Italia da scoprire

Gennargentu e Orosei: il fascino della Sardegna più appartata

Un mare di smeraldo e montagne selvagge; tradizioni arcaiche tra nuraghi e foreste

10 Ago 2021 - 06:00
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Il Gennargentu è il più ampio massiccio montuoso della Sardegna, ed è il centro geografico della Barbagia. Si trova nella zona orientale dell’isola. A esso si legano i monti della Barbagia, i Supramonti, per scivolare fino al mare, al selvaggio golfo di Orosei.

Oggi quest’area è tutelata dal Parco nazionale del golfo di Orosei e del Gennargentu, che comprende spettacolari montagne selvagge solcate da canyon e coperte da boschi e alcuni tratti di costa tra i più belli del Mediterraneo, come da Cala Gonone a Santa Maria Navarrese, con 40 km di falesie a strapiombo, calette stupende (cala di Luna, cala Sisine e cala Fuili), e grotte incredibili come quella del Bue Marino.

Testimonianze nuragiche - Incontaminata, ricca di tradizioni. La regione del Gennargentu non è stata stravolta dal turismo, per cui accanto a località più note come Oliena, Dorgali e Orgosolo, il resto dei paesini protetti dal parco è assolutamente da scoprire. A Urzulei è tutto un susseguirsi di doline, grotte, boschi e precipizi; Taluna è nota per le sue limpide sorgenti; Arzana conserva testimonianze nuragiche e resti di tombe megalitiche; Fonni, con i suoi 1000 m, è il centro più alto (ad agosto è caratteristico il palio, la corsa di cavalli); l’”alpestre” Desulo, in mezzo a mufloni, aquile reali, boschi secolari e tipici balconi in legno; Aritzo, celebre per l’artigianato in legno; Gairo ha un torrione calcareo alto 1293 m, ottimo punto panoramico.

Il paese dei murales - E poi c’è Baunei: il suo golfo è incastonato tra ginepri, torrioni di calcare, grotte (quella del Fico è il nascondiglio della foca monaca). Villagrande è anch’essa terra di nuraghi e tombe megalitiche, Seui conserva quell’oasi che è la foresta di Montarbu mentre Ussassai è il paese delle mele a drempa arrubia, a guancia rossa. Questi, i paesini. Certo non si possono non visitare i centri maggiori. A partire da Orgosolo: qui si respira la storia più antica della Barbagia. E’ anche il paese dei murales, spesso a sfondo politico. Dorgali, oltre a essere un buon punto di partenza per le escursioni lungo la costa del golfo di Orosei, è famosa per le lavorazioni della filigrana d’oro e d’argento, dei tappeti e delle ceramiche, invece Oliena produce preziosi scialli neri con ricami in filo d’oro e d’argento. 

Il Supramonte - Tra le aree che meritano di essere citate c’è il Supramonte, altopiani di origine calcareo-dolomitica e ricchi di vegetazione, in particolare quelli di Oliena e Orgosolo (con boschi secolari; qui resistono le uniche foreste mai toccate dall’uomo in Italia); il canyon di Su Gorropu, con le sue impressionanti pareti alte 450 m che lo rendono il più profondo d’Europa; la sorgente carsica di Su Gologone, nel comune di Oliena, la più importante dell’isola con i suoi 300 litri di acqua al secondo; l’enorme dolina di Su Suercone, un’enorme dolina abitata da tassi secolari. 

I mamuthones - Molto suggestiva è la passeggiata nel cuore del Supramonte che porta al villaggio nuragico di Tiscali, costruito sul fondo di una dolina: alcune capanne possiedono ancora gli architravi in ginepro. Per gli appassionati delle ferrovie, c’è il trenino verde a scartamento ridotto – attivo solo in estate - che parte da Arbatax o da Arzana per raggiungere la stazione di San Girolamo dalla quale inizia l’escursione alla foresta di Montarbu, sui monti Tonneri uno dei promontori più belli della regione. Orgosolo vanta – assieme a Mammoiada – il Carnevale più famoso della Sardegna per la suggestiva processione danzata dei mamuthones, che indossano pelli di animali, campanacci e, sul volto, una terrificante maschera di legno. Sempre ad Orgosolo si può pranzare con i pastori, all’aperto, negli ovili del Supramonte. 

 

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