© Istockphoto | Matera, la città dei Sassi
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Borghi incantevoli che sembrano nascere direttamente da rupi e scogli
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Alcuni sono celeberrimi, altri sono meno noti, ma non per questo meno affascinanti: ecco dieci borghi d’Italia di antica origine e di fascino spettacolare. Si trovano lungo tutto lo Stivale, con una certa concentrazione nell’Italia Centrale, ma hanno in comune una particolarità: sembrano sorgere direttamente dalle rocce sulle quali sono stati edificati. Sono circondati da panorami mozzafiato e nascondono al loro interno veri gioielli di bellezza.
MATERA – La splendida Città dei Sassi, capitale della cultura 2019, sorge su un altopiano di rocce calcaree, tra grotte e cavità naturali abitate già in epoca preistorica. Costituisce uno dei nuclei abitati più antichi del mondo ed è Patrimonio dell’Umanità Unesco.
CRACO, MATERA – Edificata su uno sperone di roccia e, in parte, sul terreno argilloso adiacente, la città è stata abbandonata alla fine degli anni Ottanta a causa degli incontrollabili movimenti franosi del terreno su cui è edificata. Oggi è una città fantasma, del tutto abbandonata dai suoi abitanti, ma il suo fascino un po’ sinistro la rende meta di numerosi visitatori.
PENTEDATTILO, REGGIO CALABRIA – Anche questa città è ormai completamente disabitata. Il borgo sorge arroccato su una rupe dalla forma curiosa, che ricorda la sagoma di una mano con cinque titaniche dita, alla quale deve il suo nome (pentedattilo in greco significa appunto cinque dita). Il nucleo antico del paese è stato dichiarato inabitabile e completamente abbandonato nel 1971: la popolazione si è trasferita un po' più a valle e dal paese nuovo si può ammirare il vecchio borgo fantasma.
SANT'AGATA DEI GOTI, BENEVENTO - Un reticolo di viuzze, una manciata di case antiche, un borgo suggestivo arrampicato su un blocco di tufo accanto al quale scorrono due torrenti: siamo a Sant'Agata dei Goti, le cui origini risalgono ai tempi remoti delle Guerre Sannitiche, intorno al 340 a.C. Da visitare rigorosamente al tramonto, per ammirare i colori dorati regalati alle rocce dagli ultimi raggi del sole.
CIVITA DI BAGNO REGIO, VITERBO - Il borgo si raggiunge attraverso una lunga passerella pedonale ed è uno dei più belli d’Italia: sorge su una collina di tufo purtroppo minacciata dall’erosione, opera di due torrenti che scorrono a valle. Per questo Civita è chiamata anche "La Città che muore": al momento vi si gode un colpo d'occhio straordinario sui calanchi che segnano il paesaggio circostante.
CALCATA, VITERBO - Il borgo ha case di colore scuro che sembrano nascere direttamente dalla roccia di tufo come se ne costituissero il naturale prolungamento. Amatissimo di numerosi artisti, il villaggio è protagonista anche di numerose leggende che lo vogliono al centro di eventi magici e misteriosi, legati alla presenza di streghe e altre creature soprannaturali.
VITORCHIANO, VITERBO - Anche questo incantevole borgo medievale sorge direttamente su una piattaforma di peperino, una roccia vulcanica la cui estrazione e lavorazione ha costituito per molto tempo una delle principali fonti di ricchezza della città. Ci troviamo ai piedi dei monti Cimini: il borgo sorge su un banco, fratturato in enormi massi, con pendii ripidi a strapiombo.
MANAROLA, LA SPEZIA – Pittoresca, coloratissima, stretta tra il mare e la montagna sulla quale è abbarbicata: Manarola è una delle Cinque Terre e uno dei borghi marinari più antichi della Liguria. Un vero gioiello tutto da ammirare, anche se nei mesi estivi è congestionato dai turisti.
PITIGILIANO, GROSSETO - Uno sperone di tufo che domina le valli verdeggianti, un centro abitato elegante e perfettamente conservato: Pitigiliano è completamente integrato nella roccia e nella natura. Tra le bellezze da ammirare ci sono Palazzo Orsini e una bella Cattedrale.
TODI, PERUGIA - Sorge su un colle alto 411 m, affacciato sulla media valle del Tevere. La leggenda narra che in un primo tempo la città doveva essere edificata ai piedi del colle, ma la tovaglia con cui i fondatori stavano facendo colazione fu ghermita da un'aquila che, volando, la lasciò cadere sulla cima del colle. Il fatto fu interpretato come un segno della volontà divina e la città fu edificata sulla cima.