© Ufficio stampa | Salone dell'ottagono - ph Massimo Listri
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In Franciacorta, accanto a quadri appartenuti alla Loren e all’ultimo Scià di Persia, espone ora anche i Savoldo di Galleria Borghese
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La Casa Museo Fondazione Paolo e Carolina Zani, situata a Cellatica (Brescia) in mezzo alle colline della Franciacorta, è un preziosissimo museo che lascia letteralmente stupefatti i visitatori, che vengono avvolti dalla sua raffinata e rarefatta atmosfera e conquistati dai suoi straordinari tesori.
IL GUSTO DEL COLLEZIONISTA - 1.200 opere, arredi e oggetti d’arte applicata, con una predilezione per il Barocco romano, veneziano e francese, compongono la straordinaria collezione permanente della Casa Museo, frutto della lungimiranza dall’imprenditore e collezionista bresciano Paolo Zani che la costituì - pezzo dopo pezzo - in oltre trent’anni di ricerca sul mercato antiquario internazionale e l'abitò fino alla sua morte avvenuta nel 2018. Una sua particolarità è che varie opere e oggetti sono appartenuti a personaggi famosi, il che costituisce un elemento in più di attrazione durante la visita.
QUADRI E ARREDI APPARTENUTI A PERSONAGGI FAMOSI - Nella dimora divenuta Casa Museo tutto è rimasto esattamente com’era quando Zani l’abitò con l’amata figlia Carolina, prematuramente scomparsa. Nel salotto all’inizio del percorso si trovano i due dipinti di Canaletto, uno proveniente dalla collezione di Sophia Loren e del marito Carlo Ponti, l’altro da quella dell’ultimo Scià di Persia Mohammad Reza Pahlavi. Ci sono poi i cigni in bronzo dorato appartenuti a Madame de Pompadour (la Favorita del re Sole) risalenti al 1755 circa, mentre le 18 poltrone settecentesche della sala da pranzo sono quelle che un tempo arredarono il palazzo parigino dello stilista Yves Saint Laurent e del compagno Pierre Bergé. Appartenuto alla Regina Vittoria è invece uno dei cassettoni nella camera da letto dove l’imprenditore con la passione per l’arte soleva dedicarsi alla lettura serale di cataloghi e volumi sulla storia dell’arte.
IL PRESEPE DI UMBERTO AGNELLI - In vista del periodo natalizio nel salone della Casa Museo è visibile anche il Presepe settecentesco in corallo e pietre dure, appartenuto alla collezione di Umberto Agnelli e acquisito da Paolo Zani nel 2004. Realizzato nella prestigiosa bottega dei Tipa, una famiglia di scultori trapanesi, tra i massimi esponenti per la realizzazione di straordinarie sculture in corallo, è un esempio superlativo del magistrale connubio tra materiali diversi: il corallo (rami di corallo nero e rosso), l’avorio, la madreperla, i marmi rossi e gialli, le pietre dure, l’argento, l’ottone e il rame dorato, l’ambra e la lacca. La qualità dell’intaglio e la dovizia di particolari che contraddistinguono ogni figura rimandano ai migliori presepi in corallo e avorio della metà del Settecento, rendendo l’opera un esempio d’altissima qualità del genere di manufatti prodotti nella Sicilia dei secoli XVII – XVIII.
IL TAVOLO CHE DESTÒ L’ATTENZIONE DEL GOVERNO BRITANNICO - Opera simbolo del Museo è il variopinto tavolo ottagonale in pietre dure, realizzato tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento nella Galleria dei Lavori di Firenze, in soli due esemplari. Zani lo acquistò all’asta dopo esserselo lungamente contesto col governo inglese. Come scrisse lui stesso “Capire che era un oggetto unico è stato facile durante l'asta, ma possederlo non è stato solo il coraggio di rilanciare più in alto. Ho atteso che il governo inglese si avvalesse del diritto di manifestare il proprio interesse verso un tavolo storico ma furono le bombe scoppiate nella metropolitana di Londra nel luglio del 2005 che decretarono la pragmatica scelta britannica di dirottare più consistenti fondi per un piano antiterrorismo. Fu così che il possesso di un tavolo, seppur straordinario, perse fatalmente, per loro, la priorità facendolo arrivare nella mia sala".
BRESCIA E ROMA, UN GEMELLAGGIO CULTURALE - Fino al 24 novembre, grazie alla neonata collaborazione con Galleria Borghese di Roma, il museo ospita temporaneamente due capolavori di Giovanni Girolamo Savoldo (Brescia 1480 ca. - Venezia? Post 1548): Busto di Giovane e Tobiolo e l’angelo. Contestualmente alla permanenza delle due tele nella terra che diede i natali al loro autore, due busti di Adriano dell’ambito di Guglielmo e Giovanni Battista della Porta (seconda metà XVI sec) sono stati prelevati dall’impluvium della Casa Museo bresciana per essere esposti nella Sala degli Imperatori di Galleria Borghese, a fianco dei 18 busti dei Dodici Cesari e di altri personaggi illustri. Un’iniziativa che ha permesso un temporaneo completamento della Collezione di Galleria Borghese, che non ha busti di Adriano “La nostra sala IV – afferma Emanuela Settimi, curatrice dell’Istituzione romana - sembra averli ospitati da sempre”.
Per maggiori informazioni: www.fondazionezani.com