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Foliage nelle Marche, i più sgargianti colori dell’autunno

Foreste, valli e riserve naturali danno spettacolo vestendosi di rosso, giallo, arancione...

19 Ott 2020 - 06:00
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© Ente del Turismo
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Nelle Marche, la stagione autunnale è di una suggestione unica: giardini, parchi e riserve si tingono di meravigliosi colori caldi, invogliando a lunghe passeggiate tra salici, pioppi, faggi e querce per ammirare lo straordinario spettacolo del foliage.

Per godere appieno del foliage autunnale ci si può inoltrare nel Parco Sasso Simone e Simoncello, nel Montefeltro, raggiungendo la cerreta più grande d’Europa; o recarsi nella Riserva Naturale della Gola del Furlo e il suo canyon spettacolare, o ancora, stupirsi di fronte alla faggeta secolare di Canfaito, un ampio altopiano situato sulle pendici del Monte San Vicino; esplorare il Parco Nazionale dei Monti Sibillini dove si trova la mela rosa, presidio Slow Food. Ma andiamo per ordine.

La cerreta più grande d’Europa -  Il Parco Naturale Regionale Sasso Simone e Simoncello è un’area protetta di circa 5.000 ettari nel cuore del Montefeltro, nella zona più settentrionale dell’Appennino umbro-marchigiano. Nei suoi fitti boschi è soprattutto il cerro, specie del genere delle querce, la principale fonte di attrazione per gli amanti del foliage. Esso si trova lungo tutta la vasta foresta mediterraneo-montana che dal Passo della Cantoniera di Carpegna si estende fino ai piedi dei due Sassi, tanto da renderla la cerreta più grande d’Europa. Gli amanti del foliage non potranno poi perdersi la torre trecentesca con orologio di Frontino, il borgo più piccolo della provincia di Pesaro Urbino, al cospetto del Monte Carpegna. Si tratta di uno spettacolo davvero unico: la torre è infatti completamente ricoperta di foglie che in autunno diventano di un caldo rosso acceso. 

La Fiera del Tartufo - Attraversata dal fiume Candigliano, la Riserva Naturale Gola del Furlo offre il tipico bosco di sponda caratterizzato dallo scotano, l’orniello e i pioppi con le loro sfumature gialle, rosse e arancioni che si alternano al verde smeraldo brillante dei lecci. In particolare, per ammirare la suggestione del canyon, del fiume e dei riflessi del bosco, il consiglio è di osservare la gola dall’alto sulle terrazze panoramiche del Monte Pietralata. A sud-ovest della gola del Furlo, nel punto dove il Burano confluisce nel Candigliano, sorge Acqualagna, riconosciuta a livello internazionale Capitale del Tartufo, celebre per il tartufo bianco pregiato. Qui, il “diamante della tavola” nasce da sempre in modo spontaneo per una strana alchimia del terreno, e tutta l’economia del paese gira intorno ad esso, infatti anche quest’anno ci sarà la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco il 25 e 31 ottobre e il 1,7,8,14 e 15 novembre

Vigne e corbezzolo -  Il Parco del Conero è un’oasi ambientale che si sviluppa attorno al Monte Conero per circa 6000 ettari, coperti per la maggior parte da macchia mediterranea a picco su un mare cristallino. Nei versanti nordorientali, ai boschi dei sempreverdi lecci si accostano molti esemplari di carpino nero, roverella e acero d’Ungheria: tutti alberi che mutano le loro foglie assumendo colori che vanno dal giallo-ocra fino al rosso acceso. Lo spettacolo di foliage più bello da poter ammirare in questa zona è quello dei filari delle vigne del Rosso Conero che si tingono di rosso. In autunno sarà poi possibile ammirare un’altra caratteristica pianta del Conero, il corbezzolo che da fine ottobre muta il colore dei suoi frutti - bacche rotonde di sapore dolciastro in un bellissimo rosso scarlatto. Tra le belle spiagge della riviera e il Parco del Conero sorge Sirolo, antico borgo medievale da cui si gode una vista mozzafiato e ci si può perdere tra i vicoli del centro storico. A pochi passi dal borgo poi c’è il Teatro alle Cave, una cava naturale all’interno del Parco. 

