Festival. Dalla sommità della rocca si coglie la suddivisione di Verucchio nei due borghi di Passerello e di Sant’Andrea, racchiusi dentro la cinta muraria medievale, e nel sottostante borgo di Sant’Antonio, che conserva viuzze e casette dell’antico contado. Nel borgo di Sant’Andrea sono da vedere la torre campanaria (campanone) del XV secolo, con la campana pubblica del 1684 ancora utilizzata, e il convento di Sant’Agostino in cui ha sede il Museo Archeologico. Nei dintorni di Verucchio consigliamo di visitare la pieve romanica di San Martino datata al 990 circa, e il convento francescano, uno dei più antichi d’Italia, nel cui chiostro è custodito un cipresso secolare che si dice piantato da San Francesco stesso.
Musei e Gallerie - Due sono gli emblemi di Verucchio: la rosa canina, simbolo dei Malatesta, e la fibula d’ambra, che richiama il Museo Civico Archeologico. Quest’ultimo racconta la storia del villaggio villanoviano-etrusco che sorse sulla rupe di Verucchio nella prima età del ferro. Dal IX al VII secolo a.C. le famiglie aristocratiche, la cui ricchezza derivava dagli scambi commerciali verso il Tirreno, il Piceno, il Veneto e il nord Europa, seppellirono i loro defunti nelle necropoli. Da lì provengono i corredi funerari esposti: armi, strumenti per filatura e tessitura, raffinati gioielli in ambra o in oro, recipienti per mangiare e bere, tavolini e troni. Il pezzo forte è il trono ligneo intagliato della fine dell’VIII secolo a.C.
Cucina romagnola - Siamo in Romagna e, da queste parti, la tavola è veramente una festa. Ristoranti, osterie e trattorie propongono da queste parti i tipici piatti della tradizione romagnola. Sono particolarmente prelibate le carni e l’olio extravergine d’oliva che, essendo in zona collinare, assume sapori particolarmente pregiati. Ed ecco che, nella suggestiva cornice di Verucchio Alta tra le mura antiche del Castello e le cinte murarie, il ristorante La Fratta è uno stupendo portabandiera dei piaceri della tavola locale, dato che coniuga la tradizione della classica osteria romagnola con il gusto e la ricerca culinaria contemporanea. Il risultato è un ristorante di assoluta suggestione, che mixa piacevolmente e con leggerezza la storia che traspare dalle sue antichissime pietre con una cucina che interpreta con brio i piatti tipici della tradizionale romagnola, cucinati con ingredienti di prima qualità ed accuratamente scelti per la loro genuinità. Piatti che non solo sono un piacevolissimo viaggio gourmet fra tradizione e innovazione, ma che - con la loro accurata e raffinata presentazione - rispecchiano la bellezza del posto, per far vivere ai commensali un’esperienza unica ed avvolgente.