La Gola rossa -  Il Parco Gola della Rossa e Frasassi è un immenso cuore verde ricco di una natura integra e rigogliosa. Nei versanti esposti a nord prevalgono tutte specie arboree che in autunno assumono la stessa colorazione che dà nome alla Gola: il rosso, in tonalità che variano dall’arancio intenso del carpino, al rosso vermiglio del faggio o a quella quasi bordeaux delle piccole foglie dell’orniello, offrendo a chi passeggia un panorama intenso e suggestivo. Percorrendo invece l’itinerario di Valle Scappuccia, si incontreranno specie di alberi che generalmente si trovano ad alta quota, come i faggi, e si potrà ammirare la suggestiva fenditura nella roccia formatasi in epoca remota per effetto dell’erosione del torrente Scappuccia. Ai piedi del Monte Murano sorge Serra San Quirico, borgo caratterizzato da un bellissimo centro storico ben conservato. 

Il vecchio faggio del Parco del Monte -  Nella Riserva del Monte Canfaito, un altopiano situato sulle pendici del Monte San Vicino, si potranno incontrare i bassi e robusti tronchi dei faggi che si aprono come ombrelli, con le chiome che diventano del colore del mogano, della zucca o del vino nuovo. Tra questi, ci si potrà imbattere in un faggio di circa 500 anni, l’esemplare più grande di tutte le Marche, annoverato tra i 300 alberi monumentali d’Italia. Imboccando il sentiero Matelica che porta fin sulla vetta del Monte San Vicino, si attraverserà un bosco che racchiude un’altra bellissima faggeta, con alberi ad alto fusto e radici esterne che formano figure suggestive e misteriose. Nella valle del Potenza, addossato al colle di Montenero, sorge San Severino Marche, caratteristico borgo costituito da due nuclei distinti: il Castello, antico e pressoché disabitato, sulla cima del Montenero, e il Borgo, sviluppatosi a partire dal sec. XIII lungo il pendio.

I lecci nella valle del Tazza -  Si tratta di un'area racchiusa nella valle del Tazza, affluente del fiume Chienti, tra le pendici dei Monti Fema, Cetrognola e Torricchio: un'area isolata, distante dai grandi centri abitati, rivestita da una flora ricca e variegata, tra cui si annoverano piante del tutto inusuali per le Marche, come la Rosa subcollina. È il leccio a dominare la zona, presente a piccoli gruppi in posizioni rupestri nella parte inferiore della Val di Tazza. In autunno, roverelle e ornielli colorano poi il paesaggio con le loro piccole foglie che assumono colorazioni intense tra il rosso e il marrone. Situata su un colle tra le valli del Chienti e del Potenza, chiusa dai Monti Sibillini e dal Monte San Vicino, si trova Camerino, che vanta un centro antico pressoché inalterato nel suo impianto medievale. 

Mele rosa dei Monti Sibillini - Sviluppandosi su una superficie di circa 70.000 ettari prevalentemente montagnoso, il Parco dei Monti Sibillini ospita numerosissime specie tipiche di un territorio montuoso, come la rara stella alpina. Non mancano però le specie arboree che in autunno sono interessate dal foliage: il giallo dei castagni, che in questo periodo lasciano cadere i loro frutti, si mescola al cremisi dell’acero passando per le sfumature arancioni dei faggi. Un altro colore che punteggia i versanti montuosi è il rosa delle mele dei Monti Sibillini. Nelle Marche, si tratta di una coltivazione dalla tradizione antica, un tempo frutto ricercatissimo per la sua capacità di conservarsi dopo la raccolta anche per lunghi mesi, poi quasi completamente abbandonato. Da qualche anno le mele sono tornate in coltura grazie al lavoro della Comunità Montana dei Sibillini e sono oggi presidio Slow Food.

Per maggiori informazioni: www.turismo.marche.it

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